I sindacati di categoria hanno alzato le barricate per tentare di contrastare il piano di ridimensionamento dell’organico della Geberit presso lo stabilimento di via Lungomare Caboto. La multinazionale svizzera, specializzata nella produzione di sanitari, ha rivisto verso il basso il proprio piano di tagli e l’occasione per presentarlo è stata un’infuocata assemblea che c’è stata presso il sito produttivo di Gaeta alla vigilia di quello che dovrebbe essere un incontro decisivo in programma venerdì la sede di Unindustria di Latina.
La Geberit innanzitutto ha portato da 50 a 40 il numero di posti di lavoro da ‘tagliare’ attraverso la procedura di licenziamento collettivo ma i sindacati contestano la portata degli incentivi economici per effettuare l’esubero a base volontaria. Questa soluzione è stata prospettata per 25 dei 40 lavoratori che, prossimi alla pensione, abbandonerebbero volontariamente il proprio posto di lavoro. Verrebbero loro corrisposte sino ad un massimo di 24 mensilità oltre 2 anni in regime di Naspi, integrata dall’azienda per far rimanere inalterato il regime retributivo. Per 15 dipendenti dello stabilimento Geberit di Gaeta il licenziamento verrebbero mascherato con un vero e proprio dimensionamento rispetto all’attuale attività di produzione.
Queste maestranze rimarrebbero sì dipendenti dell’azienda con un bonus integrativo di 10mila euro lorde ma con una diversa mansione, quella di provvedere alla manutenzione e alla pulizia del sito produttivo di cui si occupata sinora una ditta esterna. Un crocevia di questa controversia ci sarà venerdì presso la sede di Latina di Unindustria quando le soluzioni saranno due: la Geberit costretta a modificare, migliorandolo, il proprio piano industriale o i 40 lavoratori in esubero costretti a ricercare un proprio accordo individuale.