Formia / Dal Partito Comunista Italiano a Fratelli d’Italia, la traversata politica di Luigi “Gino” Scafetta

Formia Politica

FORMIA – Dal Partito Comunista italiano a Fratelli d’Italia. L’infinita traversata nel deserto della politica formiana di Luigi – detto “Gino”- Scafetta ha conosciuto un’altra tappa che, come non è stata la prima, potrebbe non essere neanche l’ultima. Quest’ultimo approdo è stato immortalato da una foto che ha pubblicato sulle sue pagine social nella notte di martedì il presidente del consiglio comunale di Formia, Pasquale Cardillo Cupo, nella sua nuova e redditizia mansione di reclutatore del partito di Giorgia Meloni. “Sono davvero felice che Gino Scafetta faccia parte del nostro gruppo di Fdi – ha scritto il penalista – Un amico, una persona sempre garbata, posata e preparata, risorsa importante per la nostra Città che ci darà un contributo importante di idee ed esperienza. Benvenuto Gino”.

Non fanno una grinza per l’eterogeneo passato politico-amministrativo di Scafetta che, sino a qualche giorno fa assai critico nelle sue confessioni verbali nei confronti dell’amministrazione di centro-destra, ora ha deciso di dare “un contributo importante di idee ed esperienza” alla forza politica, Fdi, che della maggioranza del sindaco Taddeo è il secondo azionista. Sarà anche il clima inebriante della campagna elettorale europea ma questo nuovo approdo partitico di Scafetta ha sorpreso anche i più duri inquisitori del camaleontismo politico in città. Ancora di più se il protagonista è un personaggio che sinora si era fatto apprezzare per il suo moderatismo e per la sua generosità per via dei suoi trascorsi professionali all’interno dello storico laboratorio analisi dell’ospedale Dono Svizzero di Formia.

Era appena nata l’allora Usl Lt/6 che in quel centro trasfusionale avevano cominciato a muovere i loro passi Gino Scafetta e Franco Marciano, il futuro papà di quello che sarebbe stato il più giovane assessore di sempre nominato al comune di Formia, Claudio. Secondo una ricostruzione storica, politica e sindacale sarebbe stato Marciano senior a convincere quel giovane tecnico di laboratorio a varcare la sacra soglia della sezione del Pci formiano in via Divisione Julia. In quegli anni la Dc divorava tutto, anche l’ossigeno che respiravi, e Scafetta, dopo quelle rivoluzionarie ubriacature giovanili, ha deciso di restare al centro, lontano da pericolosi opposti. Sino a quando, terminata l’esperienza della Dc nei primi anni novanta, Scafetta ha deciso di spostarsi, millimetro dopo millimetro, di nuovo a sinistra sotto la guida del fondatore, il medico chirurgo Ugo Rivera, di quell’irripetibile contenitore progressista che si chiamava Progetto per Formia. Con Maria De Meo e Sandro Zangrillo, Scafetta diede vita a Formia a quell’Alleanza Democratica che, esaurito anche il Ppi, rappresentava il centro, in quell’alleanza politico amministrativa guidata da Sandro Bartolomeo.

Erano gli anni in cui il comune era il simbolico tavolo di ping-pong di un’infinita partita tra il neuropsichiatra infantile ed il compianto Michele Forte. Luigi “Gino” Scafetta, pur tornando a respirare un clima di moderatismo, decise di vivere l’esperienza politica del nascente Ccd prima (Centro cristiano Democratico) e di Forza Italia poi. Ma nulla – a quanto pare – lo soddisfaceva. Ci fu anche una parentesi legata al civismo, che lo portò ad essere uno dei candidati di una tornata elettorale amministrativa tra le fila della lista che compose il gruppo a sostegno dell’imprenditore Domenico Paone. 

Fu la volta poi delle amministrative del 2018 e del 2021, quando cominciò a “flirtare” con il quattro volte deputato di Forza Italia Gianfranco Conte, tornato a Formia da Montecitorio per accarezzare il sogno di diventare sindaco della città. Un progetto due volte abortito sino a quando due anni e mezzo fa l’ex deputato azzurro, nonostante la sua qualità di aspirante primo cittadino, rimase fuori anche dal consiglio. A quattro giorni dal ballottaggio che elesse per una manciata di voti di differenza il sancosimese Gianluca Taddeo la svolta: il cartello elettorale di Gianfranco Conte decise di formalizzare l’apparentamento con lo schieramento dall’altro partecipante al secondo turno, quello guidato dall’infettivologo dell’Asl Amato La Mura. Si seppe subito cosa si celasse dietro quell’accordo elettorale: in caso di vittoria di La Mura la coalizione di Conte avrebbe guadagnato un seggio in consiglio. Conte disse subito che avrebbe rinunciato ed il suo posto sarebbe stato preso dai primo dei non eletti, il candidato Luigi “Gino Scafetta”. La storia politico-amministrativa di Formia conobbe legittimamente un altro andamento ma alla conferenza stampa di presentazione di quell’intesa elettorale nell’ottobre 2021 c’era anche Scafetta. Non intervenne ma annuì quando si sostenne che “Formia, in caso di elezione di Taddeo, sarebbe diventata una colonia di Fondi” .

Non sono mai ufficializzati i nomi dei presenti ma prima dell’ultimo voto amministrativo una delegazione di Fratelli d’Italia, prima del matrimonio con Forza Italia, propose di fidanzarsi con Gianfranco Conte, ma il quattro volte deputato azzurro aspetta ancora di conoscere perché non se ne fece più nulla. La storia è sempre stata beffarda, alle europee si vota con il proporzionale secco e tutti i voti sono buoni. Anche e soprattutto quelli di Luigi “Gino” Scafetta che quasi mezzo secolo fa osò calpestare il suolo sacro della sezione formiana del glorioso Partito Comunista Italiano.