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Gaeta / Libri sulla cresta dell’onda: il procuratore Nicola Gratteri…quando si dice un “uomo libero”

GAETA – Essere liberi può avere poco a che fare con una passeggiata nel cuore della notte in riva al mare, quando si è compreso che la libertà, quella vera, è quella intimamente conservata come predisposizione mentale alla propria realizzazione. Allora ogni “sacrificio” non è più tale poiché funzionale alla realizzazione di un disegno di vita più importante, più lungimirante, quello che riguarda la propria persona. La persona che si sceglie di essere, alla quale non si può più rinunciare in virtù di alcun compromesso.

E’ una lezione importante quella che il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli dal 13 settembre 2023, il dott. Nicola Gratteri, ha lasciato al pubblico del primo appuntamento della XXXI edizione di “Libri sulla cresta dell’onda”, nel piazzale antistante la Chiesa dell’Annunziata, a Gaeta, condotto da Riccardo Campino e allietato dalla musica del quartetto d’archi “Solis String Quartet”.

Trentacinque anni sotto scorta poiché nel mirino delle mafie per la sua lotta senza quartiere da sempre, il dott.Gratteri è in prima fila nella battaglia alla criminalità organizzata e si sente tra gli uomini più liberi al mondo – da qui il titolo dell’evento “Un uomo libero” – perché libera lo è la sua mente, la sua volontà.

E’ una condizione d’animo che assurge ad alti livelli di consapevolezza, di schiena dritta, di pensiero e concezione umana, scaturita da scelte e da una vita che lo hanno slegato dal senso del possesso, dunque, dai beni materiali, per considerare preziose conquiste di tutt’altra natura, come quelle della giustizia, affermandola lì dove è soverchiata alla prepotenza criminale. Questo ha fatto di lui un uomo in grado di apprezzare il bello, la bellezza, anche quella oggettuale, pur essendo in grado però di stemperarne la volontà del possesso, fino a riuscire a concepire un’esistenza in cui si può fare a meno di tutto ciò che è materiale. E chi può fare a meno di tutto ciò che è materiale, perché non lo ritiene affatto essenziale e non perché lo disprezzi, conserva la libertà – perché nulla tenta il compromesso – e la serenità d’animo che può farti morire il giorno dopo senza alcun rimorso.

E’ il pensiero con cui racconta il sorriso con cui don Pino Puglisi “accolse” i suoi assassini il giorno del suo compleanno quando fu barbaramente ucciso; egli che senza remore aveva accolto i ragazzi più fragili e aveva insegnato loro, col gioco del calcio, il senso delle “regole” che è il primo passo per far crescere la percezione di ciò che è giusto, il seme della legalità.

Quell’educazione rivolta ai più giovani – a cui lui si dedica molto con tanti incontri nelle scuole e scrivendo per loro – che deve, come ha ben spiegato, necessariamente passare per l’esempio e non per prediche retoriche e stucchevoli che non fanno breccia nell’animo dei più giovani e non contribuiscono a creare quel bagaglio valoriale che li dovrà accompagnare nel momento più delicato dell’affermazione di una persona: il passaggio all’età adulta e al mondo del lavoro, che equivale a quel momento in cui si decide chi essere, prima ancora che cosa si vuol fare.

Parole che restituiscono il senso di un grande contatto con la realtà che il dott. Gratteri ha col Paese che lo circonda ( e non solo!), il cui stato di “ebbrezza” non è in grado di definire essendosi detto “astemio” nell’ironica domanda postagli sulla base dell’adagio di Gustavo Zagrebelsky: la Costituzione è “ciò che ci siamo dati da sobri a valere per i momenti in cui siamo ubriachi.

Una cosa è certa che le mafie sono avanti anni luce nello sviluppo di tecniche e mezzi che consentano di portare avanti i loro affari e traffici, compreso l’uso delle nuove tecnologie – di cui parla ampiamente nel suo ultimo libro Il grifone, scritto a quattro mani con Antonio Nicaso – e bisognerebbe avere strumenti sempre più aggiornati per essere all’altezza di una lotta che non risulti impari.

“Decisionista”- come ha detto di sé – ironico e gioviale quando scherza dei suoi libri che nascono anche come “sfogo”, serio e chiaro quando espone le sue critiche,  il suo pensiero ha arricchito un folto pubblico di centinaia di persone che tra silenzi di accondiscendenza e applausi di ammirazione hanno apprezzato un “esempio”… come pochi.

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