GAETA – Non bastava la pizzeria di un autorevole consigliere comunale di Maggioranza che ha chiesto (con tanto di autorizzazione) lo spostamento a sue spese di due alberi per l’installazione di un dehors di poco meno di 40 metri quadrati che la ristrutturata piazza Mare dell’Arco a Gaeta che è terminata, suo malgrado, al centro di un’altra polemica politico-amministrativa a pochi giorni dall’atteso voto europeo. A sollevarla sono i consiglieri comunale di opposizione Emiliano Scinicariello e Franco De Angelis che, in qualità di componente e presidente della Commissione Consiliare “Controllo e Garanzia”, hanno avanzato una raffica di interrogativi sulla misteriosa installazione di un bagno (pubblico?) proprio in pazza Mare all’Arco.
Nel mirino dei due esponenti di minoranza sono finiti gli assessori all’urbanistica e all’ambiente Teodolinda Morini e Diego Santoro, destinatari di una raffica di quesiti circa il rilascio o meno delle autorizzazioni per l’installazione, a ridosso di un noto impianto di distribuzione di carburanti, di questo gazebo. Per i consiglieri Scinicariello e De Angelis, che hanno scritto anche al sindaco di Gaeta Cristian Leccese, alla segretaria comunale Patrizia Cinquanta, al presidente del consiglio comunale Davide Speringo e ai dirigenti dei settori Urbanistica ed Ambiente, Pietro D’Angelo e Stefania Della Notte, tante cose non tornano. O almeno.
Un report fotografico è stato inviato allo stesso comune per sottolineare come il bagno in questione sia “posizionato sul marciapiede che fu oggetto, pochissimi anni fa, della ristrutturazione dell’intera piazza”, è “poggiato su blocchi di cemento e non appare ancorato al suolo”, “è chiuso a chiave (dunque non sembra svolgere la funzione di bagno pubblico)”,” è collegato ad un impianto idrico, non si comprende se pubblico o privato, attraverso tubazioni che emergono dal suolo (non sotto traccia)” e “sembra essere collegato ad impianto fognario in maniera altrettanto posticcia, con una condotta che scarica in un tombino, peraltro non perfettamente chiuso per consentire alla tubazione di entrare, con potenziale pericolo per i passanti, oltre che con nocumento per lo stato complessivo dell’igiene e della salubrità del luogo. Da qui inevitabile è stata la richiesta di accesso agli atti agli assessori Santoro e Morini e al sindaco Leccese in qualità di delegato al Patrimonio nonché responsabile della Salute e della Sicurezza cittadina.
Le domande che gli vengono poste sono essenzialmente cinque. I consiglieri Scinocariello e De Angelis chiedono di conoscere “chi abbia fatto richiesta dell’installazione di questo bagno, se un privato o se sia un’iniziativa del Comune di Gaeta”, “in entrambi i casi, gli estremi dell’autorizzazione urbanistica e sanitaria in questione (di cui verrà chiesto l’intero fascicolo), “nell’eventualità si trattasse di un’iniziativa del Comune di Gaeta, e dunque fosse un bagno pubblico, per quale motivo è chiuso a chiave e non fruibile da chiunque liberamente”, “se ritengono che la struttura sia pericolosa per i passanti, in quanto non ancorata al suolo e poggiata su mattoni, con tubazioni emergenti dal suolo e copertura del tombino sollevata, oltre che insalubre per via dell’evidente approssimativa gestione del sistema fognario” e, infine, “se ritengono che questa struttura sia degna di un paese civile che ha avuto perfino l’ardire di candidarsi a “Capitale della Cultura”… e di volerlo rifare per l’edizione 2027.
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