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Elezioni amministrative / L’unico e “infuocato” confronto tra i tre candidati sindaco in piazza Canzana [VIDEO]

SPIGNO SATURNIA – Solo i fuochi d’artificio, quelli veri, sono mancati al termine dell’unico ed infuocato confronto  che giovedì sera nell’affollatissima piazza Canzana ha concluso una delle peggiori campagne elettorali che ricordino per l’elezione diretta del nuovo sindaco e per il rinnovo del consiglio comunale di Spigno Saturnia. Ha avuto il suo bel da fare – e c’era da aspettarselo – il collega del quotidiano  Latina Oggi Gianni Ciufo per tenere sui giusti binari un treno che – costituito da tre aspiranti primo cittadino, il sindaco uscente Salvatore Vento (Prima Spigno),  l’imprenditore Willliams Di Cesaree (CambiAmo Spigno) e l’avvocato Marco Vento (Spigno Saturnia) – è stato sul punto di deragliare sul piano dialettico e verbale.

La partecipazione popolare è stata massiccia e colorita e la tensione  giocoforza ne ha risento  alla distanza nel corso  di un faccia a faccia che, durato meno del previsto (poco meno di un’ora, comprensiva dell’appello finale di ciascuno dei tre che si è rilevato essere un comizio bis anche se in stile bignami), ha restituito un elemento positivo: Spigno Saturnia – unico comune in cui si vota l’8 ed il 9 giugno sul territorio del sud pontino –  vuole contare di più e meglio sullo scenario del Golfo grazie ad un’inversione di tendenza sul piano abitativo e demografico rispetto agli altri comuni del comprensorio utilizzando le sue uniche bellezze naturalistiche ed ambientali (in primis il territorio di competenza dell’ente parco regionale die Monti Aurunci e l’area della sorgente di Capodacqua, una delle due fonti che alimentano il sud pontino), l’area industriale di Santo Stefano a ridosso della frazione minturnese di Santa Maria Infante e la superstrada per Cassino che consente di raggiungere in dieci minuti il mare di Formia e di Scauri ed in venti l’autostrada del sole e, dunque, Cassino e la area zona industriale.

Che dal palco naturale di piazza Canzana si scorgesse un “Bellissimo colpo d’occhio” l’hanno ribadito all’unisono i due Vento e Di Cesare, quest’ultimo giunto al confronto facendo indossare ai suoi candidati e simpatizzanti un t-shirt – una della quale consegnata nella fase iniziali dell’iniziativa al collega Ciufo – inneggiante alla presenza sul territorio della sorgente di Capodacqua. Il sindaco dimissionario Salvatore Vento naturalmente ha tentato di impostare i suoi interventi sulle iniziative messe in campo e “quelle pronte per vedere la luce” al termine di un decennio amministrativo condizionato negativamente dall’arrivo di due diffide per la mancata approvazione del bilancio di previsione e del rendiconto dell’esercizio finanziario 2023.

Insomma l’aspirante primo cittadino di “Prima Spigno Saturnia” ha chiesto, tra non pochi fischi, di dare continuità alla sua azione amministrativa perché si rischia – ha dichiarato – di far fare un “salto nel vuoto alla mia comunità e al mio paese dal quale non mi sono mai allontanato”. Per Salvatore Vento , a prescindere dall’esito elettorale di sabato e domenica, la “prossima amministrazione, che naturalmente spero sia la mia, avrà un paniere ricco in cui scegliere”.

Se il confronto avesse avuto il supporto di un applausometro, l’avrebbe vinto, senza ombre di smentita, il candidato sindaco di “Spigno Futura”, Marco Vento che, abbandonato il suo riconosciuto aplomb british, per una serata è stato assai pugnace nei confronti dei suoi avversari. Ha contestato l’operato del sindaco uscente sottolineando come l’emblema del suo “disastro” sia rappresentato, indicandola con le mani, dalla tensostruttura adiacente piazza Canzana: “Il sindaco parla ancora di accedere ai finanziamenti del Coni per la sua riqualificazione ma i cittadini sappiano l’altra e vera verità: il comune ha acceso un mutuo inutile di u milione e 200 mila euro e i nostri ragazzi devono giocare ancora per strada. Tutto assurdo”.

