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Gaeta / Ripascimento spiaggia Serapo, ass. Barba di Giove: “ci siamo inventati il ripascimento casareccio”

GAETA –  “A Gaeta abbiamo toccato il fondo. Ci siamo inventati il ripascimento casareccio. Come nell’orto di casa spostiamo del terriccio da una parte all’altra per livellare il terreno, lo stesso possiamo fare con la Spiaggia. È questa la logica folle che sta dietro l’autorizzazione concessa dall’amministrazione comunale al cosiddetto ripascimento: livellare un tratto di spiaggia prendendo la sabbia da un altro tratto. L’amministrazione ha autorizzato un intervento che ha causato uno sbancamento di una duna per un’operazione cosiddetta di ripascimento che durerà lo spazio di un mattino. Ci si dimentica che il ripascimento è una cosa seria che richiede progettualità, competenze, autorizzazioni” . Interviene con queste parole contenute in una nota Beniamino Gallinaro, referente dell’ Associazione ecologista La Barba di Giove. 

“Forse – prosegue Gallinaro – gli Amministratori Comunali sono stati troppo in apnea nel “BLU, Clima della Cultura”. Non vogliamo aprire qui il discorso sulle responsabilità dell’erosione costiera che rimandano quasi sempre a cause di origine antropica e che da decenni denunciamo inascoltati. Quel che ci preme sottolineare è l’assenza di una cultura di gestione del territorio e di aree fragili quali sono quelle costiere. Con un’autorizzazione che sembra più una lettera di buoni consigli, peraltro inascoltati, si autorizza una movimentazione senza alcuna verifica delle norme in materia. Il risultato è la distruzione di una delle poche dune residue rimaste, con la loro vegetazione, tra cui il Giglio di mare, protetto con legge Regionale n.61 del 1974.

Ed ancora: “Bene hanno fatto i consiglieri di opposizione a denunciare l’accaduto. Ma un attore fondamentale della vicenda rimane sullo sfondo. La spiaggia di Serapo è inserita nella Zona Speciale di Conservazione denominata “Costa rocciosa tra Sperlonga e Gaeta” e tale zona è gestita dall’Ente di Gestione dei Parchi della Riviera di Ulisse. Ogni intervento che deve essere realizzato in un’area della Zona Speciale di Conservazione ha necessità di una specifica autorizzazione chiamata Valutazione di Incidenza atta a verificare che tale intervento sia in linea con le politiche di conservazione dell’area”.

E conclude: “In questo caso sicuramente si sarebbe almeno dovuto attivare, prima di qualsiasi intervento, la prima fase della Valutazione di incidenza denominata “Procedura di valutazione di incidenza in Screening specifico” che è delegata all’Ente gestore della Zona Speciale di Conservazione, l’Ente Parco. È stata attivata tale procedura? L’Ente Parco non ha niente da dire in proposito?”.

 

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