Latina / Dalla morte Satnam Singh alla vita dei lavoratori: in 5mila in piazza contro sfruttamento e caporalato

Attualità Latina

LATINA – Una piazza della Libertà, a Latina, gremita si è stretta nel dolore, ma anche nella necessità di una reazione, per l’ennesima morte sul lavoro che ha avuto per vittima il bracciante agricolo 31enne di origini indiane Satnam Singh, lasciato col braccio amputato nei pressi di casa sua e morto dopo poche ore dal suo trasferimento in eliambulanza all’ospedale “San Camillo” di Roma, dopo essersi ferito con un macchinario dell’azienda agricola nella quale lavorava.

La tragedia è avvenuta mercoledì scorso, ha commosso tutta Italia e ha spinto le Istituzioni ad intervenire nel dibattito che si è innescato sul tema immigrazione, sicurezza sul lavoro e caporalato.

E’ intervenuto anche il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, durante il suo discorso in occasione della celebrazione dei 160 anni dalla fondazione della Croce Rossa Italiana: “Contro questa grande civiltà stridono – gravi ed estranei – episodi e comportamenti come quello registrato tre giorni addietro, quando il giovane Satnamn Singh lavoratore immigrato è morto, vedendosi rifiutare soccorso e assistenza, dopo l’ennesimo tragico incidente sul lavoro”.

“Una forma di lavoro – ha aggiunto – che si manifesta con caratteri disumani e che rientra in un fenomeno, che affiora non di rado, di sfruttamento del lavoro dei più deboli e indifesi, con modalità e condizioni illegali e crudeli. Fenomeno che, con rigore e fermezza, va ovunque contrastato, eliminato totalmente e sanzionato, evitando di fornire l’erronea e inaccettabile impressione che venga tollerato ignorandolo”.

Se la Provincia di Latina, la Regione Lazio e alcune associazioni hanno già annunciato la costituzione parte civile nell’ambito del processo che scaturirà dalle indagini aperte dalla Procura, il comune di Latina ha invece annunciato l’indizione del lutto cittadino in occasione dei funerali ( di cui si farà carico per gli oneri la Regione Lazio) che saranno celebrati al momento della restituzione della salma alla famiglia. Tra l’altro, proprio la sindaca di Latina, Matilde Celentano, ha fatto visita a Soni la 24enne vedova della vittima – alla quale nel frattempo è stato concesso il permesso di soggiorno per motivi di “protezione speciale” –  offrendole tutto il sostegno, attivandosi per l’arrivo della sua mamma dall’India, avendo ella espresso il desiderio di averla accanto, e partecipando alla manifestazione che si è tenuta ieri nel capoluogo, promossa e organizzata dalla Flai – CGIL. 

“Le guerre di civiltà si vincono insieme, tutti uniti. E’ per questo che come sindaco di questa città sento di dover dire, e di poter dire, che Latina non si sottrarrà all’impegno di essere in prima linea in questa battaglia che potremo ritenere vinta soltanto se non avremo un’altra occasione per riunirci in questa piazza trascinati da un’altra morte sul lavoro. Lo dobbiamo a Satnam, lo dobbiamo a Soni. Lo dobbiamo a tutti i lavoratori” – ha ribadito sulla sua pagina social Facebook la sindaca Celentano, salita sul palco durante la manifestazione.
Non è mancato anche il presidente della Provincia, nonché sindaco di Minturno, Gerardo Stefanelli: “Quella di Satnan Singh é una storia di umanità, di sopraffazione e al tempo stesso di impotenza. É una vicenda che testimonia quanto le campagne di odio contro gli stranieri degli ultimi 20 anni abbiano impedito alla politica di fare leggi giuste per gestire il tema dei flussi necessari per sostenere legittimamente i fabbisogni di alcuni settori che ancora vivono di caporalato, mentre il lavoro dovrebbe essere fattore di integrazione e non di sottomissione. Credo che bisogna ripartire dal nostro senso di umanità, ricordarci le battaglie per i diritti che fanno parte della nostra storia. Dobbiamo aprire gli occhi e interrogarci se il nostro benessere a volte non significhi sfruttamento di altre vite nei cicli produttivi, non solo in Cina o altre zone del mondo, ma anche qui da noi a pochi chilometri dalle nostre case”.

