GAETA – Quali concrete prospettive di sviluppo per il porto commerciale di Gaeta? E’ stata commentata con un mix di invidia e di rammarico la decisione del Ministero delle infrastrutture e dell’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno centro settentrionale di autorizzare 37 nuove assunzioni alla Compagnia Portuale Civitavecchia. “I dati di traffico del 2023 confermano – aveva dichiarato il Presidente dell’Adsp Pino Musolino – come il porto di Civitavecchia stia godendo di un buono stato di salute grazie a segni positivi nel comparto delle crociere, nel ro/ro pax e nell’automotive, sono ulteriormente certificati dall’autorizzazione che è stata concessa alla Compagnia Portuale di Civitavecchia per l’assunzione di 37 nuove unità”.
Se il principale porto dell’ex Autorità portuale del Lazio , “nonostante diverse congiunture economiche e sociali internazionali negative che hanno creato un clima di grande instabilità e di incertezza, si è fatto trovare comunque pronto crescendo nei traffici e, nel contempo, ha generato nuovi posti di lavoro, nessun riferimento è stato fatto nuovamente sulle possibili nuove prospettive di crescita del porto di Gaeta che, dopo Civitavecchia, è il secondo hub nelle gerarchie dell’Adsp. Se la politica di Gaeta continua ad essere indifferente sull’immobilismo e sull’incertezza gestionale del “Salvo D’Acquisto”, il consigliere regionale di Fratelli d’Italia e presidente della commissione sviluppo economico nell’assemblea della Pisana Enrico Tiero ha deciso di gettare un sasso nello stagno dell’indifferenza che condiziona da mesi il futuro del porto commerciale di Gaeta.
Ha presentato una mozione in Consiglio regionale con la quale ha chiesto alla giunta Rocca di impegnarsi nel potenziamento “di un porto strategico per il nostro territorio”. In particolare l’esponente di Fdi ha chiesto che la Regione promuova presso il Governo e il Ministro delle Infrastrutture un’iniziativa legislativa di modifica della legge istitutiva delle ex Autorità portuali, la numero 84/1994, finalizzata ad assicurare la rappresentanza delle Amministrazioni Locali (e dunque in primis del comune di Gaeta, ndr) in seno al Comitato di Gestione delle Autorità di Sistema Portuale.
Dovrebbe essere una deroga per quelle località i cui porti hanno fatto registrare nell’ultimo triennio un traffico commerciale superiore a un milione di tonnellate merci, “come nel caso di Fiumicino e Gaeta”. Allo stesso modo il consigliere regionale Tiero ha fatto sapere di rivendicare “la necessità di far approvare un provvedimento che vincoli l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Tirreno centro-settentrionale a investire nei porti di Fiumicino e Gaeta risorse finanziarie almeno pari alle entrate che hanno origine nei rispettivi scali. Ritengo prioritario vincolare – ha aggiunto Tiero – l’erogazione dei fondi che la legge di stabilità regionale 2024 destina in favore dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Tirreno centro-settentrionale (1,24 milioni per il 2024, 750mila per il 2025 e 500mila per il 2026) ad una equa e paritaria ripartizione delle risorse tra i porti di Civitavecchia Fiumicino e Gaeta. C’è infine l’urgenza di un ripristino della dotazione organica a quella prevista nel 2003 con l’ampliamento della circoscrizione territoriale al porto di Gaeta”.
Tiero, a fronte delle rivendicazioni provenienti da Gaeta, ha inviato ben due lettere al Ministero per le Infrastrutture ed i Trasporti, per sollecitare un intervento in ordine ad alcune richieste sollevate dal consigliere comunale delegato ai rapporti con l’Autorità del sistema portuale, l’ex sindaco di Forza Italia Massimo Magliozzi. L’ex Autorità portuale -come da protocollo sottoscritto nel 2003 con la Regione Lazio – si era impegnata ad effettuare nel porto di Gaeta gli investimenti funzionali allo sviluppo dello scalo. Tiero ha sapere di aver condiviso le preoccupazioni e riserve sollevate dai consiglieri Massimo Magliozzi e Marco Di Vasta (quest’ultimo capogruppo della lista “Gaeta Tricolore” e portavoce cittadino degli stessi Fratelli d’Italia), in ordine all’effettiva destinazione dei finanziamenti per il porto di Gaeta e le sue infrastrutture “senza i quali ci sarebbero forti penalizzazioni all’implementazione e allo sviluppo dei traffici marittimi dello scalo portuale gaetano e del suo hinterland”.
Lo stesso Tiero rivela come di fronte a queste richieste “non ho ricevuto alcun tipo di risposte. Ho constatato soltanto quindi il completo immobilismo e disinteresse da parte dell’attuale vertice dell’Autorità Portuale e la mancanza di qualsiasi progettualità e progettazione, come ammesso dallo stesso Presidente Pino Musolino in audizione lo scorso luglio presso il Consiglio Comunale di Gaeta. Il Porto di Gaeta è stato escluso da qualsiasi finanziamento dei 200 miliardi di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza destinati all’Italia, con gravissimo danno e pregiudizio per l’economia locale e lo sviluppo e la crescita economica e occupazionale del territorio e dell’intero basso Lazio e, dunque, delle Province di Latina e Frosinone. Per loro il porto di Gaeta è il il naturale sbocco e un enorme potenziale di crescita e sviluppo. Per queste ragioni ho chiesto all’amministrazione regionale di farsi promotrice di una svolta politica, garantendo strumenti e risorse a favore dello sviluppo di questo importante porto del Lazio”.
Purtroppo negli ultimi anni il comune di Gaeta si è accontentato di far parte dell’Autorità portuale del Lazio per ricevere i finanziamenti necessari per sistemare tratti di marciapiede lungo il suo water front dall’area portuale al quartiere di Gaeta S.Erasmo e per la piantumazione di qualche ciclamino. Quando invece i vicini scali di Napoli e di Salerno sono da anni saturi e le imprese costrette alla fuga non sanno dove operare.