FORMIA – Potrebbe avere finalmente un epilogo l’omicidio dell’avvocato e blogger Mario Piccolino. Le indagini sono a una svolta. Da quanto si apprende, è stata fermata una persona con l’accusa di essere l’assassino del 71enne ucciso il 29 maggio a Formia.
L’ARRESTO – Il presunto killer sarebbe un 59enne, che risponderebbe al nome di Michele Rossi, nativo di Cellole, incensurato, piccolo imprenditore ortofrutticolo, residente a Santi Cosma e Damiano. Nel 2003 si candidò alle elezioni amministrative nella lista di Fiamma Tricolore e nel 2008 nella Destra Formiana, in entrambi i casi con candidato a sindaco Michele Forte. Per gli inquirenti avrebbe agito con premeditazione, utilizzando per uccidere il legale con un colpo alla testa una pistola calibro 22, modello non precisabile, illegalmente detenuta.
Michele Rossi sarà trasferito in carcere a Cassino, dove domani mattina verrà effettuata l’udienza di convalida del fermo. L’arresto è stato eseguito verso le 15,30 nel napoletano, dove il 59enne si trovava in viaggio.
Ad individuare l’assassino sono stati gli investigatori della Squadra Mobile di Latina insieme ai magistrati della Dda di Roma, Carlo Lasperanza e Alfredo Mattei, sostituto procuratore della Repubblica di Cassino applicato in via del tutto straordinaria alla distrettuale capitolina.
Il movente dell’assassinio non sarebbe legato alla criminalità organizzata ma a motivi prettamente personali. Secondo quanto si apprende, sarebbe riconducibile ad una lite di vecchia data tra alcuni assistiti dell’avvocato di Formia e Michele Rossi, per il possesso di una grotta di tufo adibita ad abitazione nell’isola di Ventotene, in zona Pozzillo. L’identificazione del sospettato è arrivata grazie all’analisi dei fotogrammi di una telecamera di sorveglianza, che ha ripreso l’autore dell’omicidio nei pressi dello studio dell’avvocato Piccolino.
LE INDAGINI – Le indagini, condotte dalle Squadre Mobili di Latina e di Roma in collaborazione col Commissariato di Polizia di Formia e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, anche alla luce dell’impegno della vittima, che gestiva un sito internet attraverso il quale denunciava il malaffare e le infiltrazioni della criminalità organizzata in quel territorio, hanno preso spunto dalla descrizione sommaria del killer fatta, seppur in termini generici, da un soggetto presente all’interno dello studio al momento dell’omicidio. Sulla base della descrizione fornita, dalla visione delle immagini estrapolate dal sistema di videosorveglianza installato presso esercizi pubblici prossimi al luogo del delitto, in orari compatibili con lo stesso, è stato individuato un uomo compatibile con le caratteristiche fisiche segnalate. Le ulteriori acquisizioni di immagini da altri sistemi di videosorveglianza installati nel parcheggio prossimo allo studio dell’Avvocato e lungo il percorso Formia-Minturno, hanno consentito di pedinare elettronicamente l’individuo genericamente indicato dal testimone, che è stato notato salire a bordo di un pick up ed intraprendere un tragitto lungo le vie di comunicazione di quella zona. Le ulteriori immagini che ritraggono il pick up hanno consentito di rilevare la targa dello stesso ed attribuirne il possesso all’indagato. Sulla base di quanto ricostruito, in occasione di una individuazione fotografica, il testimone ha riconosciuto senza ombra di dubbio in Michele Rossi l’omicida dell’Avvocato Mario Piccolino.