Ed erano veramente in tantissimi in piazza ad urlare “Justice for Satnam Singh”, cartello che campeggiava sul petto di moltissime persone di nazionalità indiana, che torneranno in piazza, secondo quanto annunciato dal presidente della Comunità Gurmukh Singh, anche martedì 25 giugno.  Tra il pubblico anche la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein, l’esponenti di Verdi Sinistra e Libertà Nicola Fratoianni, il deputato del Pd Matteo Orfini, l’ex presidente della Camera Laura Boldrini, il Movimento 5 Stelle Lazio, Legambiente Lazio, Libera, l’associazione “Caponnetto”,  consiglieri regionali e gli esponenti dei partiti politici che avevano già annunciato la loro partecipazione tra cui Azione con Alessio D’Amato, Simone Brina, Davide Zingaretti, Arcangelo Palmacci e  il Partico Comunista Italiano con la segreteria della provincia di Latina Sonia Pecorilli e tanti altri.

Non può passare inosservata la partecipazione del sociologo Marco Omizzolo, da anni impegnato sul tema e autore di saggi e ricerche nazionali ed internazionali in particolare sullo sfruttamento del lavoro in agricoltura dei lavoratori stranieri; ha pubblicato recentemente “La Quinta Mafia” (RadiciFuture editore) e “Sotto padrone. uomini, donne e caporali nell’agromafia italiana” (Feltrinelli).

E Sonia Pecorilli (PCI), a margine della manifestazione ha ripreso le sue parole ed ha sottolineato come “il passo successivo (alla manifestazione, ndr) sarà quello di ragionare su un patto per il lavoro umano, dobbiamo e possiamo elaborare un nuovo modello di organizzazione del lavoro. La trasformazione dei processi di lavoro a cui dobbiamo puntare è sul lavoro partecipato”.

Per Alessio D’Amato (Azione) “la politica deve fare di più, non è una fenomeno nuovo. Non si criminalizzano le imprese, ma questo è stato un atto di vero e proprio schiavismo”.

Ed anche il Golfo di Gaeta ha portato il suo contributo in termini di rappresentanza. Tra le circa 5mila persone contante in piazza della Libertà, davanti il palazzo della Prefettura, c’erano anche il consigliere comunale del Partito Democratico di Formia, Alessandro Carta, e il consigliere comunale del Partito Democratico di Minturno, Matteo Marcaccio.

“Non potevano non esserci, a Latina, in piazza della Libertà, per Satnam Singh, un nostro coetaneo morto nel modo più atroce mentre lavorava senza nessuna forma di contratto per 4€ l’ora. Questa ennesima morte non deve risultare vana, per questo il nostro assillo deve essere lavorare per la dignità dei lavoratori, contro lo sfruttamento e la disumanità” – ha dichiarato Marcaccio.

“È stato importante esserci. Ieri a Latina, in piazza della Libertà, in memoria di Satnam Singh, ucciso dallo sfruttamento e dalla disumanità. Contro il caporalato, lo sfruttamento e il lavoro nero. Per la dignità del lavoro e per un’economia sana e sostenibile. Tutte le istituzioni e la politica devono fare uno scatto in avanti contro il caporalato. Le leggi ci sono e vanno applicate, potenziando e migliorando i controlli fra gli organi ispettivi. Deve essere cancellata la legge Bossi-Fini perché dobbiamo regolarizzare i lavoratori stranieri e le lavoratrici straniere che sono cittadini e cittadine di questo paese. Ieri in piazza a Latina, con la CGIL, con le associazioni e le istituzioni, abbiamo fatto una promessa: non lasceremo sola questa comunità di lavoratori e lavoratrici, di persone che reclamano i loro diritti. Staremo al loro fianco” – ha chiosato il consigliere Carta.