FORMIA – Difetto di giurisdizione. Aveva davvero poca voglia di parlare martedì sera quando il Tar del Lazio- sezione di Latina ha deciso di …non decidere sul decreto del sindaco di Formia Gianluca Taddeo, il numero 27 (protocollo 62278) del 15 novembre 2022, di “sfrattare” l’allora Comandante della Polizia Locale del comune Rosanna Picano e di ‘esiliarla’ alla testa del solo settore numero 1°,”Affari generali e anagrafe”, quello che all’epoca raggruppava gli uffici “Assistenza organi istituzionali Affari generali, Area amministrativa, Urp, servizi demografici, Elettorale, Protezione civile, Sicurezza, Trasporto pubblici locale, Tsp, il Ced, la transizione digitale e – ciliegina sulla torta – l’immancabile Privacy.
Il Tar dopo un’attesa di sette mesi ha fatto sapere, dopo l’udienza celebrata lo scorso 20 luglio, di non essere competente a decidere… Di fatto i giudizi amministrativi del capuologo hanno detto chiaramente alla dirigente Picano e al suo legale, l’avvocato Giuseppe Garofalo, di bussare ad un altro organo giudicante, molto presumibilmente la sezione Lavoro del Tribunale di Cassino. La dottoressa Picano ha dovuto trattenere la sua rabbia (“Sono senza parole”) ma d’altro canto ha rinnovato il guanto di sfida all’amministrazione Taddeo: “Ma continuerò la mia battaglia”. Lo farà dopo che il Tar avrà depositato le motivazioni con cui illustrerà le ragioni sulla presunta esistenza – a suo dire – del difetto di giurisdizione a valutare il ricorso presentato dalla “scomoda” dirigente del comune di Formia.
Di fatto un anno e mezzo fa il sindaco Taddeo aveva affidato la responsabilità del Comando di Polizia Locale all’avvocato Domenico Di Russo (nel frattempo dimessosi dopo essere ‘fuggito’ presso la prestigiosa avvocatura del comune metropolitano di Napoli) che, sino in quel momento dirigente della sola avvocatura comunale, aveva assunto la guida – come detto – della Polizia Locale ma anche delle Attività produttive e, nello specifico, un’altra “pioggia” di uffici: Contratti, Centrale unica di committenza, Polizia amministrativa, polizia stradale, Suap, Attività produttive e commercio. Il comune di Formia davanti il Tar aveva deciso, “vista la complessità della materia, di non affidarsi alla sua avvocatura interna preferendo nominare un legale esterno, l’avvocato Maurizio Danza di Roma.
L’ex comandante Picano le aveva provate tutte a chiedere di essere reintegrata proponendo in extremis una memoria integrativa: il comando di Polizia Locale, in base ad una “chiara” normativa regionale, non può far parte di un altro settore con i quali è legato da non pochi motivi di incompatibilità. Insomma il corpo di Polizia Locale deve godere di una propria autonomia gestionale. Semmai può essere legato allo staff del sindaco e a nessun’altro settore dell’ente comune. La dottoressa Picano si è sempre dichiarata vincitrice di un concorso di comandante di Polizia locale e non per guidare l’anagrafe.
In effetti ad imporsi ai punti al termine del primo round era stata la Giunta Taddeo. Il Tar nell’autunno 2022 aveva rigettato la richiesta di sospensiva dell’alta dirigente (“Non sussiste il grave danno ed irreparabile”) relativamente all’efficacia di parte del contenuto della delibera numero 135 del 31 maggio 2022 che varava la coraggiosa riorganizzazione degli uffici e dei servizi dell’ente. Quella delibera, “resuscitata” dalla Giunta formiana dopo essere stata ibernata in attesa del primo pronunciamento del Tar di Latina, ridimensionava, di fatto, il comando di Polizia Municipale. Il sindaco Taddeo per firmare il 15 novembre di un anno e mezzo fa i sei decreti dirigenziali dovette attendere – come detto – il responso della richiesta (fallita) di sospensiva della dottoressa Picano alla delibera di Giunta sulla nuova riorganizzazione degli uffici e dei servizi e prese spunto dal suo piano triennale della corruzione che, licenziato dalla Giunta il 29 aprile 2022, prevedeva “la rotazione ordinaria del personale quale misura obbligatoria di prevenzione” ed evidenziava “l’obbligatorietà della rotazione dopo dieci dall’incarico e, comunque, ordinariamente con cadenza quinquennale”. Lo stesso piano triennale di prevenzione della corruzione, tuttavia, aveva stabilito che la “rotazione ordinaria potrà tener conto delle peculiarità professionali ove possibile”. Insomma – aveva deliberato la Giunta Taddeo – “non faremo prigionieri”….
La richiesta della comandante Picano di impugnare nel merito al Tar la decisione della Giunta Forza Italia-Fratelli d’Italia di “esiliarla” dal Comando di Polizia Locale, di fatto, aveva creato qualche problema nel momento in cui gli altri dirigenti avevano lamentato la mancata pesatura da parte della Giunta Taddeo delle proprie posizioni organizzative per la definizione delle indennità di posizioni. La Giunta avrebbe dovuto adottare una delibera ad hoc all’indomani del 15 novembre 2022, giorno in cui il sindaco Taddeo firmò – come detto – i decreti 21-27 per il conferimento dei nuovi incarichi dirigenziali. Nel comune di Formia in effetti da tempo il fuoco sotto la cenere perché alcuni responsabili di settore pretendevano e pretendono che le rispettive indennità economiche di posizioni vengano riconosciute in base ai risultati conseguiti, ai capitoli di spesa in entrata ed in uscita, ai piani esecutivi di gestione e ai dipendenti in organico nei propri settori.
In sintesi i dirigenti che hanno la guida di più uffici e servizi pretendono un diverso e maggiore riconoscimento economico rispetto ai colleghi che dirigono a malapena un solo settore. Contro la decisione del sindaco Taddeo di privarle la guida della Polizia Locale, l’ex comandante Picano aveva avuto davanti tre opzioni: ricorrere al giudice del lavoro del Tribunale di Cassino, impugnare il solo decreto numero 27/2022 sollecitando al Tar una sua sospensiva oppure chiedere allo stesso primo grado della magistratura amministrativa di esaminare la sua legittimità in occasione del giudizio di merito sulla delibera della riorganizzazione degli uffici e dei servizi. Il Tar ha invocato ora il difetto di giurisdizione decidendo – come detto – di..non decidere. L’ex comandante Picano vuole percorrere le ultime due strade che ha davanti: chiedere il coinvolgimento ora dei giudici della sezione Lavoro del Tribunale di Cassino per quello che definisce un “chiaro dimensionamento professionale” e appellare al Consiglio di Stato la sentenza del Tar con cui si è dichiarato incompetente a decidere..