FORMIA – Una società pubblica senza alcun controllo analogo da oltre due anni, dal 29 aprile 2022. Il management della “Futuro Rifiuti zero” continua a far discutere sia all’interno che all’esterno del suo principale socio di maggioranza, il comune di Forma. All’indomani della comunicazione del Centro Servizi ambientali che ha informato l’amministratore unico della “Frz” Raffaele Rizzo e dunque dei comuni di Formia e Ventotene di essere pronto dal “giugno 2024” di poter trattare i rifiuti indifferenziati con il sistema del Tmb, del trattamento meccanico Biologico (a causa del quale Ricco ha deciso di firmare una remunerativo contratto di servizio, sino al prossimo 31 dicembre con il lontano e dispendioso sito della Saf di Colfelice) si è aggiunta un’altra anomalia evidenziata dal capogruppo d’opposizione della lista “Guardare Oltre” Imma Arnone.
Che manchi da oltre due anni il controllo analogo sull’attività industriale della “Futuro Rifiuti zero” lo ha anche rimarcato nei giorni scorsi il collegio dei revisori dei conti del comune di Formia nel parere positivo alla proposta del rendiconto dell’esercizio finanziario 2023, argomento che sarà all’ordine del consiglio comunale di martedì 14 maggio, alle 9.30. I “guardiani” della cassaforte dell’ente nelle loro numerose raccomandazioni hanno lanciato un monito all’amministrazione di centro destra sulla gestione della municipalizzata che si occupa dl ciclo dei rifiuti: serve un controllo analogo.
“Quella che i nostri revisori dei conti sperano che sia una ‘costante e puntuale attività’ – osserva il capogruppo Arnone – è purtroppo dimenticata dal 29 aprile 2022. Risale a questo giorno l’ultima seduta del controllo analogo sulla “Futuro Rifiuti zero”. Si analizzarono la proposta di bilancio e le attività di gestione della società. Dopodichè il vuoto, il silenzio. Da allora ci sono stati soltanto inutili tentativi, peraltro andati a vuoto, ed un unico effettuato ad ottobre 2023. Ma, come si evince dal verbale, la dirigente Rosanna Picano, incaricata a presiedere l’organo, dichiarò la sua non compatibilità a far parte della commissione – ha ricordato la dottoressa Arnone – In questi due anni, particolarmente complicati, è stato effettuato un cambio di sito di conferimento dei rifiuti indifferenziato, con un aumento di dispendio economico, senza che nessuno, in rappresentanza della parte pubblica, potesse dire o sapere di cosa di trattasse. Invece abbiamo dovuto prendere atto dell’aumento del contenzioso della società che ha portato ad impegnare 13.232 euro per l’avvocato Teofilatto per un solo mese, per il periodo che va dal 1 al 31 gennaio 2024, oltre 22.061 euro per “altre” assistenze legali, questo in soli pochi mesi del 2024. Per non parlare delle sole spese di rimborso del commercialista scelto a Civitavecchia , Sergio Osimo, che ammontano in 9.075 euro in 3 anni.”. Si tratta di cifre a conoscenza dei revisori dei conti che al momento si sono limitati ad offrire alcune raccomandazioni. A fare il resto potrebbe essere ora la Procura regionale della Corte dei Conti anche per i diversi fronti per danno erariale su cui è impegnato il Centro servizi ambientale di Castelforte contro l’operato dell’amministratore Raffaele Rizzo.