SUD PONTINO – I Carabinieri della tenenza di Gaeta pensano di avere in mano importanti elementi probatori per individuare i pescatori di frodo che hanno posizionato nel mare a largo Punta Stendardo a Gaeta numerose ed illegali reti da pesca di produzione artigianale. Il sequestro è stato operato dai militari della Motovedetta 816 dell’Arma nell’ambito dei potenziati controlli dello specchio marittimo antistante il territorio di Gaeta per prevenire e contrastare i fenomeni di inquinamento marino e di sicurezza della navigazione. Le attenzioni degli inquirenti sono cadute su queste reti che presentavano alcune anomalie: erano, infatti, sprovviste dei segnali galleggianti e delle boa di colore giallo che, a loro volta, devono essere dotate, negli orari notturni, di un apposito lampeggiante per essere ben visibili alle imbarcazioni in transito, di qualsisia tipo.
I Carabinieri hanno intanto inviato una prima informativa alla Procura di Cassino perchè il sequestro delle reti a strascico a largo di Gaeta, evidenziando il ‘ritorno’ nel mare del sud pontino dei pescatori di frodo in occasione dell’arrivo della bella stagione, ha sventato non solo una minaccia per la fauna marina sempre più a rischio ma anche un pericolo tangibile per le imbarcazioni – siano esse pescherecci e del settore diportistico – in transito. Le loro eliche rischiano infatti di impigliarsi nelle reti attaccate alle boe, mettendo a rischio sia la sicurezza degli equipaggi che l’integrità delle imbarcazioni stesse.
Intanto nel corso delle attività finalizzate al controllo del territorio, si sono concluse due distinte operazioni di servizio coordinate dal Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Civitavecchia a contrasto agli illeciti perpetrati in danno del territorio e dell’ambiente. Una di queste ha riguardato la provincia di Latina con il supporto della Sezione di Pratica di Mare e le Fiamme Gialle aeronavali di Civitavecchia hanno individuato, nel Comune di Fondi, un’area di circa 4500 metri quadrati destinata a rimessaggio di natanti da diporto totalmente priva di qualsiasi titolo autorizzativo con annesso pontile galleggiante adibito ad ormeggio anch’esso privo della concessione demaniale. Nella stessa area era presente anche una discarica abusiva di rifiuti speciali pericolosi tra i quali pneumatici, fusti di olio ed acidi esausti scafi e carcasse di autoveicoli in totale stato di abbandono con elevata pericolosità di inquinamento delle falde acquifere.