LATINA – Che ci sia necessità di innovare e managerializzare la gestione dei servizi sociali in provincia di Latina, ormai (e finalmente) sono tutti d’accordo. Ad esserlo sono stati diversi sindaci che hanno raccolto e condiviso l’appello del primo cittadino di Minturno che, in qualità di presidente dell’amministrazione Provinciale, Gerardo Stefanelli, che aveva chiesto di innovare l’attività – mettendo in evidenza le tante ed uniche professionalità presenti – della rete dei servizi socio- sanitari e assistenziali presenti sul territorio. La vicenda, giudiziaria e ancorprima umana, del 17enne Giuseppe Maiolo, scomparso in seguito ad un incidente stradale quando all’ora della tragedia sarebbe dovuto essere a scuola a cui nessuna delle istituzione preposte ha pensato (a quanto pare) di iscrivere e far frequentare ha reso “emotivamente” più attuale il problema “che tutti noi amministratori locali conosciamo da molti anni”.
A dirlo e ad ammetterlo è il capogruppo della lista “Guardare Oltre” al comune di Formia, Imma Arnone, che , impegnata da anni a monitorare le tante divianze che attanagliano il pianeta giovani di Formia e del comprensorio, condivide i tanti spunti contenuti nella proposta shock fatta dal presidente Stefanelli.
“Uno strumento per affrontare tali delicate questioni è rappresentato dall’istituzione del Consorzio all’interno dei distretti socio- sanitari – osserva subito il capogruppo Arnone- Permetterebbero di affrontare in un’ottica comprensoriale omogenea problematiche che ,spesso, il singolo comune non è in grado di risolvere. Le proposte per istituire i Consorzi circolano, in bozza, da oltre cinque anni nei vari Comuni della Provincia di Latina e non è chiaro quali siano gli ostacoli che ne impediscono la realizzazione. Purtroppo il personale precario e insufficiente, compiti non ben definiti, formazione degli operatori assente stanno concorrendo, anche loro, in modo indiretto, a provocare le tragedie di cui stiamo parlando in questi giorni”.
Imma Arnone arriva a lamentare come nessun comune, tantomeno quello più importante del sud pontino, Formia, possieda “una mappa del rischio sociale” senza la quale “l’individuazione dei ragazzi problematici, ad esempio, è praticamente mpossibile da conoscere. I pochi interventi che si fanno sono ,in genere, quelli sollecitati dai Tribunali e nessuna iniziativa di carattere preventivo viene messa in campo, affidata per lo più alla buona volontà di singoli operatori e non alla esperienza di un servizio che funzioni in rete con la sanità, la scuola, il mondo associativo e il terzo settore in generale”. Per Imma Arnone gli amministratori devono sapere che “quando un ragazzo, tanto più se minorenne, viene affidato in tutela va trattato con lo stesso senso di responsabilità e partecipazione di un figlio proprio, e seguito in tutte le sue esperienze di vita. Ecco perché occorrono servizi ben organizzati, con operatori che siano poco burocratici e molto di più attori attivi di una complessa e articolata”. Sul piano politico il capogruppo di Guardare Oltre” coglie ora l’occasione per rinnovare la proposta al consiglio comunale di Formia di approvare “al più presto lo statuto del consorzio , elabori in tempi strettissimi il piano di azione cittadino e comprensoriale, partendo dalla ricerca di indici di bisogni e problematiche reali. Esiste un’epidemiologia del sociale , analoga a quella del sanitario, ma in realtà misconosciuta nei vari territori” – ha terminato Imma Arnone.