FORMIA – La miglior difesa? E’ l’attacco. Sabato scorso è stato scritto presso gli uffici della Stazione dei Carabinieri di Formia un capitolo importante nell’inedita e grave querelle che il 1 febbraio scorso aveva visto un autorevole rappresentante della minoranza al comune di Formia, il capogruppo consiliare della lista Guardare Oltre Imma Arnone, ricevere una diffida legale dalla segretaria generale e responsabile dell’anticorruzione del Comune di Formia, Marina Saccoccia, di “astenersi dal rivolgere frasi, parole, giudizi e/o esternazioni di qualsiasi genere con valenza denigratoria, offensiva ed allusiva nonché espressione di gratuita manifestazione di sentimenti ostili, in quanto gravemente lesive dell’immagine personale e del profilo professionale della mia assistita. Con salvezza e senza pregiudizio di diritti ed azioni”.
La dottoressa Arnone non si è persa d’animo e, dopo un mese di riflessione e di raccolta di documenti, ha sottoscritto una denuncia penale che, destinata agli uffici della Procura della Repubblica di Cassino, è stata presentata ai Carabinieri della Stazione di Formia. Si tratta di un’iniziativa forte perché ad elaborare con piglio e zelo l’esposto è uno dei più attenti penalisti del comprensorio, l’avvocato Luca Scipione, che, insieme alla dottoressa Arnone , ha chiesto l’apertura di un’inchiesta non solo nei confronti della segretaria generale del comune di Formia ma anche ai danni del legale, l’avvocato frusinate Andrea Ranalli, che firmò la diffida – non si è mai verificato nella prestigiosa storia del comune di Formia che un rappresentante democraticamente eletto venisse diffidato da un segretario generale dell’ente – contro il capogruppo di “Guardare Oltre”. Le ipotesi di reato sono davvero pesanti: tentata violenza privata aggravata e violenza o minaccia ad un corpo politico, amministrativo o giudiziario o ai suoi singoli componenti.
La dottoressa Arnone finì nel mirino della segretaria – sul piano politico lo è da mesi da parte dei vertici dell’amministrazione di centro destra – per un post pubblicato alle ore 18.55 del 17 gennaio scorso: “E’ veramente disdicevole che un Sindaco, parlando per sé e per la sua Amministrazione (consiglieri di maggioranza e assessori), usi il sito istituzionale del Comune di Formia per discreditare l’operato di un Dirigente dell’ente e difendere la Segretaria generale, che ha tutta la responsabilità, sulla questione ‘casette’ e sul loro flop”. Insomma il capogruppo Arnone aveva stigmatizzato l’insuccesso delle installazioni delle “Casette” Natalizie in occasione delle festività di fine anno. Ci furono palesi ritardi per la pubblicazione dell’avviso pubblico per la scelta degli assegnatari. Sarebbe dovuto essere un onere – secondo la versione del sindaco Gianluca Taddeo – della dirigente del settore Cultura in base al contenuto di una delibera di Giunta di inizio dicembre che offriva gli indirizzi gestionali per l’espletamento delle procedure pubbliche.
Il capogruppo Arnone aveva censurato questa caotica situazione gestionale all’interno del comune di Formia tant’è che il l’avviso pubblico fu pubblicato il 15 dicembre che, dopo quattro giorni, avrebbe dovuto conoscere gli assegnatari. Le Casette furono aperte solo l’antivigilia di Natale e non tutte e 29 quelle disponibili furono assegnate perché la partecipazione fa davvero mediocre anche se poi il Comune per il loro noleggio e installazione ha dovuto affrontare una spesa di 44mila euro. Il capogruppo Arnone e l’avvocato Luca Scipione hanno chiesto nell’esposto di perseguire anche il legale della segretaria Saccoccia perché, a loro dire, nella sua diffida legale avrebbe detto il falso nel momento in cui scriveva testualmente la dottoressa Saccoccia “non è titolare di potere gestionale né in merito ad asserite “casette” né a eventuali “flop”, né in merito ad altro. L’operato della assistita si esprime attraverso gli atti che redige”.
