Ponza / Arresto ex-consigliere Danilo D’Amico, il commento del sindaco Franco Ambrosino

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PONZA – Nessun appalto del comune di Ponza è al centro dell’inchiesta della Procura di Cassino culminata venerdì mattina con l’arresto in flagranza, con l’accusa di tentata concussione, dell’ormai ex consigliere comunale di maggioranza Danilo D’Amico. A dichiararlo, a poche ore dall’interrogatorio di convalida cui è atteso l’ex coordinatore comunale (e provinciale) di Fratelli d’Italia, è il sindaco dell’isola Franco Ambrosino che si è visto costretto , “rammaricato e deluso”, per fornire una significativa presa di posizione del comune a 48 ore “dalla tristissima vicenda” che aveva coinvolto l’ex consigliere di maggioranza D’Amico. Il sindaco prende anche lui le distanze dal 33enne arrestato specificando come dal giugno 2022 in poi, quando ci furono le ultime elezioni amministrative “il consigliere D’Amico (non assessore), non ha mai avuto alcuna responsabilità gestionale. Insomma non poteva indirizzare alcuna gara o affidamento non potendo di fatto firmare impegni, liquidazioni o presenziare a atti di programmazione (giunta)”.

Franco Ambrosino non crede all’ipotesi, sinora circolata, che D’Amico avesse ottenuto dal titolare dell’impresa romana “Nomentano Garden” una busta contenente 5000 euro in contanti perché D’Amico si prodigasse per l’affermazione della ditta capitolina in una procedura pubblica in essere da parte del comune. Ambrosino in una nota ufficiale ha confermato quanto da noi pubblicato nelle ultime ore: “Non è stata programmata nessuna gara per il verde pubblico da affidare nel prossimo futuro (ne’ da 50.000 euro, ne’ di altro importo). Per essere precisi la procedura è stata già regolarmente espletata sul Me.Pa. dove, tra l’altro, il denunciante era stato escluso perché non aveva presentato nei tempi e nei modi previsti, la propria domanda di partecipazione”.

Ecco la conclusione, inevitabile, che offre il capo dell’amministrazione isolana: “La dazione quindi, non sembrerebbe essere servita a dare vantaggio alla ditta del denunciante. L’intera vicenda allo stato, da quanto è stato possibile ricostruire, sembrerebbe riguardare i rapporti personali che intercorrevano tra il responsabile di questa ditta risultata non aggiudicataria del servizio di verde urbano e il consigliere comunale D’Amico. Si tratta comunque di una vice squallida – così la definisce Ambrosino – da cui emerge tuttavia l’estraneità ai fatti e l’assoluta correttezza dell’azione amministrativa del Comune di Ponza”.

Secondo quanto ribadisce il Sindaco isolano il comune non c’entra affatto in questa vicenda per la qual proseguono ancora gli accertamenti da parte dei Carabinieri della Compagnia di Formia in stretto coordinamento con il sostituto procuratore Flavio Ricci. Secondo quanto è emerso l’intervento dei militari del maggiore Michele Pascale (che avevano arrestato in borghese D’Amico in un bar della piazzetta principale di Ponza) sarebbe stato sollecitato direttamente dalla Procura di Cassino a cui si era rivolto il titolare della “Nomentano Garden” che, a quanto pare, non aveva gradito le richieste di danaro del 33enne consigliere comunale di Ponza.

Se è vero che la ditta romana – come dice e scrive il sindaco Ambrosino – era stata esclusa dalla gara espletata da diverso tempo dal comune, qual è stato il ruolo di D’Amico? Il dimissionario consigliere comunale, sarà surrogato nella prima seduta consiliare utile dal primo dei non eletti della lista “Cambiamo il vento” Silverio Avellino, avrebbe fatto altre promesse che non è riuscito a mantenere? Saranno queste alcune delle domande che il Gip del Tribunale di Cassino Domenico Di Croce farà all’ex consigliere comunale ed ex delegato ai Lavori Pubblici nel corso dell’atteso interrogatorio di convalida in programma lunedì’ mattina, alle ore 9.30.

Il legale di D’Amico, l’avvocato Mauro Romanzi, chiederà al Gip la revoca della detenzione cautelare ai domiciliari, istanza che motiverà sull’insussistenza del pericolo della reiterazione del reato che, in caso contrario, D’Amico avrebbe potuto ancora commettere se avesse continuato ad esercitare un ruolo istituzionale pubblico, dal quale invece si è dimesso.