FORMIA – “I momenti più critici sono stati quelli delle prime verifiche statiche. Abbiamo temuto, io per primo, che le fiamme avessero davvero indebolito i solai e le strutture portanti in cemento della struttura. I tecnici, che sono stati generosamente impeccabili, sono stati chiari con me e con i miei più stretti collaboratori mettendo anche in campo l’eventualità che il fuoco potesse mettere in discussione la fruibilità della chiesa”. Domenica presso la chiesa del Cuore Immacolato di Maria nel villaggio Don Bosco di Formia non si faceva altro che parlare di quanto avvenuto esattamente un anno fa.
Era la notte tra il 7 e l’8 aprile 2023 quando un incendio, a poche ore dalla conclusione della processione del Venerdì Santo, danneggiò notevolmente quella che si è trasformata chiesa più frequentata di Formia e dell’intero Golfo. “La causa fu accidentale, forse un corto circuito provocato da un incensiere non del tutto spento” dissero subito i Vigili del Fuoco di Gaeta e i Carabinieri della vicina Compagnia ma il timore che il rogo, alimentato dal materiale ligneo della sacrestia e dei servizi ad essa collegata, potesse rendere definitivamente inagibile l’edificio di culto architettonicamente rinnovato soltanto nel 2007 grazie ad un accordo dell’epoca tra l’Arcidiocesi di Gaeta ed il comune di Formia fu davvero alto e fondato.
E invece… “E invece tirammo tutti un sospiro di sollievo quando i saggi effettuati da un’impresa specializzata di Anagni ci dissero che le fiamme non avevano intaccato i solai e le strutture portanti della chiesa” – ha esordito un commosso don Mariano Salpinone nell’intervista video allegata – “Da quel momento concretizzammo un po’ tutti indistintamente un’operazione di rinascita che iniziò la mattina di Sabato Santo 2023”.
Pioveva e faceva un freddo cane quel giorno mentre lingue di fuoco ancora fuoriuscivano dalle vetrate della chiesa che si affacciavano sull’Appia: “Il calore che ci riscaldò – ha aggiunto don Salpinone – non potrò mai dimenticarlo come uomo e come uomo di Chiesa. Quella che ci travolse fu una gara di solidarietà a cui parteciparono tutti, dall’Arcivescovo Luigi Vari e dai mie confratelli che mi prestarono quanto necessario e i paramenti sacri per poter subito svolgere le funzioni religiose di Pasqua ai cittadini comuni, dalle istituzioni pubbliche del territorio a tantissimi imprenditori che hanno deciso di rimanere nell’anonimato ai fratelli musulmani che, ospiti del nostro dormitorio, mi dissero piangendo Don Marià..noi stiamo con te”.
Il sacerdote del Villagio, trattenendo le lacrime, conferma di aver apprezzato un umanesimo “che mi ha offerto un insegnamento. Questa è una città tanto bistrattata quanto ricca di problemi, vecchi e nuovi, scoprì di essere una grande comunità, consapevole dell’importanza di riaprire una chiesa che non aveva soltanto una valenza meramente architettonica ma soprattutto sociale. Se ho temuto di non farcela? E come no! Quella messa officiata la mattina di Pasqua 2023 sul parquet dell’inagibile Palamendola non potrò mai dimenticarla. Eppure sono 25 anni che sono sacerdote. Sapevo che avevo tutti, indistintamente tutti, vincono ma ammetto di non aver dormito sino a quando non arrivarono i risultati sul cemento dei solai. In quella circostanza qualche tecnico ha dovuto firmare e assumersi precise responsabilità e aver superato quell’adempimento tecnico-burocratico fu il tratto più complicato di una salita. Averla compiuta ci portò a riaprire la chiesa alla fine di maggio 2023”.
La chiesa del Villaggio Don Bosco riaprì i battenti, per la cronaca, 50 giorni esatti dopo – era sabato 27 maggio – l’incendio che la danneggiò notevolmente. E don Salpinone ci tenne tanto per un’occasione particolare, la prima comunione dei nostri bambini che, “insieme a tanti adolescenti e giovani che frequentano l’oratorio, mi interrogavano in quei giorni dicendomi Don Marià…quando riapri la chiesa?. Erano bambini e giovani e non adulti. Capìì che dovevo affrettarmi a fare il resto furono i tecnici che mi sono stati vicini dalla notte del rogo e le varie ditte che hanno lavorato anche di notte”.
Nel frattempo don Mariano Salpinone ha capito che la chiesa danneggiata avrebbe cambiato volto e avrebbe dovuto attivarsi in prima persona per mettere in ordine i conti che “sono andati in sofferenza”. Il parroco di Gaeta, grazie ai buoni uffici dell’Arcivescovo di Gaeta, ha chiesto ed ottenuto di poter incontrare a Roma il presidente dei Vescovi italiani ed il faccia a faccia con il Cardinale di Bologna Mattia Zuppi in questi giorni ha sortito gli effetti sperati: “Ci hanno comunicato dalla Cei che la parrocchia avrà 200mila dai fondi del cinque per mille per pagare i debiti. Non basteranno perché le incombenze a cui assolvere sono ancora diverse e gravose. Ma la chiesa, per quanto possa apparire paradossale, è più spaziosa e luminosa. Per la prima volta abbiamo detto Messa la domenica delle Palme dentro. Sinora, in considerazione di una maggiore partecipazione di fedeli, non è stato mai possibile. Come lo chiami tu? Per me è stato un miracolo”.
Vanno effettuati altri accorgimenti (“sono quelli abitualmente i più onerosi e poi hai mai visto una famiglia accontentarsi della casa che abita?”) al termine dei quali ci sarà una cerimonia ufficiale. Non è stato deciso quando , forse nella prima metà di giugno con una Messa popolare musicata dal maestro Ambrogio Sparagna, e se non sarà possibile vediamo (su richiesta del cronista) di far coincidere questo momento con il 25° anniversario della mia ordinazione sacerdotale. Ma piano per favore”.
Il rogo scoppiato nella notte tra il 7 e l’8 aprile 2023 ha rilanciato, infine, una migliore fruibilità del sottostante auditorium della chiesa del Cuore Immacolato di Maria. “Dissentii con molti parrocchiani subito dopo l’incendio che avremmo celebrato Messa lì chissà per quanto tempo – ha concluso don Mariano – Precisai che i due luoghi sarebbero dovuto rimanere distinti e separati. Ho dovuto convincere non poche persone e i fatti mi hanno dato ragione”.
L’auditorium ora è diventato l’unico luogo rimasto a Formia in cui la promozione culturale (dei privati) si abbina all’aggregazione e alla socializzazione. “So che il comune ha in mente diverse idee per dare seguito a quanto si sta realizzando. L’auditorium non è di don Mariano Salpinone, del Villagio Don Bosco ma dell’intera città. Chi intende provvedere lo faccia e non mi venga chiedere le chiavi perché non le ho”.
INTERVISTA video don Mariano Salpinone, parroco Villagio Don Bosco Formia (Immagini e montaggio Paolo Parasmo)