CISTERNA – Dopo un lungo percorso giudiziario, è giunta la sentenza definitiva per Domenico Capitani, imprenditore di Cisterna di Latina, e altri due coinvolti nel fallimento della Coopservice scarl. La Cassazione ha respinto il ricorso presentato dai tre imputati, confermando la condanna a due anni di reclusione pronunciata in due gradi di giudizio.
La vicenda risale al 2016, quando la Coopservice è stata dichiarata fallita. Capitani, insieme al socio storico Gianni Sanavia e a Monica Adinolfi, amministratori della cooperativa, è stato accusato di aver causato dolosamente il fallimento attraverso omessi versamenti delle imposte dovute.
La sentenza emessa dalla Corte di Appello di Milano lo scorso 5 ottobre 2023 aveva confermato la condanna a due anni di reclusione per i tre imputati, stabilendo anche pene accessorie fallimentari e il risarcimento dei danni alla parte civile. La decisione della Cassazione ha respinto il ricorso presentato dagli imputati, sostenendo che l’origine del debito tributario è da attribuire agli omessi versamenti e non all’accertamento dell’Agenzia delle Entrate.
La difesa aveva sollevato alcune censure riguardo al differenziale tra le imposte non versate e le sanzioni, ma la Corte Suprema ha respinto tali argomentazioni. La sentenza sottolinea che la condotta degli imputati ha avuto ripercussioni sulla situazione economica e finanziaria della società fallita.
In particolare, la documentazione presentata ha evidenziato operazioni indeducibili per cifre significative, confermando il dolo nella gestione finanziaria della coop. La condanna definitiva comporta anche l’obbligo per i tre imputati di pagare le spese processuali.
La conclusione di questo lungo processo mette fine a una vicenda che ha avuto gravi conseguenze sul tessuto economico locale e sottolinea l’importanza della corretta gestione finanziaria e fiscale nelle attività imprenditoriali.