IL MOVENTE – Accurate indagini hanno consentito di rilevare un collegamento tra il sospettato e la vittima. Da uno studio dei fascicoli conservati nello studio dell’Avv. Piccolino, infatti, è emerso che quest’ultimo aveva avuto un acceso contenzioso con Michele Rossi, avendo rappresentato un privato in una procedura civilistica proprio contro lo stesso Rossi relativamente ad una causa per il possesso di una grotta, in realtà un’abitazione scavata nel tufo, sita a Ventotene, in località Pozzillo, dove è anche originaria sua moglie. Rossi l’aveva acquistata nel 1993. La grotta era in condivisione con la vicina proprietà di Cristoforo Coraggio, zio del neo assessore Daniele Coraggio. Il Rossi però non se ne è curato, realizzando quindi un bagno di servizio in meno di dieci metri quadri. Di qui il contenzioso. L’Avvocato Piccolino ha difeso Cristoforo Coraggio contro l’abuso del 59enne. Mentre la causa era ancora in corso Rossi aveva posto la grotta in comunicazione con un appartamento contiguo, già di sua proprietà, procedendo a lavori di ristrutturazione, evidenziando sicurezza su come sarebbe stata definita la lite giudiziaria. La vicenda civile si concluse nel 2003 con sentenza della Cassazione che reintegrava gli assistiti dell’Avv. Piccolino nel possesso della grotta. Rossi, dunque, perse la causa e fu obbligato dal Tribunale ad abbattere il bagno e ripristinare lo stato dei luoghi. Secondo gli inquirenti, quindi, tale circostanza rappresenta un ragionevole movente dell’omicidio, in considerazione anche del fatto che la causa non si è svolta seguendo i normali schemi, ma è stata caratterizzata da una situazione di pesante attrito culminata in una denuncia penale che ha determinato un forte livore del Rossi nei confronti del Piccolino. Che la vicenda avesse travalicato i limiti del normale contenzioso è dimostrato anche dal fatto che il 22 settembre 2014 l’Avv. Piccolino pubblicava sul suo blog FreeVillage.it, un pungente articolo che richiamava l’esito dell’intera vicenda processuale con precisi riferimenti proprio a Michele Rossi (CLICCA QUI).
Gli Agenti operanti sono attualmente impegnati nell’esecuzione di perquisizioni delegate dalla Procura della Repubblica di Roma.
LE REAZIONI – Tra le prime reazioni alla notizia quella dell’Avvocato Pasquale Cardillo Cupo, coordinatore di Idea Domani, che dal suo profilo Facebook scrive: “Se è vera la notizia vanno fatti i complimenti alla Polizia per la brillante operazione e le grandi capacità dimostrate per prendere i colpevoli dell’atroce gesto fatto al povero Mario. Quanto a livello politico, se é vero ora andate subito tutti a casa perché avete offeso, umiliato e riicolizzato una città, i suoi cittadini ed i suoi commercianti, abolendo per sempre ogni speranza di turismo e di iniziativa per i giovani. Avete lucrato sulla morte del povero Mario per ciechi interessi politici e 4 spicci di visibilità; se è vera la notizia scendiamo tutti in piazza, subito”.
Anche il criminologo Carmelo Lavorino, che aveva fin dall’inizio detto che non si trattava di un killer professionista, sempre su Facebook ritorna sull’argomento: “La tecnica/arte del Criminale Profiling è scienza, strumento investigativo e logica. Se si parte da pregiudizi, da emozioni e coinvolgimenti personali, ambientali, ideologici e d’interesse personale si sbaglia. Il profilo si traccia studiando con freddezza il modus operandi, la scena del crimine e i luoghi, la vittimologia, i movimenti del soggetto ignoto e i rischi corsi, l’arma del delitto, le vie di fuga, lo stile, i livelli criminali… ed altro! Attaccare il somaro dove vuole il padrone è un errore che il profiler non deve assolutamente fare, ma per fare questo deve essere freddo, non coinvolto, distaccato, analitico e osservatore. Ho spiegato per tre volte perché non era un killer professionista, fra poco pubblico quello che scrissi e dichiarai quando il cuore, la mente e gli interessi ideologici ambientali e informativi volevano il killer professionista della camorra”.
Infine, anche il sindaco Sandro Bartolomeo ha rilasciato un comunicato stampa, in cui ha dichiarato di essere grato alle forze dell’ordine per il lavoro svolto ma che i riflettori restino accesi (CLICCA QUI).
Giuseppe Mallozzi