FORMIA – I medici del reparto di rianimazione dell’ospedale “Dono Svizzero” di Formia hanno dichiarato la morte celebrale del giovane di 19 anni di nazionalità somala vittima lunedì pomeriggio di un gravissimo incidente mentre faceva il bagno nel mare di Santo Janni. Purtroppo si sono rivelate inutili le cure per strappare alla morte il ragazzo che, giunto a Formia insieme ad altri due connazionali per trascorrere in spensieratezza la Pasqua islamica, era ospite da tempo della casa famiglia “Freedom One” di San Giovanni Incarico, in provincia di Frosinone.
Il quadro clinico del giovane somalo è improvvisamente peggiorato nella serata di martedì quando i medici formiani, nonostante il vasto trauma cranico riportato, non avevano ritenuto opportuno lunedì trasferirlo a bordo di un’eliambulanza del 118 in un più attrezzato ospedale di Roma. Il 21enne tuffandosi in mare aveva colpito violentemente la testa contro gli scogli nella zona attigua il tratto di arenile libero più grande dell’intero litorale di levante di Formia, quello dello “Spiaggione”. I soccorsi sono stati tempestivi, soprattutto da parte dei bagnini di alcuni stabilimenti balneari vicini, ma non sono bastati per salvare la vita del somalo con la cui famiglia d‘origine e la proprietà della struttura d’accoglienza di San Giovanni Incarico l’Asl di Latina ha avviato nelle ultime ore un’interlocuzione per ottenere l’autorizzazione a trapiantare gli organi dello sfortunato 19enne.
Questa tragedia ha sollevato alcune polemiche perché, ad oltre un mese, il 17 maggio scorso, dall’inizio dell’attività di balneazione 2024 il comune di Formia non ha ancora ultimato la procedura di gara per l’affidamento del servizio di salvamento dei tratti di arenili liberi lungo i litorali di Vindicio e Gianola-Santo Janni, quello dello Spiaggione è uno di questi.
Accertamenti sono stati avviati dalla Guardia Costiera di Formia, chiamata da tanti cittadini e operatori del settore a contrastare, insieme alle altre forze di polizia, le sempre più diffuse forme di abusivismo commerciale nel settore del noleggio di attrezzature balneari soprattutto lungo le spiagge di Gianola e Santo Janni. Lungo questo tratto di litorale è in atto una sorta di anarchia, favorita, oltre che dai controlli sporadici e insufficienti, dalla lentezza che stanno caratterizzando (appunto) le procedure del settore Pianificazione del territorio del comune per la gestione delle spiagge libere e, con essa, delle attività collegate per legge: in primis i servizi di pulizia e di salvamento. Ad alcuni operatori onesti è rimasta solo la strada della magistratura amministrativa per impugnare bandi di gara ‘spezzatino’ che potranno acuire forme di monopolio contro le quali il comune di Formia, lontano da appuntamenti elettorali che contano, dovrebbe fare di più e meglio.
L’appalto per i servizi di salvamento e della pulizia degli arenili non è stato ancora concluso – come detto – ma soprattutto lungo le spiagge di Gianola e Santo Janni sono state segnalate le fatidiche torrette di avvistamento. Ma non dovrebbe installarle il soggetto o i soggetti affidatari dei servizi stessi?
Un fatto è certo: al di là della tragica scomparsa (che probabilmente non poteva essere evitata) di questo ragazzo somalo giunto a Formia con due suoi connazionali per festeggiare la pasqua islamica nel mare di Santo Janni, alla fine di giugno le spiagge libere non sono state assegnate e ne stanno risentendo inevitabilmente i servizi di pulizia, di salvamento e di sostegno all’accesso dei bagnanti disabili. Tutto in nome del famigerato turismo che deve fare i conti con l’approssimazione, un’inesistente programmazione e anche con un destino che non fa sconti a nessuno.
Ma quel ragazzo di 19 anni di Mogadiscio scampato alla guerra civile nella sua Somalia avrebbe meritato ben altro…