GAETA – Il rischio è fondato: potrebbe non riaprire i battenti con regolarità, rispetto alle altre strutture ricettive, lo stabilimento militare sulla spiaggia di Serapo a Gaeta. La discussa decisone del Centro di Dematerializzazione e Conservazione Unico della Difesa di Gaeta (l’ex stabilimento Grafico Militare di Monte Orlando) di affidare in house la gestione dello storico lido militare, dopo le proteste, ora conosce l’odore delle carte bollate. La vecchia ed ultima gestione dello stabilimento, quella rappresentata dall’associazione “Ricreativa Dipendenti Difesa” di Gaeta, ha deciso di impugnare al Tar del Lazio il provvedimento dei vertici del Cedecu che, affidando l’incarico di gestire il lido a 8 ufficiali che, retribuiti per svolgere altre e più delicate mansioni istituzionali, prenderanno il posto di un gruppo di dipendenti civili dello stesse Cedecu.
L’associazione “Ricreativa dipendenti difesa” chiedeva di avere sino al 30 settembre prossimo ha gestione diretta dello stabilimento balneare. Ora si è rivolta agli avvocati Alfredo Zaza D’Aulisio e Giovanni Maiello per impugnare al Tar la violazione – a suo dire – di un mandato associazione, di essere l’unica in grado di poter esercitare l’attività di “protezione sociale” (attività ricreative, assistenziali, e culturali) per il personale civile e militare del Ministero della Difesa.
Il ricorso al Tar naturalmente chiederà il rilascio della sospensiva al provvedimento del Cedecu che, in caso di esito positivo, potrebbe bloccare – come è avvenuto nella fasi iniziali della stagione turistico-balneare 2023 – la riapertura del lido di Serapo. Di questa controversia, di questo “muro contro muro” esistente all’interno dello storico stabilimento grafico militare di Gaeta si è occupata un’assemblea sindacale che, organizzata dalla Funzione Pubblica di Cgil, Cisl ed Uil, ha registrato la partecipazione in video conferenza di molti dipendenti del sito produttivo di Monte Orlando e di quello ciociaro di Fontana Liri.
I delegati della Cgil (Marco Campochiaro), della Cisl (Massimo Ferri, Franco Volpi e Alessandro Ansuisi) e della Uil (Carmela Cilento e Riccardo Colafrancesco), hanno stigmatizzato l’assenza “delle relazioni sindacali, sia a livello periferico che nazionale, il mancato esame delle richieste di incontro con il nuovo Direttore dell’Agenzia Industria Difesa (da cui dipende il Cedecu di Gaeta) che, a distanza di 6 mesi dal suo insediamento, si segnala per due soli provvedimenti: la sottrazione dell’Aps di Gaeta ai dipendenti, mascherata da una gestione diretta, in violazione di una sentenza, che toglie risorse umane ed economiche all’Aid favorendo appalti privati, e la notizia ormai diffusa di un rinvio unilaterale della data di pagamento degli stipendi”. Insomma sono volate grosse nel corso di questa assemblea, i cui interventi “hanno delineato – si legge in una nota congiunta – un quadro estremamente grave. Unità produttive ferme e allo sbando a causa di commesse bloccate perché nessuno firma più nulla o perché gestite da direttori che le hanno trasformate in feudi personali”.
Durante l’incontro è emerso, a più riprese, il tema della carenza di personale, “aggravato da concorsi che non sono stati in grado di valorizzare le preziose esperienze lavorative dei somministrati e dalle incertezze sul futuro degli apprendisti”. Insomma dalla padella alla brace. Dall’assemblea dei dipendenti dell’Agenzia Industria Difesa è emersa, “prepotente, la rabbia dei lavoratori, esasperati dai ritardi nella firma del Ccni 2023, dalla mancanza di informazioni sui mancati sviluppi economici e dall’indifferenza che sembra accompagnare il destino delle attività produttive visto che permangono sconosciuti i piani industriali. Eppure i lavoratori e le organizzazioni sindacali hanno sempre dimostrato – si legge nella congiunta della Funzione Pubbica di Cgil, Cisl ed Uil – un impegno straordinario per sostenere le attività dell’Agenzia e le economie dei territori che, nel tempo, sono stati condizionati nel loro sviluppo produttivo e occupazionale. Ma non è servito se permane, costante, una gestione distante dalla realtà e che non crede nel dialogo come strumento per individuare le soluzioni alle problematiche”.
Una richiesta di incontro è stata già inviata ai vertici politici del Ministero della Difesa e “le iniziative di mobilitazione, in programma negli stabilimenti e presso la Direzione generale di Aid, non escludono la sospensione delle attività”. E l’obiettivo, gestionale e politico, è uno soltanto: il superamento della forma imprenditoriale dell’Agenzia Industria Difesa con i lavoratori, anche per quelli ‘superstiti’ in servizio presso l’ex stabilimento grafico militare di Gaeta, interessati a rientrare, ora più che mai, sotto il più sicuro e garantito ombrello del Ministero della Difesa.