LATINA – Migliorare i rapporti tra i consumatori e l’assetto industriale di Acqualatina che sinora, rispetto alle aspettative, non sono stati dei migliori. E’ l’auspicio contenuto che l’Otuc, l’organismo che raggruppa le più importanti associazioni dei consumatori della provincia pontina, aveva scritto ed inviato un mese fa all’amministratore delegato di Italgas. E’ una lettera importante perché la società leader in Italia nella distribuzione del gas, controllata da Cassa Depositi e Prestiti e dunque dal Tesoro, è diventata negli ultimi mesi con il 49% delle quote il nuovo socio privato di minoranza dell’ente gestore al posto della multinazionale francese Veolia e dunque, di Idrolatina.
A firmare la lettera era stato l’apprezzato presidente dell’Otuc, il professor Antonio Villano. Non ha avuto peli sulla lingua per evidenziare come “negli ultimi anni ci sia stata un’involuzione nei rapporti tra i consumatori e la compagine aziendale di Acqualatina. La situazione venutasi a creare – ha aggiunto il presidente Villano – sta provocando ricadute svantaggiose e negative sull’utenza del servizio idrico integrato”.
Se la lettera si chiudeva con la richiesta di un appuntamento diretto “per tornare ad un più corretto rapporto interistituzionale”, le aspettative dell’Otuc sono state “al momento ridimensionate perché – ha sapere il professor Villano – dal destinatario o, comunque, da Italgas, non è pervenuto alcun tipo di segnale in tal senso. La Presidenza , che non ha potuto che rappresentare il proprio rammarico, ora lascerebbe spazio finanche a potenziali maggiori criticità nei rapporti con il nuovo socio privato di Acqualatina. L’ente gestore – ha rimarcato il presidente dell’Otuc – è la società che gestirà per altri 9 anni tutto ciò che riguarda un bene essenziale come l’acqua, i cui soci pubblici sono i 38 Comuni che costituiscono il territorio dell’ATO4 Lazio meridionale – ha concluso il presidente Villano – E’ quantomai necessario richiamare la sua attenzione affinché non si debba assistere persino ad ulteriori aumenti dei costi se non a veri e propri salassi a carico dell’utenza, oltre a quelli sino ad ora approvati dalle varie conferenze dei sindaci”.