FORMIA – Questa volta ha scelto un altro altare, quello laico della presidenza del consiglio comunale . Laddove siedono il presidente d’aula, il sindaco e, ad ordine sparso, i componenti della Giunta municipale di Formia. Quella di venerdì sera è stata un’altra fatwa che il direttore della Caritas diocesana di Gaeta, il parroco della chiesa di Sant’Eramo don Alfredo Micalusi, ha pronunciato dal “cuore” pulsante della massima assise cittadina contro i “silenzi” persistenti della politica e della comunità civile di Formia contro i tentativi subdoli delle organizzazioni criminali di infiltrarsi nel sano tessuto sociale ed economica della città. L’occasione, ghiotta, di don Micalusi di lanciare un altro preoccupante e pressante monito contro il “lungo sogno della zona grigia” è stata la presentazione di un bel libro, “Casamonica- Come nasce e si afferma un potere criminale”, che la docente, ricercatrice e scrittrice Ilaria Meli ha chiesto all’associazione “Un’altra città” di organizzare, come detto, presso l’aula consiliare del comune di Formia.
L’autrice ha dialogato a lungo con l’ex sindaco e attuale capogruppo di “Un’altra città” Paola Villa e l’intervento, forte, di don Micalusi è stato mutuato dall’approccio sociologico ed antropologico della dottoressa Meli che, studiosa dei processi criminali, ha nel tempo sviluppato un approccio molto legato allo studio del contesto in cui le organizzazioni si radicano e agli effetti sociali della loro presenza.
Il quartiere romano di Torbellamonica, seppur con alcune sfumature, ha molti tratti comuni con il tasso criminale di Formia e del sud-pontino? Don Micalusi ha censurato i recenti ed “indegni” attacchi subiti dalla professoressa Villa (“sono creati ad arte per acuire il suo isolamento, politico e personale e questo mi ha fatto bollire il sangue ”) ma non ha avuto senza peli sulla lingua – come si evince nell’intervento video allegato – quando ha censurato l’atteggiamento sonnolento di Formia: “Penso che sia giunto il momento di farle arrivare una pedata al suo fondo schiena. Questa città possiede una bassa reattività civica e lo dico con tutto l’amore che le nutro. Le forze dell’ordine stanno facendo tanto e i risultati non tardano ad arrivare con inchieste terribili – così si è espresso il parroco di Sant’Erasmo – ma sul nostro territorio e, in particolare a Formia, le armi per contrastare le mafie sono state spuntate”. Da chi? Naturalmente dalla stessa politica. E don Alfredo Micalusi evidenzia i momenti in cui è avvenuto il depotenziamento di questa lotta.
Innanzitutto la soppressione dieci anni fa della sezione del Tribunale di Latina a Gaeta. E cosa che le inchieste operate dalle stesse forze dell’ordine finiscono nel dimenticatoio. Con questa amara considerazione di don Micalusi: “Il gigante del male che si chiama oblio ride e se la spassa. Perché? Cade in quella sempre più vasta zona grigia in cui tutto è confuso. Nella politica locale abbiamo degli artisti della mistificazione – ha aggiunto – del confondere le acque e dotati della capacità di buttarla in caciara”.
Cosa fare? Don Alfredo Micalusi, che ha chiamato in causa più volte la politica a responsabilizzarsi di più su questo fronte nella lotta alla camorra (celebre fu il suo attacco in occasione dell’omelia della celebrazione eucaristica officiata il 2 giugno 2022 nell’ambito della festa patronale di Sant’Erasmo), ha la sua personale ‘ricetta’: partire dal basso. “Per cultura e spiritualità credo e penso che un sassolino possa battere il gigante come Davide contro Golia. Il sassolino è la partecipazione che in questa città è pressochè assente. Non possiamo e non dobbiamo rassegnarci. Svegliamo tutti noi il gigante che dorme in una città che spende 5600 euro all’anno pro capite per il gioco d’azzardo. E sul territorio del sud pontino Formia è diventata la città peggiore su questo versante. Non dimentichiamoci che il gioco d’azzardo è la prima risorsa delle mafie che diventano più dominanti quando – ha ammonito concludendo don Micalusi – quella zona grigia tende ad ampliarsi”.
INTERVENTO video, don Alfredo Micalusi, direttore Caritas Diocesana Gaeta