TERRACINA – Le limitazioni che riguardano la fruibilità del porto passeggeri di Terracina sono note da tempo e non possono essere essere considerate un pretesto per giustificare le attuali carenze riguardanti i collegamenti marittimi di linea – merci e passeggeri – da e per le isole di Ponza e Ventotene. Lo tiene a precisare la Guardia Costiera di Terracina che conferma come i limiti operativi del porto di Terracina in termini di lunghezza massima delle navi sono attualmente fissati dall’autorità Marittima in cinquanta metri con una disposizione inserita nel Regolamento del porto approvato con l’ordinanza numero 34/2017.
Moltissimi operatori turistici isolani e le stesse società di navigazione si lamentano del fatto che la limitazione della lunghezza dei fondali, di tre metri, del porto di Terracina impedisca il varo dei collegamenti a favore del mercato turistico di Roma e del resto della regione. La Guardia costiera ne prende atto e ribadisce che la disposizione che consente di scalare il porto di Terracina a condizione che le unità non superino i 50 metri di lunghezza esiste pertanto da decenni ed è ben nota tanto alle istituzioni del terrrritorio che alle società di navigazione che hanno operato ed operano nel comparto del trasporto
marittimo di linea sulla direttrice Terracina – Isole Pontine.
In effetti quello di Terracina è un porto canale, sprovvisto di un vero e proprio bacino di evoluzione: l’unica banchina impiegabile per l’ormeggio di traghetti è collocata alla radice del Molo Gregoriano, e per raggiungerla le Unità in ingresso sono costrette a percorrere na navigazione in acque ristrette tra il Molo stesso (a sud) e il molo che chiude la Darsena di levante (a nord). Un’analoga navigazione, in senso inverso, va compiuta in fase di uscita dal porto. La Guardia costiera di Terracina infine difende il proprio operato istituzionale relativamente alle limitazioni operative del porto in termini di pescaggio massimo. Ricorda, infatti , di aver preso atto alla fine del 2023 dei dati di fondale (riferiti all’aprile 2023) comunicati dalla Regione Lazio all’esito di una campagna di mappatura dei fondali della zona dei traghetti e dell’avanporto commissionata ad una Società specializzata.
I dati batimetrici ufficiali hanno comportato la necessità di ridurre il precedente limite di pescaggio massimo dell’area dei traghetti, che fino a quel momento era pari a quattro metri. Poi l’ordinanza 6 del 20 febbraio 2024, adottata dall’Ufficio Circondariale Marittimo di Terracina a tutela della sicurezza della navigazione, ha infatti modificato il regolamento del porto e ha ridotto questo limite di pescaggio massimo a tre metri. Sono stati lasciati invariati gli obblighi di portata generale a carico dei comandanti delle Navi per fronteggiare la mutevolezza dei fondali che caratterizza il porto. La riduzione dei fondali del porto di Terracina è un problema serio dal punto di vista economico ed ambientale e la Guardia Costiera ribadisce che del problema ha investa più riprese le istituzioni competenti del settore.