MINTURNO – Chiara Valerio, scrittrice dalle radici scauresi, è tra i finalisti del prestigioso Premio Strega con il suo ultimo romanzo “Chi Dice e Chi Tace“, edito da Sellerio. L’annuncio è stato dato ieri nella conferenza stampa svoltasi al Tempio di Vibia Sabina e Adriano a Roma, nel corso della quale sono stati presentati i dodici titoli selezionati – su ben 82 proposti – per la 78ª edizione del rinomato premio letterario italiano. Il prossimo 5 giugno, presso il Teatro Romano di Benevento, sarà ufficializzata la cinquina finale, mentre il 4 luglio sarà decretato il vincitore nella suggestiva location dei giardini del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma.
Il comitato direttivo, guidato da Melania Mazzucco, ha selezionato così i migliori titoli tra gli 82 segnalati dagli Amici della domenica: «Le opere presentate quest’anno offrono un panorama frastagliato e contraddittorio, ma esaustivo, sulla narrativa contemporanea in lingua italiana», ha commentato la scrittrice, vincitrice del Premio Strega con il suo romanzo “Vita” ambientato, manco a dirlo, nella frazione di Tufo di Minturno.
L’opera di Chiara Valerio, edita da Sellerio e proposta agli Amici della Domenica da Matteo Motolese, saggista e professore ordinario di Linguistica italiana all’Università La Sapienza, si distingue per essere un ritorno alle sue radici, ai luoghi della sua infanzia e adolescenza, ovvero Scauri. Ambientato nella pittoresca località di mare nel Comune di Minturno, il romanzo ci porta alla scoperta delle sue dinamiche, dei suoi misteri e della storia di Vittoria, una figura enigmatica morta annegata nella vasca da bagno. Attraverso il personaggio dell’avvocata Lea Russo, Valerio ci conduce in un viaggio attraverso le strade di Scauri, mentre il romanzo “suona” la musica e il ritmo dell’inflessione locale.
Ma “Chi Dice e Chi Tace” non è solo un racconto di mistero e suspense. È anche una storia d’amore tra due donne, un’indagine che si apre con una morte inaspettata e che porta la protagonista a interrogarsi non solo sul caso, ma anche su se stessa e sulle sue certezze. Ambientato negli anni ’90, quando Scauri si trasforma con l’arrivo dei turisti estivi, il romanzo offre uno sguardo penetrante sulla vita di una piccola comunità dove tutti sembrano sapere tutto di tutti.
Dal retro di copertina: “Scauri, affacciato sul Tirreno, è l’ultimo paese del Lazio, un posto né bello né brutto, con una sua grazia scomposta. Qui negli anni Settanta si trasferisce Vittoria, è arrivata assieme a Mara, forse l’ha adottata, forse l’ha rapita, si dicono tante cose. Vittoria, con la sua risata che comincia bassa e finisce acuta, è una donna distaccata e affabile, accogliente ed evasiva; ha comprato una casa nella quale tutti possono entrare e uscire, ha aperto una pensione per animali quando in paese i veterinari si preoccupano solo di mucche e conigli. Vittoria non ha mai litigato con nessuno, non ha mai cambiato taglio di capelli. La sua generosità è inesauribile, alcune sue abitudini sono diventate moda comune. Il paese non la capisce, eppure si sente attratto da lei. Vittoria viene ritrovata morta nella vasca da bagno, uno stupido incidente, una fine improbabile. Il paese accetta, perché sa capire le disgrazie e tace, Lea Russo invece no. Lea, che fa l’avvocato, ha un marito, due figlie e una vita ricca di impegni, è sempre stata affascinata da Vittoria. Non vuole accontentarsi di ciò che ha avuto sempre davanti agli occhi. Vuole capire come è morta Vittoria, e chi era davvero. Ciò che emerge della donna, del suo passato insospettabile, spinge Lea Russo lungo un sentiero su cui è difficile avanzare, e dal quale è impossibile tornare indietro. Qui scopre l’evanescenza dell’identità, la sua e quella di tutti. Qui scopre, senza riuscire a contarle, quante sono le facce della violenza. Storia nera di personaggi, indagine su una provincia insolita, ritratto di donne in costante mutazione. In Chi dice e chi tace niente rimane mai fermo, le passioni, le inquietudini, le verità e gli enigmi, i silenzi del presente e il frastuono del passato: tutto sempre si muove, tutto può sempre cambiare”.
Chiara Valerio ha dichiarato che l’ispirazione per questo romanzo è giunta mentre rifletteva sui personaggi femminili di Georges Simenon: “Volevo raccontare la storia d’amore tra due donne. Volevo raccontare che la cura e il possesso sono come il veleno e il farmaco, dipendono dalla proporzione. Volevo raccontare che un paese somiglia a una pianta e pensa come le radici sotto terra, invisibili. Volevo raccontare di una donna che per una sciocchezza, o una intuizione, perde quasi tutte le certezze che aveva, però non ha paura nonostante tutto tremi. Ed è lei che racconta questa storia. A Scauri”.
Con “Chi Dice e Chi Tace”, l’autrice ci offre una storia avvincente che mescola il giallo alla profondità psicologica dei suoi personaggi, mentre esplora temi di cura, possesso e paura.
Oltre a Chiara Valerio figurano Donatella Di Pietrantonio con “L’età fragile” (Einaudi), Antonella Lattanzi con “Cose che non si raccontano”, sempre per Einaudi che così porta due propri titoli in finale, e Paolo di Paolo con “Romanzo senza umani”, edito da Feltrinelli. Gli altri finalisti sono Melissa Panarello con “Storia dei miei soldi” (Bompiani), Raffaella Romagnolo con “Aggiustare l’universo” (Mondadori), Daniele Rielli con “Il fuoco invisibile” (Bompiani) e Dario Voltolini con “Invernale” (La nave di Teseo). E ancora: Adrian N. Bravi con “Adelaida” (Nutrimenti), Tommaso Giartosio con “Autobiogrammatica” (minimum fax), Sonia Aggio con “Nella stanza dell’imperatore” (Fazi) e Valentina Mira con “Dalla stessa parte di troverai” (Sem).
Tra i grandi esclusi Michela Marzano e Marcello Veneziani. Anche Christian Raimo non è riuscito ad arrivare in finale. Tra le novità di quest’edizione ci sono i votanti, che crescono e passano da 660 a 700. L’edizione dell’anno scorso è stata vinta da Ada D’Adamo con “Come d’aria” che, per la prima volta, ha portato la casa editrice Elliot a vincere il Premio Strega.