Il secondo affondo l’avvocato Vento, coordinatore comunale di Fratelli d’Italia, ha rivolto nel tumultuoso epilogo del confronto all’altro sfidante di area, l’imprenditore Di  Cesare. Sono volate parole davvero grosse quando il legale che chiesti di provare “vergogna”  ricordando come “un candidato sindaco non rispetta le regole in campagna elettorale. Figuriamoci poi”. Il fuoco accumulato e sistemato sotto la cenere è diventato un incendio vernale nel momento in cui Di Cesare è stato accusato di aver tenuto dei comizi in luoghi ed orari non consentiti violando il preciso regolamento del comune di Spigno Saturnia e evitando di informare le stesse forze dell’ordine” . Di Cesare, che rappresenta la sola novità numerica (è il terzo candidato ) di questo appuntamento elettorale, aveva definito ambizioso e concreto il suo programma (“lo stiamo scrivendo nel 2023”) pronto a “metterci la faccia, ad andare ad Roma e far venire Roma qui” alludendo ai suoi rapporti, personali e politici, con i vertici della Regione Lazio, in testa il presidente Francesco Rocca e l’assessore Giancarlo Righini.

 In piazza Canzana naturalmente c’era l’intera Spigno Saturnia e ha fatto capolinea anche il parroco del paese, il gaetano don Filippo Mitrano, che, invocando da questo voto amministrativo il “meglio per Spigno”, ha  dribblato i cronisti quando è stato sollecitato  pronunciarsi sull’esito finale: “Questa sera vorrei fare come Ponzio Pilato. Mi è consentito ?”. In piazza c’erano anche due consiglieri comunali uscenti, Vanni Vento e Salvatore Cocomello, che hanno sintetizzato in una nota la decisione con cui hanno deciso di “rompere” con il sindaco Vento  e di provocare la mancata approvazione del bilancio di previsione ed il rendiconti entro il 20 aprile scorso.

Dicono che, a poche ore dall’apertura delle urne (a Spigno si vota in tre sezioni, due nel plesso elementare di piazza Dante e la terza a Spigno Vecchio), ‘è il momento di fare chiarezza… Il termine maggiormente utilizzato negli ultimi due mesi è stato “dimissioni”. La domanda sorge spontanea: “di chi ? e da che cosa ?” Noi siamo ancora consiglieri comunali come il sindaco Vento che, nonostante le dimissioni, afferma di restare in carica. In occasione della nostra mancata presentazione in aula il 29 aprile in occasione del consiglio sul bilancio  previsionale, lanciammo un chiaro messaggio politico ma il sindaco Vento non ne prese atto e né si  si adoperò per un’eventuale soluzione.”.

Il 3 maggio al Comune di Spigno Saturnia venne notificata la diffida prefettizia affinché entro venti giorni si approvasse il bilancio di previsione: “E il sindaco Vento che fece? Non convocò nuovamente il Consiglio Comunale in ossequio all’invito del Prefetto. Non lo fece neanche in spregio al suo stesso che, in caso di seduta deserta in prima convocazione deve, entro 5 giorni,  essere riconvocato il consiglio in seconda convocazione. Con la seconda convocazione i soli consiglieri presenti il 29 aprile avrebbero potuto approvare il bilancio senza gli assenti precedenti. Ma perché correre il rischio di sfiducia una seconda volta ? Per dovere di cronaca bisogna aggiungere che la querelle si è complicato ancor di più con le dimissioni del sindaco del 28 maggio che ad oggi, sono note solo a lui, alla Segretaria Comunale e al responsabile degli Affari  Generali, che ben si sono guardati dall’applicare l’articolo 22 dello statuto comunale”.

“Va precisato che noi – hanno concluso Vento e Cocomello – ci siamo dimessi da delegati e non da consiglieri comunali. La morale della favola è che le regole devono sempre rispettarle gli altri, perché non si pensa di essere unus inter paresma bensìprimus inter pares

APPELLO AL VOTO candidati sindaco Salvatore Vento, Williams Di Cesare e Marco Vento

 

 

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