FROSINONE – Condannato a 24 anni di reclusione con le attenuanti generiche quando la Procura della Repubblica di Frosinone ne aveva chiesto uno meno. Ha conosciuto questo epilogo giovedì il processo celebrato davanti la corte d’Assise del Tribunale di Frosinone per la morte di Romina De Cesare, la commessa di 36 anni di origini di molisane che venne uccisa la sera del 2 maggio 2002 nella loro abitazione nel centro storico di Frosinone alta da quello che era stato il suo fidanzato, il 38enne Pietro Ialongo. Il perito informatico, omicida reo confesso, anch’egli originario del Molise, è stato condannato a 24 anni di reclusione al termine di una camera di consiglio terminata con la lettura della sentenza da parte del giudice Francesca Proietti.
Furono 14 i fendenti che colpirono Romina, quello letale la raggiunse al cuore, al termine di una lite a sintetizzare un rapporto sentimentale – e l’hanno appurato le indagini della Squadra mobile del capuologo ciociaro – compromesso da tempo. Romina fu uccisa per gelosia nell’abitazione di via del Plebiscito in cui abitava con Ialongo nella parte alta di Frosinone, nei pressi della Prefettura. Lo ha evidenziato lo stesso dibattimento nel corso del quale sono emersi come Ialongo fosse capace di intendere e di volere al momento dell’aggressione mortale e la sua stessa pericolosità. Il cadavere della vittima fu rinvenuto, però, quasi per caso: avvenne alcuni minuti dopo il fermo di Ialongo che, allontanatasi in stato confusionale, venne bloccato e arrestato dai Carabinieri seminudo a Sabaudia dove pensava di togliersi la vita gettandosi in mare.
La famiglia di Romina si era costituita parte civile attraverso gli avvocati Danilo Leva e Fiore di Ciuccio che, in sede di requisitoria, avevano chiesto la condanna all’ergastolo alla luce del contenuto della perizia psichiatrica disposta dal Tribunale ed eseguita dal dottor Peppino Nicolucci. I legali difensori di Ialongo, gli avvocati Vincenzo Mercolino e Riccardo Di Vizio, che avevano chiesto al sostituto Procuratore Vittorio Misti di modificare il capo di imputazione sulle aggravanti come lo stalking, il rapporto di convivenza e la relazione affettiva. La difesa di Ialongo ha preannunciato ricorso in appello subito il deposito delle motivazioni della sentenza di condanna della Corte Ialongo che avverrà entro i prossimi 90 giorni.