SANTI COSMA E DAMIANO – Protagonisti nel 2010 del coraggioso e riuscito tentativo, grazie all’innovativa esperienza associativa e lavorativa avviata grazie alla nascente cooperativa “Mancoop”, di garantire (sino all’emergenza pandemica) la sopravvivenza imprenditoriale dell’ex stabilimento Evotape di Santi Cosma e Damiano, i 22 ex lavoratori del sito produttivo di via Porto Galeo continueranno ad avere un futuro occupazionale. Lo ha annunciato l’ormai ex presidente della “Mancoop” Vincenzo Mercuri. L’ha fatto il diretto interessato a sei mesi dall’esito positivo – dopo sei rilanci andati a vuoto – dell’asta fallimentare che, indetta dall’ex curatore dell’Evotape, l’avvocato Vincenzo Manciocchi, si era conclusa con l’acquisto (per un importo di un milione e 660mila euro), dell’ex sito industriale, un tempo leader in Italia per la produzione di materiali adesivi, da parte un consorzio di sette tra imprendi-tori e artigiani di Minturno, Castelforte e Santi Cosma e Damiano.
Si tratta del “Cli” – Consorzio liberi imprenditori – che, grazie al fondamentale sostegno di Unindustria di Latina e alla mediazione dell’avvocato Salvatore Coletta, ha raggiunto l’accordo con la “Mancoop” per l’assunzione a tempo indeterminato di 17 ex lavoratori attraverso un’importante società di vigilanza di San Giorgio a Liri. I rimanenti cinque ex operai, prossimi alla pensione, sono stati nel frattempo assorbiti da alcune delle sette attività artigianali ed imprenditoriali che, dando vita al Consorzio “Cli” (il presidente è l’imprenditore castelfortese Federico Orlandi), permetteranno di dare un futuro ad un agglomerato che ha incarnato negli anni settanta ed ottanta il sogno industriale del sud pontino.
Annunciando la risoluzione positiva di questa delicata controversia sindacale ed economica, l’ormai ex presidente della “Mancoop” Vincenzo Mercuri ha dovuto effettuare un comprensibile sforzo a trattenere le lacrime e a nascondere la commozione per quello che doveva e non è stato.
Se i neo-acquirenti sino allo scorso settembre della struttura di via Porto Galeo erano gli inquilini, ora la situazione si è capovolta. I 22 ex soci della cooperativa “Mancoop” sono passati dall’altra parte della barricata con la consapevolezza di “avere la coscienza a posto – dice il presidente Mercuri – Siamo stati davvero temerari nel 2010 quando, arrivata la sentenza di fallimento dell’ex Evotape, siamo diventati imprenditori di noi stessi. Costituimmo la Mancoop che diventò ben presto, grazie a voi giornalisti, un modello ed un esempio da imitare in tutta Italia. Abbiamo gestito, migliorato e garantito la sopravvivenza dell’ex stabilimento per conto del curatore fallimentare del Tribunale di Latina l’avvocato Vin-cenzo Manciocchi. Abbiamo rinunciato nel corso del tempo ad una parte dei nostri stipendi per riqualificare e mettere in sicurezza la fabbrica che non era la nostra ma l’abbiamo trattata come tale. Abbiamo investito due milioni e mezzo di euro ma col senno dei poi – la voce di Mercuri diventa tremolante – è stato purtroppo inutile. La situazione produttiva ed occupazionale è stata delle migliori sino al 2020, anno in cui è scoppiata l’emergenza Covid. Dal quel momento le commesse si sono improvvisamente bloccate e con loro a risentirne sono stati anche i bilanci della cooperativa. E poiché piove sempre sul bagnato – tiene a sottolineare Mercuri nell’intervista video – a fare il resto è stato il caro energia seguito alla conclusione della pandemia”.
All’esito dell’asta fallimentare indetta dall’avvocato Manciocchi i lavoratori e soci della Mancoop chiesero “garanzie certe, chiare e trasparenti” sul loro futuro occupazionale ai nuovi proprietari. Le parti furono inizialmente lontane a trovare un accordo e ad essere preoccupati furono esclusivamente gli lavoratori ex Mancoop che investirono – come detto – a loro spese due milioni e mezzo per la riqualificazione ambientale del sito produttivo.
“Partecipare all’asta? – risponde interrogandosi Mercuri – No, no…nessun rammarico. Sapevano che non avevano i titoli per farlo. Siamo contenti che l’hanno fatto i nostri ex inquilini che, considerati bravi e apprezzati operatori in ciascun dei settori produttivi impegnati, hanno ora l’onere e l’onore di mantenere in piede questo sogno industriale in questo comprensorio. Sono convinto che vinceranno la loro sfida e noi in questo nostro ruolo di addetti alla vigilanza e alla sicurezza gli staremo vicini”.
Nella parte conclusiva dell’intervista il presidente Vincenzo Mercuri ha stigmatizzato il silenzio calato sulla loro controversia da parte della politica: “L’avevamo messo in conto che, dopo i fasti iniziali della Mancoop, saremmo rimasti soli. Anche se ci sono state le dovute eccezioni alle quali va il nostro ringraziamento”. A tentare di trovare un accordo tra la nuova e la vecchia proprietà dell’ex sito industriale di via Porto Galeo era stato il 12 ottobre scorso nel corso di un’assemblea con i lavoratori il neo consigliere regionale di Fratelli d’Italia e presidente della commissione sviluppo economico alla Pisana Enrico Tiero che, a differenza di diversi esponenti politici locali, non rivolge mai lo sguardo altrove affrontendo i problemi del territorio. E se la controversia tra l’ex Mancoop, ormai prossima a chiudere i battenti, ed il consorzio “Cli” ha conosciuto un esito positivo il merito è stato della mediazione garantita nel corso di questi sei mesi dal presidente di Unindustria di Latina Pierpaolo Pontecorvo che, in qualità di consulente industriale, ha incontrato a più riprese una delegazione dei nuovi acquirenti con il proposito, poi centrato, di trovare un accordo finalizzato a definire una necessaria e realizzabile coesistenza tra le parti.
“Pierpaolo ci è sempre stato vicini anche quando nessuno scommetteva un euro per la salvaguardia dei precedenti livelli occupazionali. Con la sua esperienza e bravura ha fatto prevalere il buonsenso, a conferma – ha concluso Mercuri – che anche lungo la riva sinistra del Garigliano, nonostante tutto, si può fare ancora onestamente impresa”.
INTERVISTA video Vincenzo Mercuri, presidente cooperativa “Mancoop”