SPERLONGA – Dopo il danno, anche la beffa. Il comune di Sperlonga ha non pochi motivi di rammaricarsi dopo aver ricevuto una sentenza della seconda sezione penale della Corte d’Appello che ha fatto scorrere i titoli di coda su vicenda tanto inverosimile quanto grottesca a conferma, molte volte, dell’impossibilità di molti enti locali di realizzare opere pubbliche a fronte dello svolgimento di un braccio di ferro, di un’opposizione da parte dei privati. I giudici di secondo grado (presidente Galileo D’Agostino, consiglieri Laura Fortini e Roberto Pilla), riconoscendo la legittimità dell’operato dell’amministrazione comunale, le hanno restituito un vasto terreno che, espropriato ad un privato tra la strada regionale Flacca e la spiaggia di Bazzano, lungo il litorale di levante di Sperlonga, avrebbe dovuto ospitare un’area di sosta (su una superfice di quasi 13mila metri quadrati)grazie ad un finanziamento regionale di un milione e mezzo di euro.
Avrebbe dovuto…perché quest’opera è finita nel cassetto di uno tanti sogni mai realizzati a Sperlonga. La vicenda trova la sua
Ora a fare definitivamente chiarezza è la sentenza della seconda sezione penale della Corte d’appello che ha deciso diverse cose. Innanzitutto ha confermato la sentenza di proscioglimento nei confronti di Maric, De Simone e Pacini ma soprattutto censura l’operato dei Carabinieri Forestali che avevano erroneamente riconsegnato l’area al precedente proprietario, nel frattempo costituitosi parte civile nel processo d’appello. I giudici sono andati oltre: hanno ordinato che i Carabinieri restituiscano l’area oggetto di esproprio notificato il 28 luglio 2011 al legittimo proprietario, il comune di Sperlonga.
Il motivo? Gli avvisi di esecuzione del decreto d’esproprio “erano stati ritualmente notificati al precedente proprietario …..gli atti di messa in esecuzione sono stati respinti dai competenti giudici con sentenze divenute definitive”. Lo stesso Consiglio di Stato, inoltre, con la sentenza numero 4948 del 29 ottobre 2015, nove anni fa, aveva riconosciuto la sussistenza di “un provvedimento oblatorio, valido ed efficace del quale il comune di Sperlonga ha acquisito la disponiblità ed il possesso dei suoliu dagli appellanti e aveva proceduto alla loro recinzione”. E con quale amara considerazione: davanti a questo infinito ginepraio giuridico il comune di Sperlonga ha perso il finanziamento regionale di un milione e mezzo di euro e i bagnanti frequentanti la spiaggia di Bazzano dovranno attendere chissà ancora per quando un’area sosta. Incredibile ma vero…