Frosinone / Agricoltura e fondi europei, arrestato per corruzione il dirigente regionale Massimo Lucianio

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FROSINONE – Soldi, assunzioni di figli e parenti, regalie e pranzi per facilitare l’erogazione di contributi europei nel settore agricolo nel cassinate. Ha conosciuto un’eco anche in provincia di Latina il clamoroso arresto operato lunedì mattina di Massimo Luciano, l’influente dirigente della Regione Lazio che, a capo del settore agricoltura per le province di Latina e Frosinone, è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare con la grave accusa di corruzione richiesta dalla Procura ed emessa dal Gip del Tribunale di Cassino. A notificare il provvedimento cautelare a Luciano, integrato dalla sospensione dall’incarico di dirigente, sono stati i militari del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale del Gruppo Carabinieri Forestale di Frosinone, gli stessi che promossero le indagini che.

Inizialmente promosse dalla Procura di Frosinone, vennero trasferite a Cassino per competenza territoriale relativamente all’erogazione dei fondi europei per lo sviluppo rurale (PSR), di competenza della Regione Lazio. In tutto sono stati accertati 6 episodi, con la denuncia di 10 soggetti, tra imprenditori del settore agricolo e funzionari della Regione Lazio, per il reato di corruzione per l’esercizio della funzione. In particolare l’ipotesi di reato verte sull’attività di Luciano che, in cambio di utilità consistenti in forniture di generi alimentari, rifornimenti di carburante per l’auto personale, l’assunzione di una figlia e promessa di assunzione per un altro figlio, si sarebbe adoperato a favore di alcuni operatori agricoli del cassinate richiedenti i contributi europei. In un primo caso – secondo la ricostruzione della Procura di Casssino – Luciano avrebbe ricevuto da un noto imprenditore, a cui sono riferibili diverse società che si occupano di allevamento di bufale e di produzione di generi alimentari bufalina nella bassa provincia di Frosinone, numerosi prodotti alimentari, nonché diversi rifornimenti di gasolio per la sua auto, a in cambio dell’adozione di provvedimenti compiacenti a favore di precie aziende agricole.

Secondo l’ordinanza del Gip Luciano per risolvere bonariamente una pratica relativa ad un finanziamento richiesto dall’amministratore di un’azienda agricola con sede in Romania, ma con un’unità locale nel frusinate, avrebbe ricevuto generi alimentari, bottiglie di vino nonché un pranzo presso un noto ristorante del Cassinate. In un terzo episodio lo stesso Luciano si sarebbe impegnato alla pronta risoluzione delle problematiche inerenti le pratiche di finanziamento da una società cooperativa agricola operante in provincia di Latina ottenendo in cambio l’assunzione della figlia presso la stessa società. E non è finita. Il dirigente regionale avrebbe offerto la sua disponibilità per affrontare e risolvere alcune le criticità che stavano impedendo il buon esito di un procedimento finanziamento chiesto da un imprenditore agricolo del Cassinate. Luciano avrebbe garantito la sua mediazione nei confronti di altri colleghi della Regione ricevendo in cambio il rifornimento di carburante per la sua auto.

E in un quinto episodio il dirigente arrestato dai Carabinieri del Nipaf si sarebbe fattivamente adoperato sia per la promozione dell’attività di un noto imprenditore del cassinate, sia per la celere definizione della procedura finalizzata ottenere un finanziamento richiesto dalla ditta di cui l’imprenditore è titolare ottenendo in cambio la promessa di assunzione del figlio. E un altro impegno Luciano l’avrebbe garantito interessandosi “attivamente” dei procedimenti che avrebbero interessato un imprenditore titolare di un’azienda olearia, informandolo sullo stato di avanzamento dei procedimenti stessi e rassicurandolo sui tempi di erogazione del finanziamento. E anche sarebbe arrivato un’altra regalia: continui rifornimenti di carburante per la sua auto e diverse forniture di olio.

L’arresto per Massimo Luciano arriva dopo un’altra grana giudiziaria in cui era stato coinvolto il dirigente regionale. A coordinare nei mesi scori scorsi l’inchiesta furono il capo della Procura Giuseppe De Falco ed sostituto Valentina Giammaria sotto la cu lente d’ingrandimento finirono, oltre a Luciano, il Senatore e coordinatore regionale di Forza Italia Claudio Fazzone, l’assessore all’urbanistica del comune di Fondi, Claudio Spagnardi e due imprenditori, uno impegnato nel settore alberghiero ed il secondo nel settore della formazione. Da quest’ultimo arrivò una richiesta per beneficiare, durante la prima fase del Covid 19, della proroga per tenere un corso nel settore agricolo e ne venne coinvolto Luciano che avanzò la sua richiesta al vaglio della Procura di Latina: un posto di lavoro per sua figlia, poi garantito da un’azienda agricola del cassinate.