LATINA – Sono attesi da un momento all’altro clamorosi sviluppi sulla triste vicenda legata ad un bracciante agricolo di 31 anni che, residente a Cisterna, era stato vittima di un gravissimo incidente sul lavoro a seguito del quale, nelle campagne di Borgo Santa Maria, aveva subito, oltre allo schiacciamento degli arti inferiori, l’amputazione del braccio destro, poi poggiato dai suoi anonimi accompagnatori su una cassetta utilizzata per la raccolta degli ortaggi. A promettere di dare una svolta a questa raccapricciante vicenda sono si Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Latina e della stazione di Borgo Podgora che stanno indagando per individuare le persone che hanno accompagnato a casa il bracciante senza quel braccio che gli era stato tranciato da un tagliafieno a rullo, trainato da un trattore. Se il bracciante ferito si trova ricoverato all’ospedale San Camillo dov’era stato trasferito lunedì a bordo di un’eliambulanza del 118, le indagini dei Carabinieri sono svolte a stretto gomito con i tecnici e i funzionari del Nil e del dipartimento Sicurezza e prevenzione sui luoghi di lavoro dell’Asl finalizzate a “definire posizione lavorativa e regolarità sul territorio nazionale della vittima”.
La macabra e gravissima vicenda era stata resa nota dalla segretaria generale della Flai Cgil di Latina e Frosinone Hardeep Kaur, tra i primi a giungere su posto in cui il bracciante indiano “era stato scaricato da un pullmino 9 posti come un sacco di rifiuti per strada in prossimità della sua abitazione. Non siamo solo di fronte a un grave incidente sul lavoro, cosa già di per sé allarmante e evitabile, qui siamo davanti alla barbarie dello sfruttamento, che calpesta le vite delle persone, la dignità, la salute e ogni regola di civiltà. Questi campi, queste strade, questi Borghi e contrade li presidieremo ogni giorno e per le prossime settimane saremo in tantissimi, perché non si può lavorare in queste condizioni”.
L’INDIGNAZIONE DELLA UIL
“Abbandonato come un rifiuto in mezzo alla strada dopo aver perso un braccio e riportato gravi lesioni alle gambe”- La situazione che denunciano i segretari generali della Uil Lazio e di Latina, Alberto Civica e Luigi Garullo è “ai limiti dell’horror dove chi avrebbe dovuto prestare immediato soccorso ha pensato bene di scaricarlo davanti la sua abitazione cercando così di camuffare le proprie responsabilità”. Ancora il sindacato in una nota:” È una cosa assurda e anche umanamente inaccettabile. Non bisogna essere dei sindacalisti per indignarsi e avere il voltastomaco davanti ad azioni del genere, indegne anche di un animale. Perché l’animale accudisce il proprio simile ferito, il datore di lavoro del malcapitato se ne è disfatto. Come immondizia. Come un peso da eliminare al più presto. Un comportamento del genere va al di là delle norme sulla sicurezza che continuiamo a richiedere, travalica il concetto stesso di umanità e ci auguriamo che la pena sia esemplare perché almeno non si verifichino altri episodi del genere. Ecco cosa rappresenta il lavoratore per alcuni imprenditori. Uno schiavo da sfruttare il più possibile per poi disfarsene. Forse non è un caso se, come sindacati, continuiamo a chiedere ripetutamente più ispezioni e controlli, mentre il governo invece decide di ridurli. Così come ha ridotto i rimborsi Inail. Inutile scrivere necrologi e battersi il petto davanti all’ennesima vittima se poi concretamente si procede nella direzione opposta. Basta morti sul lavoro davvero – ammoniscono Civica e Garullo – E basta sfruttamento dei più deboli”.
I COMMENTI DI AZIONE E FRATELLI D’ITALIA
A richiedere di nuovo, dopo un anno l’istituzione alla Regione Lazio di una commissione d’inchiesta sul lavoro nero e caporalato è il consigliere regionale e responsabile nazionale Welfare di Azione, Alessio D’Amato: “Purtroppo da parte del presidente Rocca non c’è stata alcuna risposta. Quello che è accaduto a Borgo Santa Maria è barbarie. Non possiamo accettare che i lavoratori vengano trattati come schiavi”.
“Profonda indignazione” è stata espressa, infine, anche dal coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, Senatore Nicola Calandrini: “L’episodio, che riporta alla luce la drammatica realtà dello sfruttamento e dell’indifferenza verso la dignità umana, non può passare inosservato né restare impunito – ha dichiarato – Come rappresentante del popolo italiano e membro di Fratelli d’Italia, esprimo la mia più totale solidarietà alla vittima di questa disumana crudeltà. È inaccettabile che nel nostro Paese possano verificarsi episodi di tale brutalità, che offendono non solo la vittima ma l’intera comunità nazionale. Spero con tutte le forze che le autorità competenti – è l’auspicio del coordinatore provinciale di Fdi – riescano a identificare e perseguire penalmente i responsabili di questo atto vile. Non possiamo permettere che chi sfrutta e maltratta lavoratori indifesi continui a operare nell’impunità. La tutela dei diritti dei lavoratori, la lotta contro ogni forma di sfruttamento e la promozione della legalità devono essere priorità assolute per il nostro Paese. Spero che tutte le forze politiche – ha concluso il Senatore di Latina – si uniscano in questa battaglia per la difesa della dignità umana e che non ci sia spazio per speculazioni politiche su temi così delicati”.