Omicidio Piccolino, Michele Rossi confessa: “Sono stato io”. Voleva suicidarsi

L’arresto di Michele Rossi

FORMIA – A poche ore dall’arresto emergono altre novità sull’omicidio dell’avvocato Mario Piccolino. Michele Rossi è stato ascoltato per oltre cinque ore dal sostituito procuratore della Repubblica di Cassino Alfredo Mattei, titolare delle indagini insieme alla Direzione distrettuale Antimafia. Incalzato durante l’interrogatorio tenuto presso il Commissariato di Polizia nella nottata, l’imprenditore originario di Cellole ha ammesso di aver sparato all’avvocato Piccolino.

Mario Piccolino

Secondo quanto trapela, l’arresto sarebbe scattato con largo anticipo in quanto Rossi – accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione – aveva manifestato l’intenzione di suicidarsi. Infatti, presso la sua abitazione a Santi Cosma e Damiano, una masseria in Via Ruosi, adibita ad azienda agricola, è stato rinvenuto anche un foglio sul quale aveva scritto appunto di volersi togliere la vita. Insomma, una lettera di addio dopo aver compiuto il gesto della vendetta contro il blogger Piccolino. Da tempo malato, sembra che il 59enne soffrisse di depressione. Durante la perquisizione domiciliare sono stati rinvenuti anche alcuni fucili, regolarmente detenuti. Della pistola calibro 22, utilizzata per compiere l’omicidio, però, nessuna traccia.

I fucili sequestrati durante la perquisizione domiciliare

Come già anticipato ieri su Temporeale.info, il movente sarebbe legato alla causa giudiziaria intorno alla grotta di Ventotene, sita in località Pozzillo, divenuta poi un’abitazione. Un risentimento protrattosi per molti anni al quale sono seguite alcune liti personali tra lui e lo stesso avvocato di Formia. Nel settembre 2014 lo stesso Piccolino aveva pubblicato sul blog Freevillage.it un articolo al vetriolo nel quale sbeffeggiava Michele Rossi, definendolo “il camerata”, per la sua militanza nella destra radicale. Nel 2003 si candidò alle elezioni amministrative nella lista di Fiamma Tricolore e nel 2008 nella Destra Formiana, in entrambi i casi con candidato a sindaco Michele Forte. Tra l’altro, durante la perquisizione domiciliare è stato trovato un busto di Benito Mussolini e altro materiale inneggiante al fascismo.

La perquisizione a casa di Michele Rossi

La Polizia perquisisce l’abitazione di Michele Rossi

Prima di intraprendere l’attività commerciale nel campo ortofrutticolo, Michele Rossi ha avuto un passato come paracadutista. Il 59enne, difeso dall’avvocato Andrea Di Croce, soffre di diabete ed è stato colpito da ben due ictus, che lo avrebbero in qualche modo destabilizzato a livello psichico. Dopo una lunga riabilitazione, è tornato alla vita normale dopo soli due mesi, dimagrito di 16 chili, non coordinava bene le gambe tanto da non essere perfettamente in grado di guidare. Inoltre, aveva iniziato il procedimento per farsi riconoscere l’invalidità. Era un tipo taciturno, usciva poco di casa, se non per accompagnare a scuola la figlia minorenne. Ha altre due figlie, di 15 e 24 anni.

La convalida dell’arresto dovrebbe avvenire venerdì prossimo, davanti al gip Angelo Valerio Lanna del Tribunale di Cassino. Intanto, Marco Piccolino, fratello della vittima, si è costituito negli avvocati Michele Piccolino e Alberto Scerbo.

Restanto ancora tanti lati oscuri in una vicenda che ha sconvolto la città di Formia.

Giuseppe Mallozzi

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