FORMIA – Dal 1 gennaio scorso i 29 ex dipendenti del pastificio Paone di Formia non stanno beneficiando più della cassa integrazione straordinaria. L’allarme è stato lanciato dalle organizzazioni sindacali di categoria, impegnate ad esercitare ora un’azione di pressing nei confronti della Regione Lazio per chiedere la proroga, almeno di due mesi, sino al 3 marzo prossimo, della concessione di questo ammortizzatore sociale resosi necessario dopo la chiusura, un anno e mezzo fa, dello stabilimento alimentare di Penitro.
A chiedere la proroga, di almeno due mesi. della cassa integrazione è stato l’amministratore della “Domenico Paone srl”, il manager italo argentino Alejandro Octavio Quentin, ma sono ridotte al lumicino le possibilità per l’allungamento della stessa cassa. Una delle condizioni per ottenerla è la conferma della composizione negoziata proposta lo scorso ottobre al Tribunale civile di Roma dalla Corex di Battapaglia che, già proprietaria dello stabilimento formiano, aveva proposto, grazie all’offerta economica di due milioni di euro, di subentrare nella titolarità e nella gestione delle linee di produzione e degli stessi organici.
Ma qualcosa di imprevisto è successo negli ultimi giorni: una delle condizioni poste dalla Corex era quello di assorbire gran parte dei dipendenti, tranne che gli amministrativi. Quest’ultimi, più precisamente quattro unità, non hanno voluto raggiungere un accordo con la loro vecchia società che prevedeva il riconoscimento soltanto del trattamento di fine rapporto ed il versamento il 60% del salario per le festività non godute. Questa mancata transazione potrebbe far saltare l’intero accordo finalizzato alla ripresa del ciclo produttivo del pastificio Paone; al momento, la “Domenico Paone srl” ha avvicendato la sua assistenza legale correndo il rischio, saltata l’efficacia del concordato preventivo, di incorrere in quello liquidatario semplificato. Insomma il prologo del fallimento.