LATINA – Esprimendo le proprie condoglianze e la massima vicinanza alla famiglia di Satnam Singh rispetto alla tragedia avvenuta nelle scorse ore, interviene il partito di Azione, dichiarando innanzitutto l’adesione alla manifestazione promossa per martedì 25 giugno dalla Comunità indiana del Lazio, a Latina.
“Satnam Singh, un invisibile scomparso nell’indifferenza. – esordisce il segretario provinciale di Azione Davide Zingaretti – La lotta al caporalato, in particolare in territori come il nostro, deve avvenire in sinergia tra associazioni, Istituzioni scolastiche, politiche e tutte le forze di sicurezza preposte. Intervenire a fatto avvenuto è diventata ormai una brutta abitudine che certifica il non interesse verso questa problematica. Prevenzione, informazione e controlli serrati sono aspetti necessari per combattere questo fenomeno che è fortemente presente nella nostra provincia. Uniamo le forze tra politica, istituzioni e cittadini e lavoriamo per contrastare concretamente il problema, partiamo dalla richiesta di istituzione di una commissione di inchiesta su caporalato e lavoro nero a livello regionale. Richiesta che ad oggi non ha ancora avuto una risposta”.
Interviene sulla tragedia il consigliere regionale di Azione Alessio D’Amato: “Quello che è accaduto a Borgo Santa Maria, in provincia di Latina, è una vera e propria barbarie. Non possiamo accettare che i lavoratori vengano trattati come schiavi. Da oltre un anno, assieme ad Azione Latina, richiedo l’istituzione di una commissione d’inchiesta sul lavoro nero e caporalato senza nessuna risposta. Dobbiamo rispondere con fermezza a queste tragedie e lavorare affinché si possano evitare e prevenire.” conclude il responsabile nazionale Welfare di Azione.
Interviene infine Simone Brina, consigliere comunale di Sabaudia e responsabile agricoltura di Azione Latina: “Quanto accaduto a Borgo Santa Maria è raccapricciante e non fa che mettere in luce certe condizioni disumane in cui versano dei lavoratori di questa provincia. Non posso che riprendere e concordare con le dichiarazioni del Consigliere regionale D’Amato, che ha richiesto con forza l’istituzione di una commissione d’inchiesta sul lavoro nero e il caporalato. È fondamentale che questa proposta venga accolta e attuata al più presto. Non possiamo più tollerare l’inerzia delle istituzioni. L’istituzione di una commissione ad hoc è indispensabile per combattere efficacemente il caporalato e garantire diritti e dignità ai lavoratori. Possiamo e dobbiamo fare la nostra parte, l’obiettivo deve essere un cambio di marcia: prevenire queste tragedie e non avvenire a dramma accaduto”.
“Nella morte di Satnan Singh c’è una catena di orrori che annichilisce e avvolge tutti in una sconcertante spirale di malvagità. La sua morte, il dolore della moglie Sony che abbracciamo testimonia di un sistema di illegalità e criminalità diffusa che nelle campagne della provincia di Latina raggiunge vette di barbarie non più sopportabili. Paghe da fame, ritmi e condizioni di lavoro inumani accompagnate da pratiche dopanti per sostenere la fatica, alloggi indecorosi, imposizione di tariffe occulte per trasporti, vessazioni di vario genere che culminano non di rado nella violenza psicologica e fisica, oltreché in veri e propri atti di segregazione delle vittime di questi soprusi” – sono le parole dell’associazione “Libera” che annuncia due iniziative quella di costituirsi parte civile nel futuro processo a carico dei responsabili e la partecipazione alla manifestazione in programma sabato 22 giugno alle 17 promossa dalla Cgil in piazza della Libertà a Latina.
“La provincia di Latina – prosegue nella nota Libera – è anche luogo di eccellenze e innovazione animato da imprenditori agricoli che diventano essi stessi vittime di una concorrenza sleale da parte di aziende che mortificano i diritti. Nel pontino su oltre 7000 aziende agricole solo 173 si sono iscritte alla rete del lavoro agricolo di qualità che nasce con l’intento di arginare il fenomeno del caporalato nel settore agricolo, dando vita ad una sorta di white list. Proponiamo che gli aiuti e sostegni finanziari pubblici vengano riservati solo a queste aziende che generano buona economia e rispetto della dignità del lavoro. Le parole di cordoglio non bastano più, l’indignazione per la morte di Satnan che attraversa il Paese deve trasformarsi in impegno concreto da parte delle Istituzioni nella lotta al caporalato e allo sfruttamento nella filiera agroalimentare in direzione della valorizzazione delle aziende sane e nell’affermazione dei diritti per le lavoratrici e i lavoratori”.