MINTURNO – Non lasciare nulla di intentato. Come? Presentando una memoria difensiva prima di una quasi certa richiesta di rinvio a giudizio davanti il Gup del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. E’ quanto ha annunciato di fare la difesa di Angelo Gentile, l’83ene di Cellole accusato di aver ucciso prima e distrutto poi il cadavere di Pietro Caprio, il docente di 58 anni che sino al 4 novembre scorso prestava servizio come insegnante di sostegno presso gli istituti comprensivi “Sebastani” e “De Santis” di Minturno. Il legale dell’anziano, l’avvocato Gabriele Gallo, ha considerato il bicchiere mezzo pieno la conclusione delle indagini formalizzata dai Pm della Procura di Santa Maria Capua Vetere Fiore ed Esposito relativamente al tipo di omicidio contestato.
Secondo la pubblica accusa Gentile uccise il docente di scienze motorie al termine di un litigio: non ci sarebbe stata alcuna premeditazione – come peraltro confermato dallo stesso Tribunale del Riesame di Napoli quando confermò la custodia cautelare per l’83enne – alla base del delitto avvenuto in una zona isolata di Baia Domizia dove la Fiat Stilo a bordo della quale si trovava Gentile venne “incrociata” dalla Dacia Duster su cui c’era il professor Caprio. La memora difensiva che potrebbe presentare la difesa di Gentile è finalizzata a ribadire l’estraneità del suo assistito che ha sempre ribadito, già nelle ore successive al fatto, di non aver alcuna ragione per uccidere quello che considerava un amico di vecchia data.
Le indagini di Ris avrebbero trovato la prova del coinvolgimento di Gentile nell’omicidio di Caprio dopo il rinvenimento di tracce di polvere da sparo nel cappello che quel giorno di novembre 2023 indossava l’indagato. Per il Riesame Gentile avrebbe agito d’impeto uccidendo Caprio al termine di una lite con il docente, lo stesso che gli avrebbe concesso un prestito di 10mila euro nel lontano 2002 (per salvare un’attività commerciale di un familiare) per estinguerlo soltanto lo scorso settembre.