L’avvocato Luca Scipione, lo stesso che sta assistendo davanti il giudice del lavoro del Tribunale di Cassino l’ex comandante della Polizia Locale Rosanna Picano contro il suo dimensionamento deliberato dalla Giunta Taddeo, afferma il contrario nell’esposto depositato ai Carabinieri: l’avviso pubblico per l’assegnazione delle Casette fu firmato dalla segretaria Saccoccia perché dirigente ad interim lo scorso dicembre del Suap, lo sportello unico per le attività produttive. Altro che…
Nella querela presentata ai Carabinieri l’avvocato Scipione ipotizza nei confronti del collega Ranalli di Frosinone l’ipotesi di reato della tentata violenza privata nel momento in cui il legale della segretaria Saccoccia scrive testualmente che l’affermazione della consigliera Arnone ha evidenziato “una particolare gravità e lesività risultando del tutto generica, vaga ed indeterminata, non riferita né ad atti né a fatti concreti, completamente priva di riferimento a qualsiasi elemento idoneo a far configurare ‘responsabilità’ in capo alla ‘Segretaria generale’. Pertanto la dichiarazione …difendere la Segretaria generale, che ha tutta la responsabilità, sulla questione ‘casette sul loro flop’ assume una palese portata esclusivamente diffamatoria, insinuante e decettiva, nonché priva dei caratteri della continenza e tale da integrare gli estremi del reato di diffamazione a mezzo stampa. Inoltre, la valenza esclusivamente denigratoria del Suo post completamente non circostanziato, generico e allusivo, è ulteriormente rafforzata dalla circostanza che esso sia stato pubblicato nonostante vi fosse già stato un intervento sulla stampa da parte del Sindaco il quale, invece, citando in modo circostanziato delibere e, dunque, atti pubblici del Comune di Formia e conoscendo lo stato dei fatti e degli atti – aveva già ristabilito completezza e correttezza di informazioni”.
Il capogruppo Arnone ha sempre sostenuto come il tenore del comunicato del sindaco Taddeo abbia avuto un carattere difensivo nei confronti della Segretaria con l’intento di silenziare le minoranze. Secondo l’avvocato Ranalli le dichiarazioni del Sindaco sarebbero state sufficienti per definire l’intera controversia ed escludere la segretaria comunale da eventuali responsabilità. E invece – a suo dire – la dottoressa Arnone avrebbe diabolicamente perseverato. Come? Pubblicando un altro post sui social, alle 19.55 del 22 gennaio scorso, in cui il capogruppo di Guardare Oltre aveva attribuito alla segretaria presunte “insufficienze che, nascoste dal Sindaco, erano state dichiarate in modo generico e vago e non riferite ad alcun episodio o fatto concreto”.
Insomma la consigliera Arnone avrebbe esagerato – sempre secondo l’avvocato Ranalli – quando censurava il “tono sempre spettacolare del Sindaco che lo usa strumentalmente, ogni qual volta ci sono questioni importanti in ballo, come quando attacca un Dirigente, per nascondere le insufficienze della Segretaria Generale, oppure per spostare l’attenzione da circostanze come quella dell’incompatibilità della consigliera comunale di maggioranza di Forza Italia Tania Forte…”
All’indomani della notifica della diffida legale partita da Frosinone il capogruppo Arnone, oltre a ricevere la solidarietà di diversi rappresentanti della minoranza (“Confermo della maggioranza – disse – non mi ha chiamato nessuno prendendone atto”) – aveva definito l’atto prodotto dalla segretaria comunale (attraverso il suo legale) un ‘brutto segnale’ che manifesta una “palese intolleranza alla critica”.
Ora queste riserve la dottoressa Arnone le ha confermate in una breve nota in cui annuncia anche di aver interessato questa “brutta e grave storia” il Prefetto di Latina Maurizio Falco. Ma confida molto nell’intervento della Procura di Cassino: “L’ho fatto per salvaguardare le mie prerogative e funzioni istituzionali e politiche di consigliere comunale da me ritenute lese dalla diffida ricevuta – ha commentato concludendo – Preciso, al riguardo, di aver ritenuto di tutelare la funzione di consigliere comunale da me ricoperta con la proposizione della denuncia e di restare in attesa delle determinazioni che l’autorità giudiziaria verrà ad assumere”.