Cronaca

Ponza / Concussione, arresto consigliere Danilo D’Amico: nuovi risvolti e attesa interrogatorio garanzia

PONZA – Sarà un week end di duro lavoro quello che attende l’avvocato Mauro Romanzi, il legale di Roccagorga scelto da Danilo D’Amico per curare la sua difesa in vista dei prossimi appuntamenti processuali che dovrà affrontare dopo essere stato arrestato nella tarda mattina di venerdì in flagranza con la gravissima accusa di tentata concussione. Il 33enne consigliere comunale di Ponza era stato arrestato dai Carabinieri del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Formia mentre intascava una bustarella contenente 5000 euro che l’impresa romana “Garden Nomentano”, in stretto contatto con i militari del Maggiore Michele Pascale, stava consegnando all’esponente della lista di maggioranza “Cambiamo il vento” con la promessa che quest’ultimo si sarebbe adoperato per la conferma dell’appalto del comune di Ponza per la gestione del verde e dell’arredo urbano.

Il lavoro difensivo dell’avvocato Romanzi dovrà partire proprio da queste ipotesi accusatorie per tentare di alleggerire la posizione di D’Amico, ora ai domiciliari presso la sua abitazione di Ponza in attesa di raggiungere Formia e, poi , il Tribunale di Cassino per comparire davanti il Gip per l’interrogatorio di garanzia.

“Non posso aggiungere nulla di più rispetto a quello che voi già sapete – ha detto ai cronisti l’avvocato Romanzi – Prima di pronunciarmi per questa vicenda devo parlare con D’Amico e leggere le carte che al momento non ho”. Ecco perché si preannuncia un week end di duro lavoro quello in corso per il legale di D’Amico, interessato a capire se questa elargizione di danaro da parte della ditta appaltatrice della manutenzione del verde e dei sentieri dell’isola sia stato una richiesta episodica di D’Amico o quest’ultimo da tempo – come sembrerebbe – avesse millantato il suo ruolo di consigliere comunale per garantire alla “Garden Nomentano” una corsia privilegiata per l’aggiudicazione degli appalti indetti del comune. Ma poteva D’Amico fare tutto da solo? Questo interrogativo se lo stanno ponendo i Carabinieri mentre il giovane consigliere comunale pensa a come impostare l’interrogatorio di garanzia la prossima settimana davanti il Gip del Tribunale di Cassino.

Questa amara vicenda, verificatasi all’indomani della festa patronale di San Silverio che ha di fatto inaugurato la stagione turistica 2024 (chissà se l’appuntamento tra D’Amico ed il titolare della “Nomentano Garden” presso il bar dei Pesci sia stato rinviato di 24 ore per ‘accavallarsi’ con la processione del Santo Papa), è stata accompagnata, in sede di commenti, da un doppiopesismo politico che non è passato inosservato agli osservatori. Il sindaco di Ponza Francesco Ambrosino ha utilizzato un linguaggio chiaro, duro e netto nei confronti del suo delegato ai Lavori Pubblici. L’ha fatto innanzitutto per ringraziare le forze dell’ordine per il lavoro svolto:” Il Comune – ha scritto il primo cittadino su Facebook – è sbigottito e comunque estraneo a queste vili pratiche. Il consigliere  D’Amico, nel caso fossero confermate le indiscrezioni, ha tradito la fiducia del sindaco e dei suoi elettori e quindi è immediatamente espulso dalla maggioranza consiliare. Ponza è più forte di chi le vuole male e male si comporta. Non è possibile vanificare gli enormi sforzi che quotidianamente vengono messi in campo” ha concluso il sindaco prossimo a compiere i primi due anni di mandato.

Danilo D’Amico è stato “scaricato” anche dal suo partito, Fratelli d’Italia, di cui diceva di appartenere – l’ha sempre evidenziato a caratteri cubitali sulla sua bacheca di Facebook – con il duplice ruolo di coordinatore comunale e di dirigente provinciale. L’arresto in flagranza di D’Amico è stato commentato con un mix di imbarazzo e di fastidio da parte del coordinatore provinciale di Fdi, Senatore Nicola Calandrini, che in una breve nota prende le distanze dal suo esponente locale al quale aveva espresso la solidarietà e dell’intero partito quando era stato oggetto di ripetute minacce e aggressioni fisiche.

Ora Calandrini si è affrettato subito a sottolineare come il “partito sull’isola sia commissariato da 3 anni (la cosa non è una buona ragione di cui essere fieri) e D’Amico non risulta essere un tesserato di Fdi, non lo rappresenta in consiglio comunale e tantomeno non è il coordinatore comunale” quando l’interessato – come detto – ha sempre detto e scritto il contrario. Quanto accaduto a Ponza ha “rammaricato fortemente” il Senatore Calandrini che non ha mancato di “esprimere innanzitutto la mia più profonda gratitudine ai militari dell’Arma per il loro operato, certo che la magistratura saprà fare chiarezza su questa vicenda che, se venisse confermata, sarebbe di una gravità assoluta. Desidero infine sottolineare come la trasparenza e il rispetto della legge – ha concluso il coordinatore provincial di Fdi – siano dei principi imprescindibili per chi decide di far parte di questo partito. Una comunità, che guido con orgoglio a livello provinciale, dove non c’è spazio per comportamenti ambigui o attività poco limpide, pena l’immediato allontanamento”.

Nonostante la vicenda giudiziaria, in considerazione della gravità del reato contestato e della notorietà di Ponza, abbia avuto un’eco a livello nazionale, le diverse altre anime di Fdi, a livello locale e provinciale, hanno deciso di rimanere in silenzio quando sino a giovedì erano state protagoniste di un aspro e vivace confronto comunicativo sui dati delle recenti elezioni europee. Sull’arresto per tentata concussione di un giovane consigliere comunale che affermava di essere uno dei primi dirigenti di Fdi è calato invece un assordante black out comunicativo.

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