GAETA – La gestione dello stabilimento militare di Gaeta sarà decisa al termine di una licitazione pubblica. E’ caduta, dunque, nel vuoto la richiesta, da noi anticipata il 4 aprile scorso, con cui l’associazione “Ricreativa Dipendenti Difesa” di Gaeta che, costituita tra i dipendenti civili del Centro di Dematerializzazione e Conservazione Unico della Difesa di Gaeta (l’ex stabilimento Grafico Militare di Gaeta), chiedeva di avere sino al 30 settembre prossimo la gestione diretta del rinomato lido sulla spiaggia di Serapo. L’associazione “Ricreativa Dipendenti Difesa” aveva chiesto di poter gestire lo stabilimento con questa motivazione: è l’unica in grado di poter esercitare l’attività di “protezione sociale” (attività ricreative, assistenziali, e culturali) per il personale civile e militare del Ministero della Difesa.
Le motivazioni per il riottenimento dell’incarico erano contenute in una lettera che il presidente di questa longeva associazione, Claudio Musetti, aveva inoltrato al Ministro della Difesa Guido Crosetto ma anche all’Agenzie Industrie Difesa, al segretario Generale della Difesa e Direzione Nazionale degli armamenti, allo Stato Maggiore della Difesa, alla direzione generale per il personale civile e, inoltre, ai sindacati nazionale di categoria (Uilpa-Uil Pubblicazione amministrazione, alla federazione Confsal-Unsa, alla Funzione Pubblica della Cgil e, inoltre alla Funzione Pubblica Diesa della Cisl). E invece alcune ore dopo che la stampa aveva dato cenno di questa richiesta dell’associazione “Ricreativa Dipendenti Difesa” il direttore del Cedecu (Centro di dematerializzazione e conservazione unico della difesa) di Gaeta, l’ingegner Francesco Grillo, firmava una lettera con cui di fatto ha annunciato che sarà una gara d’appalto a decidere chi gestirà lo stabilimento militare durante la stagione turistica 2024 e, più complessivamente, il “servizio e ripristino, ordinario e straordinario, dell’impianto idrico, la preparazione dei locali e la sistemazione dell’arenile dello stabilimento balneare”.
In effetti un disciplinare tecnico per svolgere queste mansioni propedeutiche alla riapertura del lido è stato approntato un mese fa ma ora l’ingegner Grillo ha mandato un segnale alle potenziali società, cooperative e ditte interessate. Le ha invitate a partecipare a quello che ha definito un sopralluogo obbligatorio che ci sarà venerdì 12 aprile 2024 “entro e non oltre le ore 13”. Il motivo? Facile, acquisire ogni informazione di dettaglio utile alla formulazione dell’offerta (da formalizzare sul Mepa, il mercato elettronico della pubblica illuminazione) di cui si conosce l’importo da versare nella casse del Ministero della Difesa (o meglio all’Agenzia Industrie Difesa) per la gestione del lido durante l’estate 2024: 61mila euro, Iva esclusa.
Il direttore Grillo riga dritto se si tiene in considerazione di una lettera inviatagli il 25 marzo scorso dai sindacati operanti all’interno dell’ex stabilimento grafico militare in località Monte Orlando di Gaeta: prima della lettera sottoscritta dal presidente Musetti dell’associazione “Ricreativa Dipendenti Difesa”avevano chiesto un incontro per ottenere i dovuti chiarimenti in ordine alla sopravvenuta cessazione (decisa dalle gerarchie del Ministero della Difesa) dell’attività dell’organismo di protezione sociale (Ops) per la quale l’associazione “Ricreativa Dipendenti Difesa” aveva ottenuto l’affidamento diretta della gestione dello stabilimento militare di Serapo. Quest’ultimo sodalizio intanto ha deciso di essere pronto di nuovo ad alzare (legalmente) le barricate come aveva fatto con successo nelle fasi iniziali della stagione turistica 2023 per avere la gestione del lido militare by-passando lo svolgimento di una licitazione pubblica
L’Agenzia Industria Difesa dovette affidare l’incarico all’associazione Ricreativa dei Dipendenti della Difesa (Ardd) anche per quanto riguarda il circolo ricreativo in via Annunziata 4 nel quartiere di Gaeta S.Erasmo dopo che due suoi avvisi pubblici erano stati impugnati con successo (dagli avvocati Alfredo Zaza D’Aulisio e Giovanni Maiello davanti il Tar dagli allori gestori del lido di Serapo. La stessa Agenzia aveva approntato un terzo bando quando, davanti ad un pressione mediatica non più gestibile, ammise di non aver al meglio affrontato, sul piano interpretativo, l’intera normativa.
