Sud Pontino / Rifiuti alla Saf di Colfelice, il Consiglio di Stato conferma la sentenza del Tar

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SUD PONTINO – Tutto come previsto. O quasi. La quarta sezione del Consiglio di Stato ha confermato la validità della sentenza del 23 novembre scorso del Tar del Lazio –sezione di Latina che aveva legittimato la scelta della Futuro Rifiuti zero di trasferire i rifiuti indifferenziati dai comuni di Formia e Ventotene per il loro smaltimento presso l’impianto Tmb della Saf a Colfelice, in provincia di Frosinone. I giudici di Palazzo Spada – presidente Vincenzo Neri, consiglieri Francesco Gambato Spisani, Giuseppe Rotondo e Rosario Carrano e giudice estensore Luigi Furno – nella giornata di lunedì hanno pubblicato la loro ordinanza a seguito della discussione del ricorso effettuata nella giornata del 13 giugno.

Al Consiglio di Stato si era rivolto il Centro Servizi Ambientali di Castelforte che, assistito dall’avvocato Gianluca Sasso, aveva impugnato la sentenza sfavorevole dello scorso autunno del Tar che – come detto – aveva legittimato la decisione della municipalizzata dei comuni di Formia e Ventotene di far smaltire i propri rifiuti in un centro dotato del trattamento meccanico biologico contrariamente a quanto avveniva all’epoca presso l’impianto, avente il suo carattere di trattamento meccanico, del Csa in via Viaro a Castelforte. L’amministratore unico della Frz Raffaele Rizzo ha sottoscritto nel corso del tempo tre determine dirigenziali con cui ha incaricato di svolgere questo servizio la Saf di Colfelice dal maggio 2023 al 31 dicembre 2024.

Il ricorso del Csa al Consiglio di Stato ha visto coinvolte la stessa Frz (costituitasi dall’avvocato Vittorina Teofilatto), la Regione Lazio (avvocato Teresa Chieppa) e la Saf (avvocato Pasquale Cristiano). I giudici del secondo grado della magistratura amministrativa hanno confermato il pronunciamento dello scorso autunno del Tar allorquando scrivono …non emergono elementi sufficienti per discostarsi dall’assetto cautelare definito dal Tar nell’ordinanza impugnata….Nel bilanciamento dei contrapposti interessi appare prioritario – ha puntualizzato il presidente Furno nella sua ordinanza -. Quello teso alla salvaguardia dell’interesse pubblico a garantire la continuità del trattamento meccanico e biologico dei rifiuti indifferenziati nei comuni di Formia e Ventotene.

Era scontato che il Consiglio di Stato arrivasse a questa conclusione. Un fatto è certo: l’ordinanza di Palazzo Spada non chiude questa partita tra la “Frz” ed il Centro servizi ambientali ma, indirettamente, la riapre completamente. Nel giorno della discussione davanti il Consiglio di Stato del ricorso dell’avvocato Sasso sul bollettino ufficiale della Regione Lazio veniva pubblicata la determina del dirigente del settore Ambiente che autorizzava, dopo un via libera dello scorso agosto, il Centro servizio ambientali a smaltire gli indifferenziati dei comuni convenzionati con il sistema del trattamento meccanico e biologico. Il Consiglio di Stato ha fatto salva la decisione dell’amministratore unico Rizzo di trasferire sino al 31 dicembre prossimo gli indifferenziati di Formia e Ventotene a 120 chilometri distanza piuttosto che a 20 del sito industriale di Castelforte.

La “Frz” dopo la promozione della Regione Lazio dell’impianto della famiglia Giuliano-Ambroselli potrà continuare a non rispettare la legge regionale di prossimità che obbliga i comuni e le società del settore a servirsi degli impianti (autorizzati) più vicini ai luoghi in cui vengono prodotti i rifiuti?

Il capogruppo d’opposizione della lista “Guardare Oltre” Imma Arnone giovedì scorso, pubblicando la determina regionale che assegnava il Tmb al Csa di Castelforte, aveva chiesto l’intervento dell’assessore ai rapporti con la “Frz” Fabio Papa rimarcando come non sia riunisca da anni ormai il controllo analogo del comune di Formia (dovrebbe essere insediato e coordinato dalla segretaria comunale e responsabile dell’anti corruzione dell’ente Marina Saccoccia) e la stessa società municipalizzata non esaudisca le varie richieste di accesso agli atti. 

“E cosa ha fatto l’assessore Papa? – si è interrogato il capogruppo Arnone – Ha pubblicato sulla sua pagina social l’ordinanza del Consiglio di Stato. Mi aspettavo che invece dicesse qualcosa sulla mancata convocazione del controllo analogo. L’amministratore Rizzo gestisce la società in maniera unilaterale senza alcuna forma di vigilanza. Se ci fosse stata, l’ultima proroga alla Saf di Colfelice non sarebbe stata estesa al 31 dicembre 2024 e avrebbe avuto semmai una durata di sei mesi. E’ previsto un aggravio dei costi, ai diversi locali, e a sostenerli saranno i contribuenti formiani. Su questo aspetto l’assessore Papa non mi ha risposto”. Purtroppo.