LATINA – Mano pesante della Corte d’appello di Roma al termine del nuovo processo di secondo grado nei confronti di un tecnico radiologo dell’Asl di Latina. L’uomo, di 59 anni, imputato di abusi sessuali ai danni di alcune pazienti minorenni, è stato condannato a quattro anni di reclusione al termine di un nuovo giudizio d’appello disposto lo scorso anno dalla Corte di Cassazione che, annullando la condanna a quattro anni disposta dalla stessa Corte d’appello, aveva ordinato un procedimento bis di secondo grado. Il tecnico radiologo dell’Asl pontina era stato condannato a quattro anni e due mesi di reclusione ma anche all’interdizione per cinque anni dai pubblici, alla sospensione dalla professione per due anni e 8 mesi e all’interdizione per sempre da qualsiasi incarico nelle scuole di ogni ordine e grado nonché da ogni ufficio o servizio in istituzioni pubbliche frequentate prevalentemente da minori a conclusione del processo di primo grado che si svolse con il rito abbreviato davanti il Gup del Tribunale di Roma Corrado Cappiello.
La requisitoria, decisamente più pesante, del sostituto procuratore Eleonora Fini aveva chiesto sette anni e quattro di mesi per il radiologo. I suoi guai giudiziari iniziarono il 22 gennaio 2021 quando finì ai domiciliari per ordine del procuratore aggiunto Carlo Lasperanza e del sostituto Antonio Sgarrella che coordinarono le indagini della seconda sezione della Squadra Mobile di Latina. La vicenda ebbe inizio nel dicembre 2020 quando una ragazza di 17 anni di Latina si recò presso i laboratori del Distretto Latina 2 di Piazza Celli per sottoporsi a un esame radiografico. Durante la visita il tecnico radiologo di 59 anni si presentò come medico palpeggiare la paziente nelle parti intime e sul seno.
I sospetti della minorenne che fosse anche filmata furono accertati dagli agenti della Squadra Mobile che sequestrarono al tecnico radiologo tre telefoni cellulari, tra cui quello descritto dalla 17enne nella denuncia in Polizia, ed un computer portatile, poi sottoposti a sequestro. Ed il loro esame fu sconcertante nel senso che furono rinvenuti altri filmati di donne nude – complessivamente undici, poi costituitesi parte civile unitamente all’azienda sanitaria pontina – visitate dal dipendente non solo in piazza Celli ma anche presso i laboratori Asl del distretto di Sabaudia.