LATINA – Ormai il dato politico è acclarato e non ammette più interpretazioni: a quasi due mesi dal rinnovo del consiglio provinciale e ad uno dal voto europeo il centro destra è diviso in due come una mela presso l’amministrazione provinciale di Latina. Estromesso dopo quai 20 anni dal governo di Acqualatina, il coordinatore regionale di Forza Italia, il Senatore Claudio Fazzone, la sua vendetta politica contro Fratelli d’Italia e Lega l’ha consumata in occasione del rinnovo l’altra mattina delle presidenze delle cinque commissioni permanenti presso l’ente di via Costa.
Forza Italia con l’ennesimo voto determinante del Pd – che in provincia si conferma una protesi degli azzurri – e della lista “civica Pontina” ha portato, di fatto, le presidenze – Renio Monti (Lavori Pubblici), Luca Gallinaro (statuto, programmazione e regolamenti), Barbara Cerilli (pubblica Istruzione e formazione) e Dario Bellini (Sviluppo e Tutela del Territorio) – lasciando le briciole agli alleati di governo alla Regione Lazio. Che Fratelli d’Italia e Lega siano all’opposizione lo conferma l’elezione alla presidenza e alla vice presidenza della commissione Trasparenza – la cui guida spetta ai rappresentanti delle minoranze – del fondano Luigi Vocella e del formiano Nicola Riccardelli . A 24 ore da questo prevedibile blitz di Forza Italia – il dopo voto europeo non dovrebbe rivelarsi una passeggiata di salute per il presidente della Provincia (e sindaco di Minturno) Gerardo Stefanelli – non si è fatta attendere la velenosa e severa presa di posizione dei consiglieri provinciali di FdI Pierluigi Torelli, Renzo Scalco, Luigi Vocella e Luca Caringi e di quello di “Prima la Provincia di Latina (Lega)” Nicola Riccardelli.
A loro dire “in politica le scelte andrebbero prese sulla base di logiche di governabilità e programmi condivisi, non per accaparrarsi un ruolo e poter quindi esprimere una potenzialità ben lungi dal poter essere confermata alle urne. Alla lunga questa logica non paga e in effetti, anche in provincia di Latina, è Fratelli d’Italia a essere il partito più votato. Quanto accaduto con la nomina dei presidenti di Commissione della Provincia di Latina – hanno osservato – rappresenta un’occasione persa per l’intero territorio ma non perché Fratelli d’Italia e Lega si ritrovano all’opposizione. Semplicemente perché vede Forza Italia scegliere di unirsi in maggioranza con gruppi (chiaro e lapalissiano il rifermento al sempre più balbettante e disorientato Pd provinciale e di Latina) che sono lontani anni luce, per programmi e valori trasmessi e che sono all’opposizione non solo al Parlamento nazionale ma anche in Regione Lazio e in molti Comuni della provincia. Uniti dalla sola brama di ruoli, sono giunti a una vittoria di Pirro che ha il sapore della ripicca, frutto peraltro della sola incapacità di vero dialogo e confronto. Una scelta che difficilmente potrà essere spiegata agli elettori”.
I consiglieri Torelli, Scalco, Vocella, Caringi e Riccardelli causticamente hanno chiamato in causa il Pd: “Ora saremmo curiosi di capire la posizione del segretario provinciale Dem Omar Sarubbo che, all’indomani della nomina del Cda di Acqualatina, aveva parlato di un atteggiamento predatorio di Fratelli d’Italia, senza peraltro entrare nel merito dei curricula dei professionisti scelti, in autonomia, dai sindaci. Profili che non sono stati criticati perché, evidentemente, non era possibile farlo. Quanto accaduto in Provincia, grazie a questo accordo che ha il sapore dell’inciucio, non è frutto di una logica predatoria che mira a “volere tutte le poltrone” come all’epoca aveva detto lo stesso Sarubbo?” – proseguono i consiglieri di Fdi e Lega – La politica e il buon governo sono figli anche della lealtà che mal si sposa con una contraddizione in termini evidente a tutti. Da parte nostra continueremo ad anteporre progetti a logiche spartitorie, continuando a ricercare l’accordo con chi dimostra di avere capacità di dialogo e confronto e soprattutto di sposare i valori imprescindibili per la nostra comunità di patrioti. Sembra evidente che qualcuno voglia minare l’unità del centrodestra ma il rischio è che resti sempre più ai margini e che quanto accaduto ieri rappresenti sempre più un caso isolato” hanno concluso gli esponenti di Fdi e Lega.