FORMIA – Settantasei anni e mezzo di carcere contro i 120 chiesti dalla Direzione Distrettuale antimafia di Roma. Ha conosciuto questo epilogo giovedì pomeriggio il processo che, celebrato davanti il Tribunale di Cassino, è scaturito dall’operazione anti-droga “White Fruite” attraverso la quale la Polizia e la Guardia di Finanza ricostruirono un vasto e violento traffico di stupefacenti a Formia e nel resto del sud pontino smantellando il 24 maggio 2022 una pericolosa e collaudata organizzazione criminale che avrebbe svolto la sua attività di spaccio utilizzando un mini market di generi alimentari nel rione marinaro di Mola a Formia.
Le 12 persone a giudizio, all’epoca destinatarie di provvedimenti cautelari emessi dal Gip del Tribunale di Roma Francesco Patrone su richiesta del richiesta dell’allora sostituto procuratore della Dda Corrado Fasinelli, sono state tutte condannate con pene variabili dai 4 ai 14 anni e 8 mesi di reclusione ma in sede di giudizio il tribunale collegiale di Cassino – presidente Marco Gioia, a latere Pio Cerase e Maria Cristina Sangiovanni – ha rivisto verso il basso la pesante requisitoria del sostituto procuratore Francesco Gualtieri della Dda di Roma. Le condanne più pesanti, 14 anni ed 8 mesi e 13 anni e 9 mesi, sono state inflitte rispettivamente a Carmina Fustolo ed Italo Ausiello (assistiti dall’avvocato Pasquale Cardillo Cupo), i presunti vertici di questa organizzazione di cui avrebbero fatto parte Emanuele Tornincasa (8 anni e due mesi), Angelo Lombardi (7 anni e cinque mesi), Giuliano D’Uso (7 anni ed un mese) e l’ex agente di Guardia di Finanza Roberto De Simone (7 anni).
A sorpresa, invece, il Tribunale di Cassino non ha riconosciuto il vincolo associativo per la metà degli imputati: Gianfranco Simeone (quattro anni e mezzi di reclusione), Civita Lombardi (4 anni ed un mese), Laura Supino (4 anni e tre mesi), Ivan Calenzo (4 anni e cinque mesi di reclusione), Luca Centola (4 anni e due mesi) ed Enrico De Meo (4 anni ed un mese) sono stati ugualmente condannati a pene più miti rispetto alla requisitoria della Dda e, difesi dagli avvocati Vincenzo e Matteo Macari, Pasquale Di Gabriele, Walter Marrocco, Paola Samarelli e dal professor Alfonso Furgiuele, sono stati scarcerati subito dopo la conclusione del processo per l’esclusione nei loro riguardi del vincolo associativo.
Il Tribunale di Cassino ha fissato in 90 giorni il termine per il deposito delle motivazioni della sentenza che – hanno annunciato i legali difensori – sarà impugnata in appello per contestare il castello accusatorio della Procura antimafia di Roma definendo “inattendibili e privo di riscontro” le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Giuseppe Basco. In più le difese avevano specificato come l’attività di spaccio praticata dal duo Fustolo-Ausiello fosse stata limitata rispetto all’attività d’indagine di Polizia e Fiamme Gialle. Il processo di Cassino è terminato con il riconoscimento delle attenuanti per la metà degli imputati secondo quanto prevede il sesto comma dell’articolo 74 del Dpr 309/1990. Per gli altri sei non è bastato allegare al collegio giudicante la sentenza del processo di secondo grado emessa nei riguardi di Marco Massimiani e Alì Abbassi. Avevano deciso di farsi giudicare con il rito abbreviato a Cassino ma i giudici d’appello gli avevano notevolmente ridimensionato le condanne di primo grado escludendo –come detto – l’aggravante del vincolo associativo previsto dal Dpr 309/1990.
In sede di requisitoria i coniugi Carmina Fustolo e Italo Ausiello – come si ricorderà- erano risultati destinatari delle richieste più pesanti, 17 anni di carcere per la donna, 15 anni e mezzo per il marito, poi raggiunto lo scorso da una misura di prevenzione da parte del Tribunale di Roma. Le altre richieste di condanna erano state, invece,12 anni di carcere per Emanuele Tornincasa; 10 anni per Giuliano D’Urso, 11 anni per Gianfranco Simeone, 10 anni per Angelo Lombardi, 8 anni e sei mesi per Civita Lombardi, 11 anni per Roberto De Simone, 8 anni e 4 mesi per Enrico De Meo, 9 anni e 4 mesi per Laura Supino, 8 anni per Luca Centola, 9 anni per Ivan Calenzo.