SUD PONTINO – Perché i comuni di Sperlonga e di Campodimele hanno deciso di evitare di sottoscrivere la nuova convenzione con cui diversi comuni del comprensorio – tra questi quelli di Fondi, Monte San Biagio e Lenola – hanno firmato la convenzione per la sopravvivenza dell’importantissimo ufficio del giudice di pace che ha sede presso il comando della Polizia Locale di Fondi? E’ l’interrogativo che campeggia a caratteri cubitali in una nota del direttivo del Partito Democratico di Sperlonga che non manca di tirare le orecchie ai sindaci Armando Cusani e Tommaso Grossi, assenti l’altro giorno alla firma della convenzione con cui gli atri tre colleghi sindaci hanno deciso invece di suddividere le spese di funzionamento di quello che viene considerato unanimemente e a ragione un importante presidio di legalità e di giustizia per “rispondere ai fabbisogni dei territori”.
Nell’ottobre scorso, non a caso, il Consiglio regionale del Lazio aveva approvato la proposta di legge numero 44 del 13 luglio 2023, concernente il “Contributo ai Comuni per le spese di funzionamento degli uffici del Giudice di Pace”. Lo stanziamento a favore dei circa 100 comuni che ospitano le sedi dei relativi tribunali, su impulso dell’ex sindaco di Gaeta e ora consigliere regionale di Forza Italia Cosimino Mitrano, era stato di 320mila euro per il biennio 2024-2025. Questi contributi, suddivisi per ciascuna annualità, dovranno essere ora erogati ai comuni, singoli o associati, che hanno richiesto e ottenuto il mantenimento della sede degli uffici del giudice di pace e, benché non sufficienti a soddisfare tutte le esigenze, costituiscono comunque un sostegno ai Comuni per mantenere in vita questi presìdi di giustizia.
I sindaci di Sperlonga e di Campodimele hanno deciso di non sottoscrivere la convenzione approntata dal comune di Fondi e firmata anche dai sindaci e rappresentanti dei comuni di Lenola e Monte San Biagio e la reprimenda dell’attivo e vigile circolo del Pd non è tardata ad arrivare. “Certamente non si è trattato di una distrazione e tanto meno di un’assenza dovuta ad altri impegni istituzionali, visto che entrambi i sindaci non hanno neanche provveduto a portare l’atto in sede consiliare per la discussione e approvazione preventiva – ha tuonato il direttivo Dem di Sperlonga – Non solo, ma sollecitati con una nota ufficiale a prendere una posizione definitiva in merito oppure a comunicare eventuali altre disposizioni, non hanno fornito alcuna risposta”.
“Di certo non stupisce che un’amministrazione come quella di Sperlonga, la cui azione è sistematicamente caratterizzata dalla non conformità ai principi di buon andamento ed imparzialità sanciti dall’articolo 97 della Costituzione, abbia scelto di non contribuire alla ripartizione delle spese necessarie per tenere in funzione un presidio di Giustizia e Legalità sul territorio, estremamente utile per i cittadini e per gli stessi operatori del diritto. Qualcuno, nelle stanze del Palazzo comunale, avrà pensato che i cittadini di Sperlonga da anni e anni si sono abituati a sopportare disagi di varia natura derivanti da decisioni amministrative illogiche e fantasiose, dunque, nella malaugurata ipotesi della chiusura dell’Ufficio del Giudice di Pace di Fondi, potranno anche affrontare di buon grado i disagi – termina una nota del Pd sperlongano – per dover raggiungere la sede del Giudice di Pace”.