Cronaca

Arce / Omicidio Serena Mollicone, in aula ascoltati i nuovi teste della Procura generale

ARCE – Non ha tradito le aspettative – e c’era da attenderselo – la nuova udienza, la 16°, del processo di secondo grado per la scomparsa e l’omicidio di Serena Mollicone. La Procura generale ha chiesto ed ottenuto l’audizione di cinque testi che, mai comparsi sinora in un’aula di giustizia, sono legati al presunto incontro che ci sarebbe stato la mattina del 1 giugno 2001 tra la 18enne studentessa di Arce e Marco Mottola. La prima a comparire davanti la Corte d’Assise d’appello di Roma è stata Mariapia Fraioli. Ha riferito il contenuto delle conversazioni del 2 giugno 2001, il giorno dopo il delitto di Serena, con lo zio, Carmine Belli, arrestato inizialmente per l’essere l’autore dell’omicidio e poi prosciolto definitivamente dopo tre gradi di giudizio. La Fraioli chiese allo zio se sapesse della scomparsa di Serena e lui le ripose di averla vista il giorno prima litigare davanti al bar Chioppetelle “con un ragazzo biondino, alto quanto Serena, e che lei, pantaloni neri e maglietta rossa, piangeva”.

“Per questo lo invitai – ha aggiunto la Fraioli in Corte d’assise d’appello- ad andare in caserma per dire che l’aveva vista”. All’epoca dei fatti e subito dopo la fidanzatina 17enne di Marco Mottola era Laura Ricci. Davanti giudici d’appello venerdì ha ricordato come il figlio dell’allora comandante della Caserma di Arce, Franco Mottola, le confermò di essere stato sentito dai Carabinieri di Frosinone circa la sua presenza il 1 giugno al bar Chioppetelle. Ma, lui, Marco, le avrebbe chiesto, qualora la ragazza fosse stata interrogata, di ribadire la circostanza di trovarsi insieme. Ma Laura Ricci è stata categorica: “Io in quel bar non ci sono mai stata. Di certo – ha aggiunto la donna – quando ha cominciato a girare la voce che si pensava fosse stato lui a uccidere Serena stava male e soprattutto quando ha saputo che si sarebbe dovuto trasferire”.

“All’epoca avevo 17 anni, mi ero fatta una certa idea ma poi più tardi ho rivalutato le mie opinioni, ho pensato di essere stata usata – ha aggiunto la Fraioli – Di Marco pensavo che fosse un ragazzo normale e non forte dal punto di vista fisico. Non era un carattere forte, non assumeva posizioni, annuiva, se ne fregava un po’ non gli interessava quello che dicevo”. E sui capelli ha detto che “a volte portava le meches, poi li tagliava. Nel periodo in cui siamo stati insieme li aveva a spazzola”.

Ancora Mariapia Fraioli: “Con me è stato sempre gentile quando siamo stati insieme ma poi dopo che ci siamo lasciati non mi calcolava proprio – ha detto – Quando passavamo davanti alla cartoleria di Guglielmo lui diceva sempre, il papà di Serena è convinto che sono stato io“.

Quanto all’ipotesi che potesse essere lui l’autore dell’omicidio di Serena, Ricci ha aggiunto: “Ho sempre pensato che se mai avesse potuto fare una cosa del genere si sarebbe fatto aiutare da altri”, ha detto.

E’ entrata per la prima volta nel dibattimento di secondo grado anche la testimonianza di Bernando Belli. “Quella mattina sia un ragazzino che Carmine Belli mi dissero che avevano visto Serena davanti al bar Chioppetelle – ha detto – Il bambino disse che aveva visto un ragazzo che strattonava una ragazza e che lei piangeva“.

Antonio Fraioli, che il 2 giugno partecipò alle ricerche di Serena dopo aver saputo dal fratello della scomparsa della ragazza, ha confermato come diverse persone, tra la cui la barista, dissero di aver visto Serena Mollicone davanti al bar Chioppetelle in compagnia di un ragazzo che la strattonava. Disse anche che uno dei due era entrato nel bar a prendere un pacchetto di sigarette”. Antonio Fraioli conosceva Serena e per quel motivo cercò a lungo l’amica sino alla tarda serata di sabato 2 giugno. Andò anche lui al bar Chioppetelle e anch’egli ha confermato in aula quanto gli riferì Carmine Belli e, cioè, “di aver visto Serena nelle vicinanze del bar mentre piangeva e veniva tirata per un braccio da un ragazzo ma non sapeva descrivere il ragazzo”.

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