SANTI COSMA E DAMIANO – Due distributori di carburanti di Santi Cosma e Damiano sono finiti nei guai al culmine di un’importante e comune attività svolta dagli agenti del gruppo di Formia della Guardia di Finanza e dai funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Gaeta nell’ambito di un potenziato monitoraggio sulla distribuzione, circolazione e commercializzazione dei carburanti sottoscritto nell’aprile 2023 garantire il corretto assolvimento degli obblighi impositivi e il regolare funzionamento dei sistemi di erogazione, nonché verificare la qualità del prodotto venduto e la trasparenza dei prezzi al consumatore.
Presso le due “pompe” di Santi Cosma e Damiano sono state rinvenute e sequestrate oltre 15 tonnellate di prodotto risultato non a norma. Nel corso dell’intervento sono stati controllati quattro distributori stradali nel territorio del sud pontino, selezionati a seguito di una mirata analisi di rischio, condotta con la metodologia denominata “Risk-based “ in un’ottica di prevenzione e repressione degli illeciti di natura economico-finanziaria. Nell’occasione, sono stati prelevati alcuni campioni di gasolio, presso i distributori ispezionati per sottoporli a specifica analisi di conformità ad opera del Laboratorio chimico di Roma dell’Agenzia. Il rapporto di prova elaborato a seguito dell’esame dei campioni ha restituito, quale risultato, la non conformità rispetto ai criteri ed ai limiti previsti dal decreto legislativo numero 55/2011 del gasolio prelevato presso due dei quattro distributori controllati, entrambi ubicati nello stesso comune aurunco.
Gli esami chimici hanno documentato, in particolare, la presenza di prodotto adulterato presso i due impianti, risultato per questa ragione non idoneo alla commercializzazione. Le Fiamme Gialle del Colonnello Luigi Galuccio quindi, unitamente ai funzionari dell’Adm di Gaeta, informata la Procura di Cassino, hanno provveduto a sottoporre a sequestro penale la cisterna interrata contenente 10.627 litri di “gasolio per autotrazione” presso un impianto ed altri 3.900 litri detenuti presso il secondo distributore, al fine di evitare la commercializzazione dei prodotti adulterati a danno degli ignari utenti.
Gli inquirenti, inoltre, hanno denunciato a piede libero i legali rappresentanti delle società coinvolte con l’accusa di frode nell’esercizio del commercio. Nell’ambito di questi controlli, presso uno dei due distributori controllati, è stata, altresì, appurata la non corretta pubblicità ed esposizione dei prezzi al pubblico. Nello specifico la violazione riscontrata è consistita nella mancata comunicazione al pubblico dei prezzi al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, in violazione dell’articolo 1 della legge 99 del 23 luglio 2009 e dell’ articolo 3 del più recente decreto ministeriale 31 marzo 2023 dello stesso Mimit.
La Finanza e l’Adm considerano molto importante questo tipo di attività: a beneficio degli utenti un prodotto di scarsa qualità, pur non generando da subito anomalie di funzionamento delle autovetture, produce, nell’uso prolungato, effetti negativi sugli ingranaggi dei motori e accresce le emissioni di gas di scarico oltre i normali limiti previsti dalle normative europee a tutela dell’ambiente e dei consumatori, i quali acquistano in totale buona fede un prodotto energetico non idoneo e dannoso per gli automezzi. Per questa ragione gli organi di controllo mantengono l’attenzione sempre alta sul fenomeno della miscelazione fraudolenta dei carburanti, a tutela degli automobilisti e di tutti i cittadini.