La stessa direzione generale dovette ammetterlo in un comunicato stampa ufficiale: “Nelle more di questa decisione si è continuato ad approfondire in modo puntuale e scrupoloso la normativa di riferimento, prendendo in considerazione anche aspetti evidentemente trascurati, che oggi (era il 1 giugno dello scorso anno) ci inducono a procedere con l’affidamento in concessione delle strutture destinate all’Organismo di protezione sociale, fino al 31 dicembre 2023, all’Associazione Ricreativa dei Dipendenti della Difesa (ARDD)”.
Che quella controversia dovesse essere prontamente archiviata lo sollecitò la stessa Agenzia Industria Difesa: “Rammaricandomi per le incomprensioni che hanno determinato tale tensione, ci auguriamo che questa situazione possa considerarsi superata e che vengano da subito poste in essere tutte le necessarie attività per l’apertura dello Stabilimento Balneare Militare di Serapo in vista dell’inizio della stagione estiva.” Insomma la stessa Agenzia capì in tempo (era stata condannata due volte a ristorare le spese legali affrontare dai suoi stessi lavoratori) che forse che quel “muro contro muro” contro i vecchi gestori – che non erano e non sono altro che suoi stessi dipendenti…- non stesse producendo gli effetti sperati. Ad un pacifico corteo di mobilitazione dei ultimi gestori l’Aid aveva replicato transennando il tratto di arenile in concessione con pali e rete in attesa di istituzionalizzare il servizio di salvamento in mare ad un gruppo di bagnini autorizzati e muniti delle dovute competenze.
L’Aid correttamente prese in visione il calendario e immaginò che lo svolgimento del terzo bando sarebbe terminato a luglio inoltrato del 2023 e il nuovo affidamento del lido militare sarebbe avvenuto con la stagione balneare pressochè pregiudicata. “Dobbiamo prendere atto che hanno prevalso responsabilità, buon senso e ragionevolezza” commentarono i veri artefici di questo braccio di ferro, gli avvocati Zaza D’Aulisio e Maiello. Furono i legali che, dopo aver impugnato al Tar i primi due frettolosi bandi dell’Aid (tra i requisiti le ditte partecipanti avrebbero dovuto dimostrare di aver fatturato un milione di euro e 527mila euro nell’ultimo esercizio finanziario…), avevano rinnovato ancora ed in extremis la richiesta di concedere in affidamento lo stabilimento militare per la sola stagione balneare 2023 ai vecchi gestori. La stessa agenzia industria difesa soltanto il 24 maggio dello scorso anno aveva risposto “laconicamente di non poter procedere, per la corrente stagione balneare 2023, né ad una proroga tecnica, né ad un affidamento diretto”.
E invece gli avvocati Zaza D’Aulisio e Maiello avevano risposto in un atto di significazione invece come la proroga tecnica “sia percorribile in virtù del principio di continuità dell’azione amministrativa (articolo 97 della Costituzione), nei casi in cui vi sia l’effettiva necessità di assicurare precariamente il servizio nelle more del reperimento di un nuovo contraente. E poi, salvo a negare l’evidenza, nella specie sussistono tutti i presupposti per concedere all’Associazione una proroga tecnica dal momento che la stagione balneare è iniziata e le attività di “protezione sociale” afferenti il Circolo Ricreativo Dipendenti Difesa e lo Stabilimento Balneare militare di Serapo, non sono ancora state affidate. Il mancato/omesso affidamento delle attività di “protezione sociale” afferenti il Circolo Ricreativo Dipendenti Difesa e soprattutto lo Stabilimento Balneare militare di Serapo per la stagione balneare 2023 avrebbe comportato il venir meno ad una delle attività istituzionali cui è preposta questa agenzia ai sensi dell’articolo 464 del decreto legislativo 90/2010”.
Il dietro front dell’Aid forse scaturì dall’ultima e pragmatica considerazione che, avanzata dagli avvocati Zaza D’Aulisio e Maiello, la direzione generale ha dovuto condividere: i tempi, strettissimi, richiedevano l’apertura del lido militare in quanto “un nuovo bando di gara, per quanto voglia essere tempestivamente promulgato, richiede tempi non compatibili per l’esercizio dell’attività nella corrente stagione balneare (si pensi a tempi di pubblicazione del bando; ai tempi per la valutazione delle offerte; e che chiunque risulterà aggiudicatario dovrà comunque montare le strutture) – aggiunsero nella lettera gli avvocati Zaza D’Aulisio e Maiello – Il mancato utilizzo del bene demaniale marittimo costituisce una delle possibili cause di decadenza dell’assegnazione e l’Amministrazione assegnataria è tenuta a garantire la sicurezza della balneazione, ed i servizi minimi essenziali per la stessa!”.
E’ trascorso un anno, la situazione sembra essere la stessa ed è tornata, purtroppo, nel punto di partenza