LATINA – “Le foibe furono causate in gran parte da dinamiche politiche violente e repressive legate alla resistenza in atto in Jugoslavia. Furono uccisi molti responsabili di crimini, ma anche persone innocenti e persino alcuni collaboratori del movimento di liberazione. In altri casi scaturirono da una cieca volontà di vendetta ed in altri ancora da veri e propri delinquenti. Condanniamo le esecuzioni sommarie e rispettiamo il dramma dell’esodo che ha colpito tanti italiani che vivevano in Istria e in Dalmazia; prendiamo anche atto che la ricerca storica dimostra esserci state e persistono pesanti esagerazioni e strumentalizzazioni tese non a stabilire la verità storica ma a costruire su questi drammi forme simboliche di identità politica e nazionale”. Inizia così la nota che il comitato provinciale di Latina dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia.
“Crediamo che la memoria vada custodita, alimentata, ricostruita e condivisa con i paesi coinvolti, lasciata come strumento ai giovani. Proprio per questo combattiamo le semplificazioni e le approssimazioni. La questione ormai annosa che poniamo sul banco è la strumentale interpretazione delle complesse vicende del confine orientale come odio etnico verso italiani da parte di popoli slavi barbari. Non fa bene alla memoria il silenzio vergognoso sui crimini del fascismo di confine e dell’occupazione militare della Ex-Jugoslavia da parte dell’Italia, le deportazioni che hanno commesso le forze di occupazione italiane, la snazionalizzazione dei croati e degli sloveni. Il nostro Paese, per mano di un governo fascista, si è reso responsabile insieme ai nazisti dei peggiori crimini della storia dell’Europa. Lo ha fatto in Italia, in Ex-Jugoslavia, in Albania, In Spagna, in Francia, in Grecia, nei Paesi Africani. Farci carico di questi crimini ci aiuterà a leggere gli eventi in maniera più responsabile. Ci aiuterà a capire che la dinamica di estrema violenza l’hanno creata i governi fascista e nazista. Ci aiuterà a capire che la reazione alla violenza è altra violenza” – si legge ancora nella medesima nota dell’Anpi provinciale.
E conclude: “E non possiamo tirarci indietro da questa responsabilità. Non possiamo aderire a semplificazioni strumentali di pochi nostalgici che ancora esaltano la figura degli italiani “brava gente” e dei popoli che ci hanno risposto con odio, che siano quelli della Ex-Jugoslavia o dell’Africa. Purtroppo gli italiani fuori dai confini non sono stati brava gente. Essere patrioti vuol dire fare i conti con questa responsabilità”.