FORMIA – Per molti aveva fame, per alcuni altri aveva fatto incetta di uova di pasqua con gli inevitabili disagi gastroenterologici per alcuni ancora avrebbe fatto voluto sottoporsi ad una visita specialistica prenotata chissà da quando ma, complice il ritorno all’ora legale, aveva sbagliato appunto ora e, soprattutto, giorno. I social – come avviene in queste circostanze – non hanno tardato un istante a ironizzare l’inverosimile presenza nel primo pomeriggio del giorno di Pasqua di un giovane cinghiale all’interno dell’ospedale Dono Svizzero. L’ungulato non ha avuto esitazione a varcare l’ingresso secondario del nosocomio più importante del Golfo che si affaccia su via Ferrucci. Da quel momento ha sondato con il suo olfatto alcune aiuole adibite a spartitraffico nella zona attigua all’obitorio del “Dono Svizzero”.
L’animale, immortalato con i rispettivi telefonini da alcuni dipendenti e familiari dei degenti in uscita ed in entrata dall’ospedale, ha desistito ma il timore che mettesse in mostra la propria aggressività è stato notevole. Il cinghiale è uscito dopo alcuni minuti dal varco da cui era entrato approfittando del traffico inesistente in quel momento nella stessa via Ferrucci. E’ certo che la provenienza dell’ungulato fosse il vicino torrente Rio Fresco che da tempo è ricovero di questi animali che, frettolosamente ripopolati anni sul versante formiano del Parco Regionale dei Monti Aurunci su richiesta delle diverse e potenti associazioni venatorie, ora si sono “spinti” sino nel centro urbano di Formia – è passata alla storia la foto di una famiglia di ungulati immortalata mentre passeggiava in riva al mare nella zona sottostante lo stesso ospedale Dono Svizzero”- in cerca naturalmente di cibo.
Protestano da tempo tantissimi cittadini residenti nelle traverse laterali tra via Ferrucci e via Madonna di Ponza, laddove scorre in una situazione di completo degrado il Rio Fresco, diventato la seconda dimora di questi animali che, tanto innocui quanto pericolosi quando sono affamati, dovrebbe vivere altrove. E non nell’ingresso di un ospedale. Che si chiami “Dono Svizzero” o no poco importa.