SPERLONGA – Un post sui social e scoppia la polemica: l’hotel “Grotta di Tiberio” di Sperlonga ha annunciato che “le prenotazioni sono aperte dal 28 marzo per la prossima stagione turistica“. Il post – arricchito da altre accattivanti – Concedetevi il lusso di un’esperienza indimenticabile dove relax ed eleganza si incontrano. Prenota ora per assicurarti un soggiorno straordinario- ha fatto rumore perché l’albergo dal 5 febbraio scorso ha riacceso una ventennale controversia: una sentenza del Consiglio di Stato ha definito la struttura, realizzata a ridosso dell’area archeologica e tra il mare di levante e la strada regionale Flacca, completamente abusiva offrendo al comune una duplice opzione da perseguire in trenta giorni: l’emissione di una nuova ordinanza di demolizione o l’avvio della procedura di acquisizione al patrimonio immobiliare dell’ente.
Il post pubblicato sui social ha creato sorpresa anche nel collegio difensivo della proprietà dell’albergo, storicamente nella disponibilità
Il comune di Sperlonga intanto rimane alla finestra e, dopo aver sostituito alla ripartizione urbanistica l’ingegnere D’Orazio (accasatosi al comune di Gaeta dopo aver vinto una selezione fiduciaria indetta dal sindaco Cristian Leccese) con la responsabile degli Affari generali Vittoria Maggiarra, non può fare diversamente. Anche se nei giorni scorsi l’avvocato Francesco Di Ciollo, per conto di due privati confinanti l’hotel Grotta di Tiberio, Carmine Tursi ed Anna Miele, ha inviato una lettera alla Prefettura, alla Procura e al comune di Sperlonga di dare attuazione, ciascuno per la propria competenza, alla sentenza del Consiglio di Stato: l’acquisizione o la demolizione dell’albergo dichiarato “completamente abusivo”. Lo stesso avvocato Di Ciollo non aveva escluso la riapertura dell’albergo in vista della stagione turistica chiamando in causa la collega dirigente Maggiarra: “Dovrebbe emettere il provvedimento di mancata ottemperanza all’ingiunzione di demolizione ormai irrevocabile ma anche revoca tutti i titoli commerciali e disporre la chiusura dell’attività commerciale. Il Comune non provvederà? – si è interrogato l’avvocato Di Ciollo – Poiché è complicata la nomina di un commissario ad acta da parte del Prefetto di Latina per il rispetto della sentenza del Consiglio di Stato, potrebbe essere la stessa Procura a vigilare sull’esecuzione dell’ordine di demolizione disposta dalla magistratura amministrativa”.
Intanto il post della proprietà dell’hotel Grotta di Tiberio è stato accompagnato da altro veleno sui social: “Si tratta di uno sberleffo alla magistratura, alle istituzioni e ai cittadini. Come se nulla fosse successo nonostante la sentenza irrevocabile del Consiglio di Stato. Chiediamo alle autorità competenti se in questo paese sia ancora valido il principio fondativo dello stato di diritto, secondo il quale la legge è uguale per tutti”.