SUD PONTINO – Continua la ‘crociata’ del Centro servizi ambientali di Castelforte contro la “Futuro Rifiut zero”. Il Tar del Lazio-sezione di Latina è stata chiamata a pronuncirsi sulla legittimità della determina dirigenziale, la numero 7/2024, del gennaio scorso con cui l’amministratore unico della “Frz” ha prorogato per 11 mesi, dal 1 febbraio al 31 dicembre prossimo, l’incarico di smaltire i rifiuti indifferenziati prodotti dai Comuni di Formia e Ventotene presso l’impianto della Saf di Colfelice. La discussione è stata lunga ed articolata e i giudici amministrativi si sono riservati la decisione se accogliere o meno la richiesta presentata per conto dell’azienda castelfortese dall’avvocato Gianluca Sasso.
La “Frz” lo scorso gennaio aveva adottato una vera e propria determina dirigenziale con cui, formalizzando un impegno economico di un milione e 200 mila euro, più Iva., aveva prorogato alla società interamente pubblica della provincia di Frosinone l’incarico di trattare e smaltire gli indifferenziato dopo la mini proroga di un mese concessa il 29 dicembre scorso. Questa, in effetti, fu la prima proroga rispetta all’incarico-madre della scorsa primavera quando Rizzo, a pochi mesi dalla sua nomina da parte dell’assemblea dei soci della “Futuro Rifiuti zero”, interruppe in maniera unilaterale il contratto con il Centro servizi ambientale di Castelforte. Secondo lo stesso manager della Frz fu la stessa Saf, titolare di un idoneo impianto di trattamento meccanico biologico, a rendere” nota la propria disponibilità al rinnovo del contratto alle medesime condizioni tecnico-economiche” sottoscritte il 22 maggio 2023 e, più precisamente, a 207,66 euro per tonnellata di rifiuti trasportati, oltre Iva ma comprensivo di ecotassa a e benefit.
Perché la Saf e non un altro impianto? A rispondere a questo interrogativo fu ancora lo stesso Rizzo anticipando l’ossatura della memoria difensiva della Frz nel nuovo contenzioso davanti il Tar del Lazio: “L’esito del primo ricorso promosso dal Csa davanti il Tar contro l’affidamento deciso dalla “Futuro Rifiuti zero” a favore della Saf ha confermato, di fatto, la correttezza della mia scelta effettuata nel maggio 2023 nel rispetto della vigente normativa, non ultima quella in materia ambientale. Il Csa, essendo dotato di un mero impianto a trattamento meccanico (e non biologico) non è idoneo e non è autorizzato – sottolineò Rizzo – a ricevere la tipologia di rifiuti EER 20.03.01 prodotto dai comuni di Formia e Ventotene. E’ vero, l’unico impianto per il trattamento biologico dei rifiuti indifferenziato nell’Ato di Latina è quello Tmb della Rida di Aprilia ma la struttura della Saf risulta essere quella più vicina e consente, tral’altro, di non apportar modifiche all’organizzazione aziendale e garantisce la continuità del servizio sinora effettuato”.
In attesa del pronunciamento del Tar, il Csa continua a non abbassare la guardia nei confronti del managemt del dottor Rizzo. Ha impugnato davanti il Consiglio di Stato la sentenza del Tar che aveva legittimato l’operato del vertice aziendale della Frz e la discussione del ricorso è stato calendarizzato per il prossimo 13 giugno.