GAETA – Tre “luoghi importanti e simbolici” di una scuola che già sette anni prima – eravamo nel 1854 – dell’Unità d’Italia era diventata un’eccellenza di Gaeta in tutto il mondo. Commozione ma anche un pizzico di soddisfazione sono stati i sentimenti che lunedì mattina hanno impreziosito la bella, semplice e partecipata cerimonia con cui l’istituto nautico “Giovanni Caboto”, dopo il nulla osta del comune e dell’Amministrazione provinciale, l’ente proprietario del plesso di piazza Trieste, ha deciso di personalizzare tre suoi ambienti. Sono stati intitolati a tre figure che, appunto simbolicamente, rappresentano l’intera comunità del “Caboto”: un indimenticato dirigente scolastico qual è stato il compianto professor Antonio Troisi, un apprezzato docente come il professor Francesco Trapani ed un generoso studente, il formiano Romeo Bondanese,ucciso la sera di Carnevale del 16 febbraio 2021. A loro sono state intitolate rispettivamente l’aula magna, il laboratorio di simulatore di navigazione e la palestra della scuola di Serapo.
Il momento protocollare di lunedì, cui hanno partecipato anche diversi ex studenti, docenti e dirigenti scolastici del “Caboto“, ha concluso l’iter di un procedimento iniziato dal collegio dei docenti il 2 settembre 2021 e poi proseguito il 20 settembre 2022. A fare il resto ci hanno pensato il Comune di Gaeta (grazie all’impulso garantito dalla neo assessora alla scuola Gianna Conte, presente alla cerimonia insieme al sindaco Cristian Leccese) e alla Provincia, rappresentata dal suo presidente Gerardo Stefanelli.
La prima intitolazione non poteva non riguardare l’ex preside del Nautico, il professor Troisi, che, originario di Santi Cosma e Damiano ma formiano d’adozione, “nei suoi quasi 50 anni di apprezzata dirigenza – ha spiegato l’apprezzata dirigente scolastica, Maria Rosa Valente nell’intervista video allegata– si è preoccupato di creare idee e percorsi che potessero guardare al futuro, senza tralasciare le radici del presente”. L’ha fatto partecipando a molte fasi di riforma dell’istruzione nautica messe in atto dal Ministero dell’Istruzione (Progetto Orione, Progetto Nautilus, Istituti Trasporti e Logistica). Il professor Troisi, nel suo percorso da Preside, ha introdotto dinamiche didattiche innovative, visioni antropologiche ed epistemologiche, oltre a nuove tecnologie, che sono diventate, successivamente, patrimonio dell’intero sistema scolastico. L’uomo Antonio Troisi è stato anzitutto educatore nel senso letterale del termine: aiutava i suoi studenti a tirare fuori il meglio di sé, attraverso il confronto continuo, severo, ma sempre rispettoso delle dinamiche di crescita dei suoi studenti.
Il Simulatore di Navigazione, appena rinnovato e implementato con tecnologie del tutto innovative (Cybersecurity, visione in 4k) da lunedì porta il nome del professor Francesco Trapani. Studente dell’Istituto negli anni ‘70, si era avviato alla carriera marittima fino a diventare Comandante di Lungo Corso su navi gasiere. Nel 1997 iniziò una serie di collaborazioni con l’Istituto fino ad entrare in ruolo nel 2007. Dal 2005 ha lavorato a stretto gomito proprio con il Preside Troisi e con altri docenti per impiantare il primo Simulatore di Navigazione dell’Istituto, curandone personalmente e supervisionandone il montaggio fino al settembre 2009. In quegli anni, a seguito degli esiti dell’Ispezione da parte dell’Agenzia Europea EMSA, lanciò il grido d’allarme per il rischio del sistema italiano di Istruzione Nautica di essere soggetto a Procedura di Infrazione perché carente di una serie di aspetti previsti dalle norme internazionali. Dalle sue intuizioni iniziò il processo che ha portati alla nascita di certificazione di tutti gli Istituti Trasporti e Logistica italiani e, successivamente al Sistema Quali.For.Ma. Sostanziale, poi, il suo contributo per la nascita e l’impianto dell’ITS “Fondazione Caboto”.
