Cronaca

Latina / Rinviati a giudizio i vertici della cooperativa Karibu e del Consorzio Aid

LATINA – Le ipotesi di reato sono pesanti come un macigno: frode nelle pubbliche forniture, bancarotta fraudolenta patrimoniale per distrazione e auto-riciclaggio. Dovranno difendersi da queste accuse Liliane Murekatete, Marie Therese Mukamitsindo, Michel Rukundo e Aline Mutesi, rispettivamente moglie, suocera e cognati del parlamentare Aboubakar Soumahoro che, coinvolti nell’inchiesta sulla cooperativa Karibu e sul Consorzio Aid  per la gestione gestione dei fondi per richiedenti asilo e di minori non accompagnati, sono stati rinviati a giudizio. A disporre giovedì il processo nei loro riguardi è stato il Gup del Tribunale di Latina Giuliano Paolini che, accogliendo la circostanziata richiesta dei sostituti procuratori Giuseppe Miliano e Andrea D’Angeli, ha fissato l’inizio del processo per l’11 giugno prossimo davanti al secondo collegio penale del Tribunale di piazza Buozzi.

Destinatari di ingenti fondi pubblici per finanziare progetti di accoglienza, i vertici di Karibù e di Ais sono stati rinviati a giudizio per aver compiuto una serie di illegittimità nella gestione del servizio: sovrannumero di ospiti nelle proprie strutture, alloggi fatiscenti con arredamento inadeguato, condizioni igieniche carenti, derattizzazione e deblattizzazione assenti, riscaldamento assente o comunque non adeguato, insufficienza e scarsa qualità del cibo, presenza di umidità e muffa nelle strutture, carenze del servizio di pulizia dei locali e dei servizi igienici, insufficiente consegna di vestiario e prodotti per l’igiene. Protagonisti di un nuovo sit in protesta organizzato dalla segreteria provinciale della Uiltucs 19 ex dipendenti della cooperativa Karibù e del Consorzio hanno chiesto ed ottenuto di costituirsi parte civile nel processo attraverso gli avvocati Giulio Mastrobattista e Athena Agresti.

Faranno altrettanto le amministrazioni comunali di Latina, Aprilia, Pontinia, Monte San Biagio, Fondi, Terracina, Sezze e Roccasecca, il Ministero degli interni, il Codacons, il Consorzio Agenzia Inclusione dei Diritti e il commissario liquidatore della Karibu. Si erano opposti a questa costituzioni in giudizio i legali dei quattro, gli avvocati Francesca Roccato e Lorenzo Borrè che avevano contestato la genericità del capo di imputazione nella richiesta di rinvio a giudizio.

Il rinvio a giudizio disposto dalla dottoressa Paolini è stato commentato in questi termini da Gianfranco Cartisano, segretario provinciale della Uiltucs di Latina, presente anch’egli giovedì davanti il Tribunale di Latina: “Ringraziamo gli organi inquirenti che la magistratura per la seconda volta ha accolto le ulteriori 19 istanze dei lavoratori nelle costituzioni di parte civile – ha dichiarato – E’ stata una risposta vera e di vicinanza alle famiglie da parte del Tribunale di Latina. Un ringraziamento va anche agli avvocati Giulio Mastrobattista e Atena Agresti per l’ottimo e professionale lavoro che stanno svolgendo a tutela dei nostri iscritti”.

In effetti lo stesso Mastrobattista ha censurato nel corso del dibattimento la richiesta avanzata da Michel Rukundo. Ha tentato, in qualità di creditore, di chiedere 100mila euro di spettanze: “Incredibile ma vero – ha aggiunto Cartisano – Ancora non soddisfatti del denaro pubblico distratto, chiedono ancora soldi dopo aver lasciato senza stipendi lavoratori e famiglie per centinaia di migliaia di euro”. L’istanza è stata “fortunatamente rigettata” in quanto Rukundo “non è un lavoratore subordinato e contro il quale pendono procedimenti penali con significative richieste di risarcimento danni”. 

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