FROSINONE – Ha un tono spietato, quasi da ultima spiaggia, perché la segreteria tecnico operativa dell’Ato 4 torni a curare gli interessi dei territori e, dunque, dei comuni-soci di maggioranza di Acqualatina. Lo utilizzano le associazioni dei Consumatori della Provincia di Latina – Assoconfam, Assoconsitalia, Codacons, Codici Latina, Confconsumatori – sottoscrivendo una lettera “che siamo state costrette” a scrivere al dirigente dello Sto, l’ingegner Umberto Bernola. L’alto responsabile viene ancora una volta invitato a svolgere il ruolo che gli prescrive l’articolo 6 della legge regionale numero 6 del 22 gennaio 1996 e, nonostante ciò, fanno sapere di non comprendere “il totale silenzio” dell’ingegner Bernola “alle numerose osservazioni e richieste di chiarimento pervenute dalle scriventi associazioni”.
Il dirigente dello Sto dell’Ato 4 viene innanzitutto invitato a dare riscontro agli eventuali interventi effettuati “dopo le nostre numerose segnalazioni “ e a fornire “il loro singolo esito”. Assoconfam, Assoconsitalia, Codacons, Codici Latina e la Confconsumatori nella lettera aperta all’ingegner Bernola – inviata per conoscenza alla direzione “Servizi Idrici” di Arera, ai sindaci dei comuni facente parte dell’Ato e al presidente della Provincia Gerardo Stefanelli (nella duplice veste di responsabile dell’assemblea dei sindaci dello stesso Ato 4) – hanno sottoposto “altre osservazioni” con l’auspicio che “abbiano il dovuto seguito che legittimamente è dato attenderci, nel pieno svolgimento delle competenze attinenti al Suo ruolo, al fine di tutelare gli utenti che spesso hanno espresso timori di ritenere di non avere punti di riferimento e di tutela dei propri diritti”.
Parole dure e pesanti come una clava e all’ingegner Bernola è stato subito chiesto di far sapere se sia o meno conoscenza del contratto di servizio e dell’eventuale suo regolamento sottoscritto da Acqualatina con la società di recupero crediti, la Mediaacom e, nello specifico, le funzioni che le sarebbero state attribuite. I consumatori sono convinte che da tempo subentri all’ente gestore la società Mediacom nell gestione delle controversie innescate con gli utenti. Nella lettera aperta all’ingegner Bernola vengono sintetizzate due incredibili storie.
La prima riguarda un “utente vulnerabile” con un ISEE di poco al di sopra di 3.600 euro che, alla testa di un nucleo familiare con quattro componenti, diventa percettore di un bonus idrico per il suo status di disagio economico. Acqualatina gli accorda un piano di rientro, per difficoltà economiche insorte che hanno provocato il mancato pagamento di qualche rata. Ma… l’incaricata Mediacom dispone autonomamente un piano di rientro con un numero ridotto di rate pari ciascuna ad un importo superiore rispetto a quello accordato da Acqualatina: 380 euro circa mensili, “quindi senza tenere in considerazione le condizioni economiche dell’utente”, con la dicitura finale che qualora non rispettasse le scadenze imposte provvederà alla chiusura dell’acqua e di procedere per via giudiziale La seconda vicenda è altrettanto inverosimile: un utente, con a carico una figlio disabile beneficiata delle condizioni previste dalla legge 104/1992 e una signora di circa 90 anni (malata), ha subito la sospensione del flusso idrico dopo aver pagato quasi il 40% dell’insoluto. Dopo quattro giorni riceve una telefonata dalla società Mediacom, con la quale gli si comunica (non è dato comprendere a quale titolo) che deve effettuare un ulteriore versamento di circa 200 euro. Solo al ricevimento della copia del (secondo) bonifico la società di recupero crediti avrebbe proceduto a disporre la riattivazione della fornitura riservandosi di farlo eseguire entro i due giorni successivi. “Riteniamo legittimo chiedere – si interrogano Assoconfam, Assoconsitalia, Codacons, Codici Latina,Confconsumatori – se la società di recupero crediti possa far trascorre tutto questo tempo a sua discrezione, con grave violazione delle tempistiche e con doppio vulnus nei confronti dell’utente e se essa possa decidere se e quando far riattivare la risorsa idrica o, invece, se essa sia deputata alla sola riscossione del credito” .
Per le associazioni dei consumatori “non si comprende come mai nonostante l’emergenza Covid sia terminata da diverso tempo e si è tornati alla normalità, gli utenti non hanno più la possibilità di recarsi direttamente allo sportello”. La gestione del numero verde è un’altra anomalia. Sono state formulate numerose contestazioni da parte di utenti che si lamentano delle risposte del numero verde: “Gli operatori decidono quali pratiche possono essere trattate allo sportello e quali invece non è consentito recarsi allo sportello. Invitano l’utente ad inviare via mail la documentazione/reclamo o inviare le richieste con raccomandata. Riteniamo tutto ciò non conforme alle mutate situazioni post Covid”. Queste lamentele sono state puntualmente verificate e “gli operatori hanno risposto che da circa un mese gli utenti possono recarsi allo sportello solo per determinate pratiche mentre per altre non è più possibile. Le pratiche del primo tipo sono quelle per i nuovi allacci, i nulla osta allo scarico, le disdette e variazione tipologia contrattuale mentre per le altre (ad esempio contestazione per consumo anomalo) “ciò non è possibile in quanto l’utente deve inviare una mail. Ora si pensi agli utenti anziani o che non abbiano dimestichezza con l’informatica o non hanno la disponibilità di un’email. Queste disposizioni sarebbero state emanate da circa un mese e mezzo ma – viene fatto rilevare nella lettera aperta all’ingegner Bernola – non se ne conosce l’autore”
Il dirigente della segreteria tecnica operativa dell’Ato 4 qualche settimana era stato protagonista di un’aspra polemica con l’apprezzato responsabile dell’Otuc (l’organismo che raggruppa le principali associazioni dei consumatori in seno ad Acqualatina), il professor Antonio Villano. Gli fece rilevare come l’Otuc non fosse al momento titolato ad esercitare alcuna funzione perché …scaduto da anni. Ora le associazioni Assoconfam, Assoconsitalia, Codacons, Codici, Latina,Confconsumatori chiedono espressamente allo stesso Bernola, “nel quadro delle attribuzioni relative alla Sua funzione, di volersi attivare tempestivamente affinché siano eliminate le irregolarità segnalate, sia per ricevere riscontro formale sulle iniziative intraprese e sulla corrispondenza a tal fine intercorsa sia con il Gestore sia con gli altri attori interessati e sia per conoscere se dalle attività svolte siano scaturite segnalazioni o denunce alle Autorità di regolazione e di vigilanza. Da ultimo ma non per ultimo se e quali tipologia di prescrizioni siano state eventualmente emesse a carico del Gestore ed, infine, se dell’attività svolta dallo stesso Egato siano stati posti a conoscenza i sindaci ed i commissari straordinari dei Comuni costituenti il territorio di competenza…”.
E la querelle è agli inizi nel momento in cui il socio di minoranza di Acqualatina è diventato Italgas servizi e la parte pubblica (dunque in rappresentanza dei territori e, dunque, dei comuni) ha un nuovo management, sempre a guida centro destra (Lega e Fratelli d’Italia) ma senza più la presenza monolite di Forza Italia. Non è un aspetto di poco conto..