Al giovane Bartolomeo Bondanese, per tutti “Romeo”, è stata intitolata la palestra del Caboto, un luogo in cui ciascun studente mette in mostra la sua libertà e voglia di futuro. Per conto dei genitori di Romeo, Tina e Domenico, ha portato i ringraziamenti, lo zio, Salvatore Orsini che ha lanciato un monito: “Ogni ragazzo che guarda quella targa ed entra in quell’ambiente ricordi il senso di responsabilità che è chiamato a vivere e la caducità della vita umana”.
L’attiva dirigente scolastica Valente ha ricordato nel suo applaudito intervento d’accoglienza come l’Istituto sia stato il primo riferimento culturale non solo del territorio ma anche dell’intera regione per molto tempo. Ha ricordato la necessità “mantenere vivo il filo della memoria, oggi più che mai, dal momento che viviamo in una società veloce e consumistica, dove, tutto si dimentica velocemente. Come società e come scuola in particolare dobbiamo impegnarci, invece, affinché non si riduca il tutto solo ed esclusivamente al presente. Dobbiamo tener viva la consapevolezza del percorso che ci ha portato all’oggi e la capacità di coltivare il senso della continuità, in modo da comprendere il presente per saper costruire il futuro”.
L’assessore all’Istruzione della Regione Lazio, Pino Schiboni, ha ricordato come, sin da quando era assessore all’Istruzione della provincia di Latina, la scoperta delle peculiarità dell’Istituto gaetano abbia indotto a ritenerlo come un “fiore all’occhiello” dell’intera Provincia pontina. Ha sottolineato “come il riferimento alla storia dell’Istituto è anche riferimento alle tradizioni culturali di un territorio che ha le sue radici ben salde nella cultura del mare… un legame che, al contempo lo lancia verso una visione non locale ma nazionale ed internazionale”.
Il Presidente della Provincia di Latina, Gerardo Stefanelli, ha espresso la sua ammirazione per l’iniziativa dell’Istituto che a metà maggio festeggerà i suoi primi 170 anni di attività: “Credo che non ci sia modo migliore per farlo se non attraverso il racconto e il ricordo delle vite di figure cruciali nel tessuto … della scuola: un dirigente, un docente e uno studente. Tre figure diverse che rappresentano però il grande valore … che questo centro di formazione rappresenta nella vita dei tanti studenti che qui si sono preparati ad affrontare il futuro”.
Ha poi centrato il motivo del “fare memoria” come via per ricostruire un approccio più vero con il presente da parte delle nuove generazioni: “Viviamo in una società liquida, che rincorre in modo ossessivo l’istante e ha sempre più bisogno di un filo che unisca … per alimentare il legame profondo con la nostra identità e fornire ai giovani dei valori profondi su cui fondare la propria personalità. … Ecco perché, iniziative come queste servono a custodire e valorizzare le vite di chi ha vissuto con dedizione e passione il proprio compito di educatore, accompagnando molti giovani nella formazione, e ancora di più, di chi morto prematuramente, come Romeo, può essere un monito a difendere la sacralità della vita.”
“Emozionato ed orgoglioso” della realtà rappresentata dall’istituto “Caboto” si è dichiarato il Sindaco di Gaeta Cristian Leccese. Ha sottolineato la peculiarità e la varietà della formazione erogata specificando come da sempre “i grandi progetti, i grandi obiettivi, non si realizzano da se ma con le gambe delle persone… camminano nella testa, nelle gambe e nel cuore di uomini e donne che non fanno solo il loro lavoro ma mettono del proprio… vedere una Scuola viva, non solamente in quanto fa scuola … ma viva nelle azioni, nelle attività, nell’interpretare il futuro, gli orizzonti che ci sono davanti e mettere in tutto questo anche una sana umanità nel ricordare le persone che non sono più con noi … messe al centro del nostro percorso per guardare al futuro, non è una cosa da tutti. Per questo mi complimento anche a nome di tutta l’Amministrazione Comunale”.
Ma – come detto – è stata la memoria il file rouge dell’intera manifestazione: “Guardare e ricordare le vite del preside Troisi, del professor Trapani e dello studente Bondanese vuol dire tener presente il filo della memoria della nostra istituzione scolastica, la cui storia ha avuto inizio 170 anni fa, ma che continuamente diventa nuova storia attraverso tutti coloro che giornalmente vi operano e costruiscono nuove generazioni di uomini e donne e cittadini”.
INTERVISTA Maria Rosa Valente, dirigente scolastico nautico “Giovanni Caboto” Gaeta; Pino Schiboni, assessore regionale scuola e formazione e Cristian Leccese, sindaco di Gaeta
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