Cronaca

Formia / Truffa fondi Pnrr, sorpreso e sospeso 68enne imprenditore edile

FORMIA – Promette importanti sviluppi l’inchiesta del gruppo di Formia della Guardia di Finanza che ha eseguito una serie di provvedimenti cautelari che, richiesti dal Sostituto Procuratore Eugenio Rubolino ed emessi dal Gip del Tribunale di Cassino Salvatore Lo Mastro, hanno riguardato soprattutto G.P., l’amministratore di 68 anni di una notissima impresa edile di Formia da anni impegnata a svolgere interventi di pubblica utilità per conto dell’amministrazione comunale, di altri enti locali del comprensorio e di società pubblico privato aventi una giurisdizione provinciale. L’uomo, su decisione del Gip Lo Mastro, ha ricevuto il provvedimento di sospensione dall’incarico di amministratore unico della società (sarà in vigore sino alla sentenza di primo grado) alla quale gli agenti delle Fiamme Gialle hanno sequestrato somme per un valore di 610mila euro.

L’indagine, che si trova in una fase embrionale, aveva preso lo spunto da un monitoraggio che il gruppo di Formia della Finanza aveva avviato sul conto di imprese beneficiarie dei cospicui finanziamenti che, previsti dal capitolo “Formazione 4.0” del Piano nazionale di ripresa e resilienza, avrebbero dovuto migliorare, affinare le competenze e le professionalità nel settore edile dei dipendenti di questa impresa. E invece gli accertamenti hanno smascherato dell’altro nel senso che, grazie alla complicità di otto tra revisori contabili, ingegneri e società di consulenza, tutti indagati a piede libero insieme all’imprenditore 68enne di Formia (difeso dall’avvocato Pasquale Cardillo Cupo), era stato allestito un complesso meccanismo di frode basato sulla creazione ad hoc di crediti d’imposta inesistenti e la successiva compensazione illecita di bonus statali in occasione del versamento delle imposte dovute.

Secondo le risultanze investigative della Guardia di Finanza, condivise prima dalla Procura e poi dal Tribunale di Cassino, questo illecito stratagemma avrebbe procurato un ingente danno all’erario. Sono durati mesi gli accertamenti da parte degli agenti del nucleo di polizia economica che, agli ordini del Colonnello Luigi Galluccio, hanno appurato come l’impresa di provata affidabilità da parte di tanti enti pubblici abbia azzerato quasi del tutto il proprio debito tributario e contributivo, ricorrendo dal 2019 al 2022 all’istituto della compensazione, previsto dall’art.icolo 17 del decreto legislativo 241/1997, di crediti d’imposta ritenuti inesistenti, sia relativi ai bonus per l’inesistente svolgimento di attività di ricerca e sviluppo, che per la formazione (anche questa svolta solo in teoria e mai concretamente) del personale dipendente prevista dal “Piano Nazionale Industria 4.0”. Gli approfondimenti svolti dagli investigatori formiani hanno evidenziato – come detto – come diversi dipendenti della nota impresa edile non abbiano mai effettuato alcuna attività formativa, non risultando realmente effettuati i corsi posti alla base della richiesta di compensazione di crediti d’imposta.

Insomma sarebbe stato compiuto un autentico raggiro ai danni dello Stato che, nonostante non venissero svolte le prestazioni previste da questo specifico fondo del Pnrr, continuava a pagare consentendo alla società di G.P. di rimuovere un significativo debito previdenziale. Le indagini svolte dai Finanzieri hanno infatti rivelato la mancata esecuzione delle attività di ricerca e sviluppo, presupposto per beneficiare dei crediti d’imposta di cui alla legge numeri 190 del 2014. L’ammontare dei crediti d’imposta del tutto inesistenti, compensati in sede versamento tramite il modello F24, è risultato essere pari a 550.687 euro, condotta per la quale è stato ipotizzato il reato dell’indebita compensazione che previsto, dall’articolo 10 del decreto legislativo numero 74/2000, ha inglobato di fatto l’ipotesi accusatoria della più tradizionale truffa.

Le indagini sono state lunghe e laboriose e si sono concretizzate con l’acquisizione di prove testimoniali, mirate perquisizioni personali, locali e telematiche, e quelli che la stessa Finanza ha definito “riscontri dinamici sul territorio”. Con una brillante inevitabile conclusione: quella prodotta dall’impresa formiana era diventata una fittizia documentazione contabile e fiscale con il chiaro intento di creare un set informativo utile ad ostacolare eventuali attività di accertamento da parte dello stesso fisco. Secondo la Guardia di Finanza G.P. non poteva assolvere da solo a questa sofisticatissima condotta e in quet’ottima ha chiesto ed ottenuto il coinvolgimento di una parallela “task force” di colletti bianchi di cui avrebbero fatto parte – come detto – otto tra commercialisti operanti a Formia, tecnici ingegneri e collaudate società di consulenza. Il loro compito era quello di elaborare e predisporre attestati e certificazioni risultati falsi ed inattendibili, riuscendo ad allestire un impianto documentale attestante l’esecuzione delle attività che, previste dal Pnrr, hanno originato i crediti d’imposta inesistenti.

I guai per l’impresa formiana non sono terminati qui: gli inquirenti delle Fiamme Gialle hanno rivenuto fatture ritenute relative ad operazioni oggettivamente inesistenti utilizzate in dichiarazione dalla stessa società edile per evadere le imposte sui redditi e l’IVA per un ammontare pari a 58.301 euro. Sulla scorta di queste considerazioni il Gip Lo Mastro ha emesso il sequestro preventivo che, previsto dal decreto legislativo numero 74/2000, è finalizzato alla confisca, anche per equivalente, del denaro o di altri beni fungibili, pari all’ammontare delle imposte evase, corrispondente a circa 610.000 euro (costituiti da denaro, titoli e beni nella disponibilità della società) e ad applicare la misura interdittiva di un anno nei confronti dell’imprenditore 68enne rappresentante legale di una società protagonista di una frode e destinataria illegalmente di cospicui fondi pubblici

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