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Gaeta / Rifiuti e piazzale stazione: veleni e polemiche in Comune, dopo la Commisione Trasparenza

GAETA – Dopo il caso di Formia della dottoressa Marina Saccoccia, anche a Gaeta il segretario generale del comune, l’avvocato Patrizia Cinquanta, invia ad un consigliere comunale di opposizione (per di più presidente della commissione “Controllo e garanzia”) lettere in cui campeggia più volte il verbo ‘diffidare” coniugato con la terza persona singolare. Lo ha rivelato venerdì mattina il consigliere comunale di minoranza Franco De Angelis nel corso dell’ennesima seduta thrilling della commissione Trasparenza, convocata – come quella precedente della settimana prima – con lo stesso ordine del giorno: il possibile avvio della procedura d’acquisizione al patrimonio del comune di Gaeta del piazzale dell’ex stazione ferroviaria (venduto nel 2019 dall’ex Consorzio Industriale del sud pontino ad una società immobiliare appena costituita) e i “chiarimenti” sulle fasi successive che hanno caratterizzato l’aggiudicazione alla De Vizia del miliardario appalto del ciclo integrato dei rifiuti.

Il presidente De Angelis, per la cronaca, su quest’ultimo punto aveva deciso di convocare l’assessore all’ambiente Diego Santoro dopo aver preso atto dalla sua dirigente, l’architetto Stefania Della Notte, di essere responsabile degli atti amministrativi prodotti soltanto da quando è – il 1 settembre 2023 – alla guida del dipartimento e non prima…. La dottoressa Della Notte, di fatto, aveva detto chiaramente in commissione che non poteva essere lei a spiegare la ragioni – qualora ci fossero – della tardiva sottoscrizione del contratto di servizio, avvenuta ad un anno dall’aggiudicazione dell’appalto e ad otto mesi dall’inizio della nuova gestione da parte della De Vizia. Insomma l’architetto Della Notte era stata chiara in commissione Trasparenza: se volete qualche chiarimento su quanto eventualmente avvenuto, chiedetelo a chi ha diretto il settore ad interim: la segretaria generale e responsabile dell’anti corruzione del comune di Gaeta, l’avvocato Patrizia Cinquanta.

L’alta dirigente casertana non avrebbe digerito questo palese rimpallo di responsabilità formalizzato dalla dottoressa Della Notte e si era dichiarata “sorpresa ed esterrefatta” per il comportamento tenuto in commissione dalla dirigente del settore Ambiente in una lettera riservata inviata direttamente al sindaco di Gaeta Cristian Leccese. Questa nota è arrivata anche all’attenzione del presidente della commissione Controllo e garanzia che ha deciso di far monitorare il suo contenuto (De Angelis è stato accusato di “accanimento” sull’argomento riguardante le procedure che hanno caratterizzato la fase successiva all’aggiudicazione dell’appalto sui rifiuti alla De Vizia Transfer) ad alcuni legali “che operano fuori Gaeta”.

In sintesi: l’assessore all’ambiente Diego Santoro non si è visto in commissione e la segretaria Cinquanta ha fornito nelle sue pepate lettere al consigliere De Angelis un’altra soluzione per capire qualcosa sull’avvio del cantiere della De Vizia Transfer: coinvolgere il Rup, il responsabile unico del procedimento, l’ingegner Giandomenico Valente. “La commissione non ha fretta di capire le tante anomalie che si sono susseguite dopo l’aggiudicazione dell’appalto – ha commentato con un personale rammarico il consigliere De Angelis – Mi è dispiaciuto constatare il tono tutt’altro che collaborativo fornito nella sue lettere dalla segretaria Cinquanta. Ci avrebbe fatto piacere se avesse partecipato ai lavori della commissione non in qualità di segretaria generale ma come dirigente ad interim che firmò la determina per l’aggiudicazione dell’appalto e poi perché era stata chiamata in causa dalla successiva dirigente del settore, l’architetto Stefania Della Notte. Le avrei soltanto fornito un aggiornamento su quanto avvenuto nelle precedenti sedute della commissione (compresa l’assenza di un funzionario comunale incaricato di verbalizzare nell’incontro pomeridiano del 9 febbraio). E invece sono stato il destinatario di comunicazioni il cui tono che naturalmente non ho gradito. Vediamo…”

La querelle tecnico-amministrativa e giudiziaria del piazzale dell’ex stazione ferroviaria ha registrato il debutto in commissione Trasparenza del neo dirigente del Dipartimento urbanistica del Comune di Gaeta Pietro D’Orazio. Ha annunciato di aver bisogno del tempo, 20 giorni, per presentare una prima relazione sull’ipotesi di promuovere la proceduta finalizzata all’acquisizione del piazzale nel patrimonio immobiliare del comune ma ha bocciato questa ipotesi nel momento è ancora pendente un procedimento penale, per di più il processo di primo grado inizierà soltanto il prossimo 19 marzo davanti il Tribunale di Cassino.

A gettare benzina sul fuoco delle polemiche è stato il pugnace consigliere De Angelis stigmatizzando il doppiopesismo dell’amministrazione comunale di Gaeta sull’argomento. “Per la presunta lottizzazione abusiva dell’ex vetreria Avir è ancora pendente un processo penale davanti il Tribunale di Latina (la sentenza è attesa tra meno di un mese, ndr) – ha detto – La Giunta del sindaco Mitrano nel 2019 grazie ad una relazione trasmessa dal Comune di Gaeta al Consiglio di Stato (relativamente alla sua presunta falsità dovrà appurarlo un processo che inizierà a maggio davanti il Tribunale di Roma, ndr) nell’ambito del contenzioso promosso dagli ex privati dell’Avir ha permesso che lo storico e dismesso stabilimento industriale finisse nella disponibilità del comune. Non vedo perché non possa accadere la stessa cosa per il piazzale dell’ex stazione ferroviaria di cui la città ha davvero bisogno per migliorare la sua carente sosta e mobilità”.

Il futuro urbanistico dell’ex Avir e del piazzale dell’ex stazione è condizionato dalla stessa ipotesi di reato, la lottizzazione abusiva, ed il dirigente D’Orazio ha provato a difendere la sua tesi come la lottizzazione abusiva per l’ex Avir servisse per creare nuovi appartamenti. Al vetriolo la risposta di De Angelis: “Non dimentichiamoci che il piazzale della stazione – ha concluso De Angelis – ha subito una serie di frazionamenti da parte della Giunta Mitrano per permettere al consorzio industriale di vendere l’area ad un privato con il comune che è rimasto a guardare”.

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